Corriere della Sera 17 maggio 2008, Cristina Taglietti, 17 maggio 2008
Una donna «custodirà» l’italiano. Corriere della Sera 17 maggio 2008 Per la prima volta c’è una donna alla guida dell’Accademia della Crusca, una delle più antiche istituzioni d’Europa
Una donna «custodirà» l’italiano. Corriere della Sera 17 maggio 2008 Per la prima volta c’è una donna alla guida dell’Accademia della Crusca, una delle più antiche istituzioni d’Europa. Nicoletta Maraschio, vicepresidente dell’Accademia da undici anni, è stata eletta all’unanimità e succede a Francesco Sabatini che lascia la carica con un anno di anticipo. Sabatini, alla guida della Crusca dal 2000, è stato nominato presidente onorario. «Un’elezione piena di significato – ha commentato Riccardo Nencini, presidente del consiglio regionale toscano – che premia non soltanto il valore scientifico ma anche la dedizione, l’amore e l’impegno profusi per un’istituzione fondamentale ». Nicoletta Maraschio, pavese d’origine, insegna Storia della lingua italiana all’Università di Firenze, cattedra che fu del suo maestro, Giovanni Nencioni, il «principe della lingua italiana» scomparso il 3 maggio scorso e commemorato proprio ieri mattina nella sede dell’Accademia. «Lavorerò in continuità con i miei illustri predecessori – è stato il suo primo proposito – e soprattutto mi impegnerò per fare uscire l’Accademia della Crusca dalla precarietà economica in cui vive da anni». La stabilità economica dell’istituzione il cui nucleo originario risale agli anni tra il 1570 e il 1580, quando un gruppo di dotti fiorentini cominciò a riunirsi per trattare, in riunioni conviviali, temi di letteratura e di lingua, è il problema principale. «Le analoghe istituzioni, in Spagna, Francia, e Germania hanno risorse e personale incomparabilmente superiori a noi – ha detto la neopresidente ”. Ricordo che la Crusca ha soltanto cinque dipendenti. Per questo dobbiamo avere la possibilità di svolgere i nostri compiti e raggiungere gli obiettivi preposti con risorse e personale adeguati». L’altra priorità è «la definizione del nuovo statuto a cui lavoriamo da un anno e anche oggi discusso dal collegio accademico per renderlo ancora più adeguato alle esigenze della contemporaneità ». Cristina Taglietti