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 2008  maggio 18 Domenica calendario

Garinei segreto. La Repubblica 18 maggio 2008 Nella Roma stracciata ma viva del dopoguerra anche lo scantinato di una farmacia poteva diventare un punto di incontro per intellettuali, scrittori, giornalisti, sceneggiatori

Garinei segreto. La Repubblica 18 maggio 2008 Nella Roma stracciata ma viva del dopoguerra anche lo scantinato di una farmacia poteva diventare un punto di incontro per intellettuali, scrittori, giornalisti, sceneggiatori. Si facevano le ore piccole a parlare di progetti, di politica e di speranze. Con gli autori di satira - c´era anche Fellini magro e arruffato - ci si divertiva a fare le caricature degli uomini del potere. Era la farmacia Garinei, aperta 24 ore su 24, a San Silvestro, una piazza centrale, vicina alla sala stampa, ai giornali importanti dell´epoca, ai luoghi della politica, facile punto di passaggio, una happy hour d´altri tempi in cui si serviva rabarbaro e menta. Era lo spazio in cui negli anni Quaranta era cominciata l´intesa tra due cronisti sportivi, Pietro Garinei - la farmacia era del fratello Paolo - e Sandro Giovannini, che avrebbero dato vita alla coppia di autori più famosa e fertile del teatro italiano. «Nello scantinato nacque il giornale umoristico Cantachiaro, che poi diventò il loro primo spettacolo. Pietro e Sandro avevano lavorato insieme al Littoriale, il Corriere dello sport degli anni del fascismo. Pietro aveva fatto anche il vice del critico cinematografico, poi era passato allo sport, ma né lui né Sandro erano giornalisti tecnici, facevano interviste pazze ai calciatori, inventavano notizie finte, al Giro d´Italia mettevano in burletta i ciclisti e poi scrissero per la radio Giringiro. Le prime esperienze di spettacolo le fecero nell´Italia ancora divisa in due, in una delle riviste c´era Anna Magnani che cantava e recitava sotto il rigido controllo della censura degli alleati». I ricordi sono di Enzo Garinei, il minore dei tre fratelli Garinei, attore di cinema e di teatro, che si era iscritto alla facoltà di Farmacia «come Pietro e Paolo, ma avevo il pallino della recitazione e frequentavo il Cut, Centro universitario teatrale. Mi sono diplomato insieme a Mastroianni e a Ferzetti. L´unico ad occuparsi della farmacia che avevamo ereditato è stato Paolo». Enzo Garinei dirige da ventuno anni una scuola di teatro e da due anni, dalla morte di Pietro, ha ereditato la direzione del Sistina. Siede al posto del fratello, nel mitico ufficio bunker ricavato al piano rialzato del teatro, al grande tavolo dove lavoravano G&G e dove sono stati scritti spettacoli indimenticabili come Rinaldo in campo, Rugantino, Ciao Rudy, Alleluja brava gente, Aggiungi un posto a tavola, che hanno girato il mondo e continuano ad essere riproposti non solo in Italia. Il grande tavolo quadrato dove Garinei e Giovannini sedevano uno di fronte all´altro - i loro ritratti contrapposti e le macchine da scrivere, tra targhe, foto ufficiali, premi e riconoscimenti di ogni tipo, ne ricordano la presenza - occupa gran parte dell´ufficio, lasciando spazio solo per un divanetto vissuto alla parete opposta, soffocato da scaffali colmi di cartelle colorate, contenitori di documenti, raccolte di giornali. Alla stanza si accede da un altro locale affollato di memorie: locandine di tutti gli spettacoli in diverse lingue del mondo, decine di copioni in fila sugli scaffali ad ogni parete, lettere, biglietti, ancora targhe e stuatuette premio, ancora foto di personalità e di interpreti, da Pertini a Danny Kaye, da Ciampi a Totò. come un viaggio nello straordinaria vite della coppia, nel loro lavoro, negli incontri. «Qui tutto è rimasto com´era negli anni Sessanta. Dopo la morte di Sandro, Pietro ha voluto che tutto, gli oggetti, gli arredi, la sistemazione dei mobili, perfino le lampade e le tende, restassero come ai "loro" tempi. E dopo la sua morte, ho rispettato la sua volontà», dice Enzo Garinei Giovani e sfrontati, negli anni del fascismo Garinei e Giovannini subirono diverse volte gli strali della censura, che colpì anche Totò il quale in un loro spettacolino faceva una specie di Pulcinella e ironizzava sul fascismo parlando troppo di libertà. La censura intervenne anche all´indomani della Liberazione, nelle varie edizioni del Cantachiaro, e forse il momento più caldo fu a Milano, quando nella rivista Soffia so´ Alberto Sordi, imitando i balilla, provocò da parte di nostalgici del regime disordini di piazza sedati dall´intervento del sindaco Greppi. In seguito G&G si affermarono come autori di spettacoli di grande richiamo, con costumi e scenografie sontuose. «Pietro e Sandro hanno preso la gestione del Sistina nel 1960, ma già dal ”50 il teatro ospitava i loro spettacoli. Il primo era stato La bisarca, uno spettacolo per me particolarmente importante, perché in quell´occasione ho incontrato una ballerina viennese, che aveva studiato danza ed era venuta in Italia con la coreografa Ghisa Gert. L´Austria del dopoguerra era ancora più affamata e povera dell´Italia. Quella ballerina l´ho sposata nel 1951 e ancora stiamo insieme», racconta Enzo Garinei. Secondo lui, dopo il ”60, «con le grandi commedie musicali Sandro e Pietro non hanno più avuto problemi seri dai politici o dalla censura. Qualche timore c´era per gli spettacoli che scrivevano per la televisione. Ricordo un´edizione di Canzonissima, una delle più belle, c´erano Paolo Panelli, Bice Valori e Nino Manfredi che con il tormentone "Lo dico a segni" in realtà scherzava sull´allora presidente della Repubblica. Ma non ricordo reazioni negative da parte di Segni né dei politici democristiani spesso vittime dell´umorismo dei comici». Pur firmando insieme gli spettacoli, «era Pietro che si occupava di più della regia, Sandro faceva le sue osservazioni ma in genere erano d´accordo. La grandezza di Sandro era nei testi, era un grande paroliere, un poeta straordinario. Nel lavoro si compensavano», dice Enzo Garinei, svelando i retroscena di una crisi poco conosciuta: c´è stato un momento in cui la ditta ha rischiato di spezzarsi. «Perché in realtà erano due caratteri diversissimi, opposti. Sandro era molto più vivo, giocherellone, aperto, casinaro, si innamorava delle attrici, era più umano. Anche Pietro era umano, ma era molto più pignolo, rigoroso, aveva un´etica tutta sua, tanto che il fatto che io mi chiamassi Garinei per lui era un grosso peso quando doveva scegliermi come attore. Era Sandro che lo spingeva, diceva: "C´è un personaggio perfetto per Enzo, prendiamolo". Ma guai a chiedergli 60 lire in più. "Tu sei uno come gli altri, qui non ci sono privilegi per nessuno", mi diceva severo. Non a caso, al di fuori del teatro, G&G vivevano vite separate. Erano diversi i nuclei famigliari, Pietro e la moglie Gabriella non hanno avuto figli, Sandro e la moglie Elena di figli ne avevano tre. Non si vedevano spesso fuori dal lavoro, non hanno mai fatto vacanze in comune. Insieme andavano solo alle partite di calcio o a seguire i campionati del mondo. Tutte queste differenze, sopite, taciute, hanno creato una serie di tensioni represse che a un certo punto sono esplose senza un motivo scatenante. Erano arrivate al limite, si parlò di una scissione, addirittura si pensava chi poteva sostituire l´uno o l´altro». La crisi arrivò negli anni Settanta, al tempo di Alleluja brava gente. I due andavano in ufficio ma evitavano di rivolgersi la parola ed era la signora Franca, la segretaria che stava con loro dagli inizi ed è ancora al Sistina con Enzo Garinei, che doveva fare da tramite e cercare di smussare i toni. «I pochi amici al corrente della crisi sono intervenuti per portare pace, mio fratello Paolo è stato quello che più si è speso per evitare la scissione. E finalmente ci è riuscito. Dopo la morte di Giovannini nel 1977, tutti gli spettacoli di Pietro sono stati dedicati a Sandro. Il momento di crisi non aveva cancellato il valore di un´intesa artistica profonda, rara, irripetibile. Come diceva mio fratello, non ci sarebbe stato Pietro senza Sandro. E viceversa». MARIA PIA FUSCO