Sandro Veronesi, La Gazzetta dello Sport 16/5/2008, 16 maggio 2008
8 e 1/2, La dolce vita e Amarcord di Federico Fellini, Roma città aperta e Germania anno zero di Roberto Rossellini, Ladri di biciclette e Sciuscià di Vittorio De Sica, La ricotta e Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, La grande guerra di Mario Monicelli, Il sorpasso di Dino Risi
8 e 1/2, La dolce vita e Amarcord di Federico Fellini, Roma città aperta e Germania anno zero di Roberto Rossellini, Ladri di biciclette e Sciuscià di Vittorio De Sica, La ricotta e Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, La grande guerra di Mario Monicelli, Il sorpasso di Dino Risi. Cos’ hanno in comune questi film italiani? Nulla, a parte il fatto d’ essere unanimemente considerati dei capolavori. Ecco, io credo che da oggi a questa lista bisognerà aggiungere <http://cartesio.rcs/Cartesio2/servlet/hiRCS2#hit5>Gomorra di Matteo Garrone. Sulla mafia Il film esce oggi, prudenza vorrebbe che ci si limitasse a dire che è un bel film, ma il fatto è che <http://cartesio.rcs/Cartesio2/servlet/hiRCS2#hit6>Gomorra non è un bel film: è di più, e lo è proprio perché il suo autore non ha usato, lui, nessuna prudenza, ed è andato oltre. andato oltre la grandezza del libro di Roberto Saviano da cui il film è tratto; è andato oltre il diktat tutto italiano di non fare mai film sulla mafia ma solo contro la mafia; è andato oltre l’ etica e l’ estetica, e ha messo al mondo questa bestia ruggente, poderosa, disperata, ipnotica e infantile che, appunto, può essere definita in un modo soltanto: un capolavoro. Andate a vederlo. Autopsie Alla fine non è nemmeno un film sulla camorra: è un’ opera d’ arte sulla paura. Fin dalla prima scena si prova una paura misteriosa, micidiale, madornale, che non si è mai provata prima, e che a me ha fatto tornare in mente le parole di un anatomopatologo palermitano conosciuto tanti anni fa: faceva le autopsie dei morti ammazzati, moltissimi dei quali erano giovani mafiosi, e mi rivelò di avere riscontrato su di essi una percentuale altissima, del tutto incongrua con le medie nazionali, di patologie cardiache gravi. In altre parole, quei ragazzi sarebbero morti giovani comunque. Mi disse che aveva anche capito il perché: la paura. Ecco, vedendo <http://cartesio.rcs/Cartesio2/servlet/hiRCS2#hit7>Gomorra ho avuto la sensazione di vivere dentro quei cuori spacciati dalla paura. Anzi, di più: per due ore ho avuto la pazzesca, sconvolgente sensazione di essere io quei cuori, di essere io l’ incubo che li sfonda, e di essere io il film: il viaggio più impietoso e sorprendente dentro me stesso che un film mi abbia mai fatto fare.