Il Sole 24 Ore 21 maggio 2008, M. Mas., 21 maggio 2008
Il grande suk delle medicine contraffatte. Il Sole 24 Ore 21 maggio 2008 Il palazzo dei destini incrociati si trova a Old Delhi, sprofondato nelle viscere della città vecchia
Il grande suk delle medicine contraffatte. Il Sole 24 Ore 21 maggio 2008 Il palazzo dei destini incrociati si trova a Old Delhi, sprofondato nelle viscere della città vecchia. qui che si sfiorano le storie di chi è troppo povero per curarsi e di chi si arricchisce sulle malattie altrui. Bhagirath Palace è un groviglio di vicoli, sottopassi e pianerottoli. qui che il democratico, pauperista e sovversivo modello farmaceutico indiano convive con la sua nemesi: un’industria della c ontraffazione che mette sul mercato prodotti a volte inefficaci e talvolta dannosi. Ma anche qui dove nulla o quasi è ciò che sembra, qualcuno cerca di mantenere una facciata di rispettabilità. Quando chiediamo una confezione di Amoxycillin, un antibiotico tra i più falsificati nei Paesi in via di sviluppo, otteniamo solo dinieghi, silenzi e sguardi sfuggenti. Ma è sufficiente infilarsi in un cunicolo buio per sbucare in un universo parallelo fatto di minuscoli banchi di farmacia ricavati su più piani in decine di sudice stanzette. Qui le transazioni sono svelte, la scelta è ampia e gli sconti troppo grandi per essere veri. Una confezione da 200 compresse che andrebbe venduta per 500 rupie passa di mano per 150. La prescrizione medica, indispensabile per legge, non viene chiesta e il blocchetto delle ricevute neppure esiste. Quando chiediamo una confezione di Sildenafil citrato, il principio attivo del Viagra, la storia si ripete. I prodotti che ci vengono offerti sono tre, Suhagra, Eunice e Vigora, portano i marchi di altrettante aziende indiane di generici e per comprarli spendiamo un terzo del prezzo indicato sulle confezioni. Si tratta di autentiche (e inspiegabilmente convenienti) versioni generiche del farmaco della Pfizer, oppure di falsi (forse dannosi), realizzati in scalcinati laboratori clandestini? In un caso, il Suhagra, abbiamo chiesto al suo produttore, la Cipla, di testare in laboratorio il nostro campione. Amar Lulla, l’amministratore delegato, ci ha assicurato che «il prodotto è autentico». Ma le ragioni per cui un farmaco originale dovrebbe essere messo in vendita a un terzo del suo prezzo nel più grande mercato di medicinali contraffatti dell’India restano oscure: Lulla di falsi non parla. « il tipico atteggiamento delle case farmaceutiche indiane - spiega A.P. Siddiqui, vice direttore del Narcotics control bureau di Delhi - nessuno si lamenta della contraffazione. La paura è che tra i consumatori si diffonda la convinzione che i medicinali di un certo marchio siano falsi». Secondo la Commissione Ue, nel 2006 in Europa sono state individuate 2,5 milioni di confezioni di farmaci contraffatti: il 30% era di provenienza indiana. Poco o nulla rispetto a quello che viene spacciato nei Paesi poveri. Secondo l’Oms in alcune regioni di Africa, Asia e America Latina più del 30% dei farmaci in commercio sono falsi. «Ci sono due categorie di produttori - spiega Dilip Shah, segretario generale dell’Indian pharmaceutical alliance - quelli privi di licenza e quelli autorizzati a produrre solo certi medicinali e che impiegano la loro spare capacity per copiare i farmaci altrui. I primi sono facili da individuare, i secondi sono più sfuggenti». Senza contare che spesso scoprirli è inutile: per tornare in libertà dopo un arresto basta pagare una cauzione. Un tentativo di accrescere il potere deterrente c’è stato, ma era così sopra le righe (prevedeva la pena di morte) che è stato abbandonato. Un progetto di riforma più equilibrato c’è, ma è fermo in Parlamento. «Nel frattempo - conclude Shah - i falsari prosperano. Dopo la condanna si torna liberi, si cambia nome alla società e si torna sul mercato. C’è chi lo ha già fatto tre volte». M. Mas.