Il piccolo zar, Demetrio Volcic (Laterza 2008), 20 maggio 2008
Il piccolo zar. Capitolo I: Un uomo solo al comando Negli ultimi mesi della sua presidenza, Putin si rifiuta di assumere il ruolo di anatra zoppa, come si definisce un politico indebolito dall’imminente termine del suo mandato
Il piccolo zar. Capitolo I: Un uomo solo al comando Negli ultimi mesi della sua presidenza, Putin si rifiuta di assumere il ruolo di anatra zoppa, come si definisce un politico indebolito dall’imminente termine del suo mandato. Per tutta l’estate del 2007 amici e vassalli lo invitano a restare, a modificare la Costituzione, senza badare alle critiche dell’Occidente. Il settanta per cento dei russi, a lui favorevole, non se ne lamenterà. A fine ottobre in sessantamila tra scrittori, cineasti, pittori, artisti e intellettuali in genere firmano una petizione in cui chiedono a Putin di candidarsi per la terza volta e sperano che la loro notorietà sia anche garanzia per l’Occidente. Il primo firmatario è il regista Nikita Mikhalkov, vincitore del Leone Speciale per l’insieme dell’opera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2007. Il timore di perderlo suscita nel popolo russo una specie di paura irrazionale per l’ignoto: per questo, nei sondaggi dell’autunno 2007, la sua popolarità sale dal settanta all’ottanta per cento.[...] Del resto, la concentrazione del potere in una sola persona fa parte della storia russa. Alcune volte si sono visti due zar, due capi comunisti e, in ultimo, il duello tra Eltsin e Gorbacev, ma il dualismo al paese non è mai piaciuto. Piace, invece, l’icona di Putin che sta, lui solo, al potere. Separato dal suo popolo dalle mura e dal servizio di sicurezza, ma presente sui monitor delle televisioni.[...] Nella nuova Duma eletta il 2 dicembre 2007, il partito Russia Unita di Putin controlla trecento quindici seggi, una larga maggioranza che gli consente non soltanto di governare, ma anche di modificarela Costituzione con l’appoggio di due piccoli partiti satelliti. All’opposizione sono rimasti in pratica soltanto i comunisti di Gennadij Zjuganov, con cinquantasette seggi. L’Altra Russia, il partito dell’opposizione liberaldemocratica, sconta il suo scarso peso. Nell’estate 2007 ha fatto parlare di sè con qualche servizio televisivo. Per provocare scontri con la polizia bastano alcune decine di persone e se una di queste è l’ex campione mondiale di scacchi, Garri Kasparov, il gioco è fatto.[...] Kasparov ha adesso quarantacinque anni ed è un uomo benestante grazie anche al fatto che ha prestato la sua immagine a un’azienda americana che produce computer e programmi di scacchi. Ma in Russia ormai non si sente più del tutto sicuro: da quando ha avuto il sospetto di essere stato avvelenato, qualche tempo fa, non beve mai quando viaggia sugli aerei russi. Nel suo vorticoso spostarsi nelle varie città della Russia per tenere comizi, è stato minacciato, arrestato, multato perchè turbava l’ordine pubblico. Per questo ha mandato la moglie e la figlioletta di pochi mesi a New York.[...] Durante l’estate del 2007 Putin va in America e, nella casa di campagna della famiglia Bush, riceve un’accoglienza più che cordiale. Al vertice sono presenti due presidenti americani, il padre e il figlio. [...] I fine settimana privati, quasi intimi, come questo sono episodi marginali che riguardano più l’immagine che la sostanza. Ma talvolta l’immagine è sostanza. I rapporti americano-russi hanno raggiunto il punto più basso dell’ultimo decennio e qualcuno già mormora di una nuova fase della Guerra Fredda. In ogni caso, dopo poche ore di pesca, barbecue e colazioni sul prato, tutto si ridimensiona.[...] Putin propone di dotarsi di un comune scudo antimissile e di usare un radar già esistente in Azerbaigian; si eviterebbe così di costruire nuovi impianti in Europa orientale. [...] Il presidente americano definisce l’approccio di Putin "sincero, costruttivo, solido e molto nitido". [...] MA nelle settimane successive si riaccendono le polemiche sullo scudo e l’atmosfera, da calorosa, diventa nuovamente semifredda. Nella prima metà di ottobre del 2007 giunge a Mosca il presidente francese Nicolas Sarkozy. I due capi di Stato si trovano in sintonia, sembra si divertano a discutere, anche animatamente, rendendo partecipi i giornalisti [...]. Il padrone di casa guida la sua Mercedes, porta l’ospite nella dacia di Novo-Ogarevo e conversa con lui per ore[...]. Sarkozy, durante la campagna elettorale, aveva detto cose dure nei confronti dei russi, del loro comportamento in Cecenia, in Iran e nel campo dei diritti umani. A Mosca trova un Putin intelligente, assai informato di come vanno le cose nel mondo, molto lucido, con una chiara volontà e passo fermo. Nè Sarkozy nè altri se la sentiranno di porsi in passionale dissenso con lui, per quanto spinose potranno essere le questioni da affrontare in futuro, a cominciare dai sistemi antimissile fino al problema del nucleare in Iran, perchè esiste una certa comunanza professionale senza alcuna esaltazione o fanatismi ideologici. Nel luglio del 2007 Putin vola a Città del Guatemala dove si decide l’assegnazione dei giochi olimpici invernali del 2014. Che dire di Soci, un luogo di villeggiatura estiva sulle rive del mar Nero? I russi vogliono le Olimpiadi, arrivano allo stadio di Città del Guatemala con una pista di ghiaccio circondata da sessanta ragazze dalle gambe infinite, sulla quale si disputa una partita simbolica mentre le ballerine suonano la balalajka. Nella Casa Russia c’è caviale per tutti. L’assegnazione arriva inevitabile. La località di Soci è abbastanza nota già dai tempi dello zar, ma nessuno ha mai gettato più di uno sguardo sulle montagne là dietro. A Soci non si conoscono sciatori. Gli organizzatori, forti della copertura statale, investiranno undici miliardi di dollari nelle infrastrutture, forse anche dodici. Quale altro stato potrebbe iscrivere nel bilancio dei prossimi anni un impegno simile, già sapendo che la spesa complessiva sarà almeno il doppio? Nessuno osa, di fronte a questa gloriosa prospettiva, suggerire un diverso impiego dei soldi: basterebbero a rimettere a posto tutti gli ospedali del paese che sono quasi allo sfascio. Si rischierebbe l’accusa di populismo e sentimenti antinazionali. [...] I motivi che stanno alla base della determinazione di Putin nel volere le Olimpiadi non sono solo di ordine economico e di prestigio. Soci non è lontana dalla provincia ribelle dell’Abcasia che da anni si batte per staccarsi dalla Georgia ed entrare in Russia. La Georgia si sta legando all’America e alla Nato. Mosca fa il possibile per disturbare l’idillio e risponde con il mastodontico investimento olimpico. Tutti i disoccupati dell’Abcasia potranno essere assorbiti come forza lavoro. Sarà chiaro che è Mosca, e non Washington, a dare da mangiare ai poveri abcasi.[...] Ora la Russia dovrà dimostrare al mondo come si trasforma un luogo di villeggiatura balneare nella degna sede delle Olimpiadi invernali russe. [...] Sarà necessario reinventare l’intera città. Si è deciso anche di costruire un’isola davanti alla città. Si parla di una spesa di sei miliardi di dollari e una società olandese di architetti sta già preparando i progetti [...], sta sorgendo un nuovo centro finanziato dal capitale internazionale, con grande partecipazione degli arabi. Sono stati questi ultimi ad aver sfruttato per primi l’idea delle piattaforme per rubare al mare metri preziosi di superficie edificabile. Ora questa cooperazione tra i due principali fornitori di petrolio del mondo si farà più consistente.