Il Messaggero 20 maggio 2008, ROBERTA AMORUSO, 20 maggio 2008
Per Alitalia una dote da 1,4 miliardi. Il Messaggero 20 maggio 2008 ROMA - Sono ancora molti i tasselli da mettere a posto
Per Alitalia una dote da 1,4 miliardi. Il Messaggero 20 maggio 2008 ROMA - Sono ancora molti i tasselli da mettere a posto. Ma chi il dossier per salvare Alitalia lo conosce dice che uno schema di massima per fare l’operazione c’è. E che a fare decollare la nuova Alitalia, secondo quanto ricostruito da Il Messaggero, sarebbe una newco con una dote di almeno 1,4 miliardi di euro. Certo, sarà la due diligence sui conti della compagnia a dire l’ultima parola, soprattutto sui mezzi da mettere in campo. Ma gli interessi che si stanno coagulando intorno al progetto tracciato da Bruno Ermolli, il consulente del premier Silvio Berlusconi, permettono di fotografare anche gli equlibri in gioco. Nella cosiddetta cordata italiana ci sarebbero almeno tre anime: quella dei partner finanziari, leggi fondi di investimento o Fondazioni bancarie, quella del sistema bancario con in testa Intesa Sanpaolo e con ogni probabilità Mediobanca, ma soprattutto la componente industriale. Sarà proprio quest’ultimo fronte a raccogliere la maggioranza della newco ritagliando un ruolo centrale anche alla Air One di Carlo Toto, seppure non di controllo. Chi sono gli imprenditori pronti a firmare un impegno? I nomi sono quelli già circolati nelle ultime settimane, per lo più confermati dagli stessi interessati (da Salvatore Ligresti a Marco Tronchetti Provera, da Marcellino Gavio a Mario Moretti Polegato fino a Diana Bracco). Con una novità maturata nei contatti degli ultimi giorni: tra i principali sponsor dell’operazione ci sarebbe anche Roberto Colaninno. I manager più vicini al patron della Piaggio hanno sempre sostenuto che il dossier Alitalia non fosse stato mai messo da parte anche mentre era in pieno svolgimento la gara varata dal governo Prodi e la trattativa con Air France. E in effetti l’ipotesi che si aprisse una nuova trattativa privata, dettata da regole diverse, è sempre stata vista con un certo interesse dall’imprenditore mantovano. Ecco perchè, archiviato il capitolo con Air France, Colaninno è finito nella lista di imprenditori contattati da Ermolli. Ma finora il proprietario della Piaggio si è mosso con la massima cautela. Ufficialmente si è sempre chiamato fuori dal progetto della cordata italiana. In realtà un interesse reale c’è ma si tradurrà in uno coinvolgimento concreto solo dopo che saranno chiariti gli equilibri di forza nell’operazione. Già, perchè per mettere sul tavolo una delle carte più importanti nella compagine industriale (circa 200 milioni) Colaninno potrebbe puntare a un ruolo di primo piano nella gestione della nuova Alitalia. Per esempio quello di presidente. A quel punto si restringerebbe anche il cerchio dei possibili amministratori delegati: e nomi come quello di Riccardo Ruggiero e Rocco Sabelli potrebbero conquistare la pole position. Del resto, Colaninno ha già lavorato a stretto contatto con Sabelli sia in Telecom, prima dell’arrivo di Marco Tronchetti Provera, ma anche in Piaggio e in Immsi. E a giocare a favore della candidatura di Sabelli c’è anche un elemento in più visto che era proprio lui il manager individuato dal tandem Toto Intesa per guidare il vecchio progetto di Air One. Anche la strada di Ruggiero si è incontrata almeno una volta con quella dell’imprenditore mantovano: fu proprio lui il 26 luglio del 2001 a chiamarlo come capo delle attività in Francia di Telecom, appena due giorni prima che la società fosse ceduta alla Pirelli. I contatti dei prossimi giorni tra Palazzo Chigi, Ermolli e tutti i protagonisti chiamati a partecipare al progetto saranno cruciali per capire come si inserirà quasto schema di progetto nel calendario di Alitalia. Intanto, proprio in questi giorni la società di consulenza di Air One, Seabury, consegnerà il nuovo piano industriale Air One-Alitalia. Ma il Tesoro dovrà chiarire a breve anche la nuova procedura di vendita in cui inserire i prossimi passi di Ermolli, a prtire dall’accesso alla due diligence, finora negata dal cda di Alitalia. Tra i nodi da sciogliere, poi, c’è quello del rinnovo a breve del management della compagnia, rimasta orfana dal 2 aprile di un presidente esecutivo. Un rinnovo che potrebbe anche non tenere conto, almeno per il momento, dell’assetto di manager che sarà legato, invece, al progetto della cordata italiana. Rimane un tassello, però, ancora in sospeso: che prospettive internazionali avrà la nuova Alitalia? Per ora l’obiettivo è rimettere la compagnia nelle condizioni di ricollocarsi sul mercato con nuove risorse. Solo in un secondo momento, si riaprirà (è già nei piani) il filo con Lufthansa o con Air France. ROBERTA AMORUSO