Paolo Valentino, Corriere della Sera 215/2008, pagina 25, 21 maggio 2008
In America vanno alla grande i ”purity ball”, serate danzanti durante le quali le adolescenti giurano solennemente di rimanere vergini fino alle nozze
In America vanno alla grande i ”purity ball”, serate danzanti durante le quali le adolescenti giurano solennemente di rimanere vergini fino alle nozze. Inventati una decina di anni fa da Randy e Lisa Wilson, nella piccola comunità evangelica di Colorado Springs, prevedono rituali come il passaggio sotto due spade incrociate su un tappeto di rose bianche, il giuramento del padre a proteggere la castità della ragazza e il ”virginity pledge”, il giuramento a rimanere vergini. Secondo l’Abstinence Clearinghouse, un gruppo che promuove il digiuno sessuale prenuziale, l’anno scorso ne sono stati organizzati 4400, soprattutto negli Stati conservatori del Sud e del Midwest degli Stati Uniti. Ormai i ”purity ball” sono diventati un fenomeno: il rituale dei Wilson la settimana scorsa ha festeggiato la sua nona edizione, consacrata da una copertura mediatica quasi hollywoodiana e animata da padri e figlie venuti da ogni parte dell’America. Sempre a Colorado Springs è nata Janie Fredell. Nel 2005, appena giunta alla Harvard University, s’accorse che nel campus «fare sesso è assolutamente ok» e che «perfino l’Università ti spiega quali precauzioni usare». Forte del suo ”virginity pledge” scrisse un articolo per il Crimson, il giornale universitario fatto dagli studenti, difendendo il «fascino misterioso della verginità, radicato non tanto nell’innocenza ma nella forza». Allora tutti la presero in giro, però attorno a lei si raccolse il piccolo gruppo True Love Revolution, che teorizza e pratica l’astinenza sessuale per ragazze e ragazzi, nato a Princeton già qualche anno prima. Adesso il il True Love conta parecchi iscritti ad Harvard e Janie ha lavorato molto per dare al gruppo basi meno religiose e più intellettuali. Il massimo di popolarità, Janie lo ha raggiunto a ottobre, quando affrontò in una disputa pubblica la sostenitrice del sesso a go-go, Lena Chen, provocante sex blogger del Crimson, che titolò a tutta pagina: "Belzebù contro la Vergine Maria". Tutto da verificare che i virginity pledge funzionino davvero: secondo le statistiche di due sociologi della Columbia University, "chi ha preso l’impegno alla castità, conserva la sua verginità ”tecnica” 18 mesi più a lungo delle adolescenti che non l’hanno fatto", ma "ha una probabilità sei volte più grande di praticare il sesso orale". Di più, quando ha la prima esperienza, "avviene di rado che usi un preservativo"