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 2008  maggio 21 Mercoledì calendario

A Napoli impossibili anche gli arresti. La Stampa 21 maggio 2008 Nuvole nere, pioggia purificatrice, roghi spenti, strade bagnate

A Napoli impossibili anche gli arresti. La Stampa 21 maggio 2008 Nuvole nere, pioggia purificatrice, roghi spenti, strade bagnate. Una tregua, insomma. Apparentemente, però, perché rifiuti bagnati, rifiuti più sfortunati, più pesanti da smaltire o nascondere sotto il tappeto. Napoli non è più «’o paese d’ ”o sole». Combatte con la monnezza e con i rom. Napoli amorale, dove nessuno rispetta niente. Succede che un magistrato intransigente - invece di alzare il telefono e dire al supercommissario alla monnezza che se non risolve il problema delle misure antincendio per il cimitero (provvisorio) delle ecoballe (Pianodardine, Avellino) prenderà «provvedimenti» - sequestra direttamente l’area. Alla faccia dello tsunami rifiuti. Napoli violenta, impaurita, regno di tante «gomorre». E che fanno i poliziotti e i carabinieri? Stanno a guardare? Nossignore. Lavorano e ingolfano le scrivanie della procura e dell’ufficio del gip. Certezza della pena, gridano da Bergamo in giù. E a Napoli aspettano di essere arrestati millecinquecento camorristi, richieste della procura vecchie anche di tre anni: le forze dell’ordine non ce la fanno a smaltirle, come fossero ecoballe. Forse vengono contingentati anche gli arresti, sennò le carceri esplodono. Oppure è un problema di organizzazione degli uffici giudiziari? Quei millecinquecento lorsignori, intanto, si ingrassano, spacciano droga, trafficano, uccidono, si ammazzano tra di loro. E i clandestini che non fanno le badanti o i lavoratori regolari o al nero? Spacciano, fanno furti, vendono merce contraffatta. Ovvero, fanno ricettazione, da dipendenti di Gomorra. Discariche sì, discariche no. Napoli sommersa dai rifiuti. Quando venne il colera, nel 1973, qualcuno ironizzò e nacque «’O vibrione ”nnammurato», una parodia del «Soldato innamorato». Oggi Napoli non riesce a prendersi in giro per la monnezza. E’ sprofondata. Semmai si interroga e si indigna, si mobilita a Pianura e a Chiaiano. Ragioni nobili, bisogni veri, uno schiaffone per una classe dirigente che non c’è. Ricordate le barricate di Pianura, e la Caporetto dello Stato? E se a soffiare sul fuoco della rivolta fossero stati politici, speculatori e camorristi? E a Chiaiano ci sono o no gli imprenditori e i palazzinari, i camorristi che applaudono alle proteste nobili? GUIDO RUOTOLO