Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  maggio 17 Sabato calendario

Nel libro Bolwing Up Russia Felshtinsky riporta integralmente un lungo colloquio avuto con il tenente colonnello Aleksandr Litvinenko

Nel libro Bolwing Up Russia Felshtinsky riporta integralmente un lungo colloquio avuto con il tenente colonnello Aleksandr Litvinenko. I due arrivano alla conclusione che, dietro una cortina fumogena di democrazia, la Russia rimanga uno Stato totalitario e un potenziale pericolo per gli equilibri internazionali. E’ una tesi che una parte dell’opinione pubblcia americana e alcuni ambiente della destra europea da sempre sostengono. Felshtinsky racconta che Litvinenko, un anno prima della salita al potere di Putin, ha ricevuto un ordine dai propri capi: gli è stato chiesto di uccidere Boris Berezovskij, che in quel momento era segretario esecutivo della Comunità degli Stati indipendenti, quindi persona molto vicina al presidente Eltsin. Alla domanda su chi avesse preso la decisione, Litvinenko avrebbe risposto che l’ordine era partito da alcuni generali dell’ex Kgb. Litvinenko ha informato Berezovskij dei piani orditi contro di lui e in seguito li ha dati in pasto all’opinione pubblica durante una conferenza stampa. La denuncia gli costerà parecchio: dopo molte difficoltà, arresti e fughe trova rifugio a Londra. Litvinenko denuncia, più o meno direttamente, anche il loro capo supremo, Putin. pare abbia detto a Felshtinsky: "Lo sento. Ammazzerà anche tutti noi. Si fidi di me. So quello che dico".