Il Messaggero 17 maggio 2008, RITA SALA, 17 maggio 2008
Italo Terzoli. Il Messaggero 17 maggio 2008 ITALO Terzoli se n’è andato a 84 anni, quattro giorni fa a Milano, nello stesso modo in cui è vissuto: senza chiasso
Italo Terzoli. Il Messaggero 17 maggio 2008 ITALO Terzoli se n’è andato a 84 anni, quattro giorni fa a Milano, nello stesso modo in cui è vissuto: senza chiasso. I funerali sono già avvenuti, sempre nella sua città. Nulla si era saputo della malattia che lo affliggeva da tempo; nulla di come, dopo i successi da scrittore e autore teatrale e televisivo (tanti in coppia con Enrico Vaime), avesse deciso di trascorrere la vecchiaia. Apparteneva a un tempo e ad una classe, questo schietto signore del Nord alla cui penna si associano titoli del periodo d’oro della ditta Garinei & Giovannini (da Felicibumta ad Accendiamo la lampada, a Pardon Monsieur Molière), che non contemplava la follia dell’immagine, l’obbligo di apparire. Trovare una sua fotografia è stato difficile, persino in morte. La conservava negli archivi del Sistina la fedele Franca Garofolini, collaboratrice di Garinei per stagioni e stagioni e nume tutelare della memoria della G&G. Sorridente, dignitoso, formale nella posa fotografica, Terzoli dev’essersi divertito un mondo a trasferire sulla scena e sullo schermo ”avventure avventurose” che nella sua Milano perbene, non si sarebbe (forse) azzardato a vivere. Dice Vaime: «Eravamo diversi per formazione e carattere, io romano e lui così milanese, tanto da soffrire di nostalgia quando era costretto nella capitale per lavoro, visto che i nostri committenti principali erano Garinei e Giovannini e la Rai. Un grande artigiano, un tecnico della scrittura per lo spettacolo: non aveva mai fatto altro. Più provveduto di me tecnicamente, finiva per essere l’uomo d’ordine del nostro piccolo gruppo, l’elemento che avvertiva i limiti e organizzava il lavoro». I due hanno lavorato insieme dal 1966 al 1993. Felicibumta, «l’ultima grande rivista, scritta per Bramieri, con l’orchestra dal vivo e un gran corpo di ballo» li avviò a produzioni di crescente prestigio. «Mediamente abbiamo confezionato dice ancora Vaime due lavori teatrali l’anno. Poi le serie, e gli spettacoli televisivi. Anche il nostro ultimo copione, Gli attori lo fanno sempre, è stato per Bramieri, che si era già scelto come partner di palcoscenico Gianfranco Jannuzzo». Autentico cultore dell’effervescenza e della leggerezza, Terzoli ha regalato a impresari e artisti la risata elegante, l’ironia garbata, la satira efficace ma sempre ascoltabile. Scrisse (firmando con Carlo Silva) per le sorelle Nava; mise a punto con Walter Chiari il famoso Sarchiapone; regalò fiabe intelligenti al talento caramellato di Wanda Osiris; nutrì la verve di Bramieri, di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. «Per Bramieri ricorda Vaime abbiamo lavorato più che per tutti gli altri, ma anche Enrico Montesano ha condiviso con noi dei bei successi». A metà dei Settanta, Terzoli firmò la sceneggiatura di tre film: Io tigro, tu tigri, egli tigra, Il marito in collegio e Una sera c’incontrammo. E quelli della Gialappa’s giurano: «E’ stato importante aver conosciuto, fra gli altri, uno come lui. Che decide di perdere un po’ del suo tempo per spiegarti i fondamentali». RITA SALA