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 2008  maggio 20 Martedì calendario

Il piccolo zar. Prologo: In poche parole Con il suo modello di democrazia controllata Putin vuole unire le diverse identità storiche della Russia

Il piccolo zar. Prologo: In poche parole Con il suo modello di democrazia controllata Putin vuole unire le diverse identità storiche della Russia. Lo si vede dai simboli che sceglie. Lo stemma ha il sapore zarista; la bandiera ricorda un breve periodo democratico; è stata ripresa la musica dell’inno sovietico ma le parole sono di un vecchio letterato, già autore dell’inno precedente; la bandiera rossa dell’esercito ricorda la seconda guerra mondiale, vinta sotto questo vessillo. Nel gennaio 2000 un grande giornalista, Vitalij Tretjakov, parlò per primo di upravljaemaja demokratija, della democrazia guidata. Il termine da allora è entrato nell’uso comune e la realtà sembra seguire la previsione. Come un maestro di scuola, Putin vuole educare i suoi concittadini e per farlo occorre che essi accettino la sua visione. Quando si sente incompreso appare amareggiato. Dispone di reti televisive con cento milioni di contatti giornalieri. La sua condotta in campo economico è un impasto di liberismo controllato. Pragmatico nella gestione della vita quotidiana, rispetto alle vicende del mondo si mostra flessibile ma vuole si sappia che la Russia persegue i suoi interessi nazionali da protagonista, come del resto fanno le altre potenze. Spesso una realtà mutevole, cangiante, strabocchevole è ridotta a due dimensioni e tutte le sfumature sono spinte ai margini. La stampa straniera presenta Putin e il suo principale nemico, l’oligarca Boris Berezovskij, come portatori di valori contrapposti in una battaglia tra il bene e il male. La storia sarebbe questa: Berezovskij raccomanda la promozione del giovane Putin al suo anziano amico presidente, Boris Eltsin. Quando quest’ultimo cede lo scettro a Putin, il successore ingrato caccia il benefattore, perchè sospetta di essere stato spinto in alto solo come mezza figura di passaggio. Da qui congiure, sospetti, tentativi di farsi del male, squalifiche. Berezovskij dall’esilio londinese coltiva pensieri di vendetta contro Putin. La vicenda è oscura, provoca vittime e anche una crisi nei rapporti diplomatici tra Mosca e Londra, nonchè forse qualche piccolo danno all’immagine di Putin. Si ripropone lo stesso interrogativo che si presenta in tutti i casi di strategia della tensione. Però, lo scenario di un Putin regista del terrorismo non persuade i suoi interlocutori internazionali. Infatti nessun vertice del 2007 è stato sospeso.