La Repubblica 15 maggio 2008, ARTURO ZAMPAGLIONE, 15 maggio 2008
L’orso polare e l’allarme clima. La Repubblica 15 maggio 2008 NEW YORK - Il riscaldamento globale minaccia l’orso polare
L’orso polare e l’allarme clima. La Repubblica 15 maggio 2008 NEW YORK - Il riscaldamento globale minaccia l’orso polare. E gli Stati Uniti inseriscono la specie fra quelle a rischio di estinzione e dunque protette. una vera e propria svolta ambientalista, quella annunciata ieri dal ministro dell’interno Dirk Kempthorne: in passato non era mai accaduto, infatti, che la legge sulla tutela di animali che rischiano di estinguersi venisse utilizzata dall’America per contrastare l’impatto dei cambiamenti climatici, spesso minimizzati da Bush e dalla sua amministrazione. Dei 20-25mila orsi polari che oggi vivono tra i ghiacci artici, nutrendosi di foche e alimentando l´immaginazione dei ragazzi di tutto il mondo, due terzi rischiano di scomparire entro mezzo secolo. La ragione? Il «global warming», il riscaldamento del pianeta, che sta portando a una drastica riduzione della superficie ghiacciata. Di qui la decisione del governo americano che ieri, cedendo alle pressioni degli ambientalisti, ha iscritto l´Ursus maritimus, cioè l´orso polare (o bianco), nella lista degli animali in pericolo di estinzione. E´ la prima volta che gli Stati Uniti utilizzano l´Endangered species act, cioè la legge-quadro degli anni settanta, per proteggere una specie dal «global warming». E siccome la decisione porrà nuovi ostacoli alle trivellazioni nella tundra dell´Alaska, proprio in un momento in cui il barile è alle stelle, è stata subito criticata da gruppi petroliferi e da associazioni ideologicamente vicine alla Casa Bianca di George W. Bush che vogliono estendere la produzione nazionale di greggio. D´altra parte lo studio commissionato più di un anno fa da Dirk Kempthorne, il ministro degli interni che ha competenza sulle questioni ambientali, non lasciava alcun dubbio: il ghiaccio dell´artico si sta sciogliendo, entro il 2050 si ridurrà del 30 per cento, privando gli orsi polari di un habitat essenziale. E´ lì, infatti, sulle superfici di acqua ghiacciata che i grossi animali dal pelo bianco, vanno a caccia di foche, che sono essenziali per la loro alimentazione e la loro sopravvivenza. Nell´acqua le foche possono scappare perché nuotano più veloci; sul ghiaccio diventano una facile preda. «L´iscrizione degli orsi polari nella lista degli animali protetti non fermerà il riscaldamento del pianeta né eviterà lo scioglimento dei ghiacci», ha detto ieri il ministro Kempthorne, mettendo le mani avanti. Il governo americano, infatti, non vuole che la decisione sia strumentalizzata per imporre una riduzione dei gas che provocano l´effetto serra o, più in generale, per rivoluzionare le politiche ambientali. Il ministero si limiterà a una serie di atti amministrativi per proteggere gli orsi e limitare alcuni effetti dei programmi energetici. Gli ambientalisti hanno una posizione diversa. Per loro è una grande vittoria: da tempo si battevano per una svolta del genere e, siccome il governo di Washington tentennava, avevano già avviato una causa giudiziaria. E non solo ricordano che questo ritardo è stato strumentale, consentendo alle società petrolifere di ricevere alcune commesse nella zone a rischio tra l´Alaska e la Siberia, ma promettono di continuare la battaglia fino in fondo. Arturo Zampaglione