varie, 16 maggio 2008
Maria Clara P. di anni 16. Fiorentina, figlia unica, malata di diabete mellito, in cura dal luglio scorso al centro specializzato dell’ospedale Meyer, ogni giorno doveva farsi quattro o cinque punture d’insulina e quella schiavitù non la sopportava
Maria Clara P. di anni 16. Fiorentina, figlia unica, malata di diabete mellito, in cura dal luglio scorso al centro specializzato dell’ospedale Meyer, ogni giorno doveva farsi quattro o cinque punture d’insulina e quella schiavitù non la sopportava. I genitori allora, in cerca di una terapia che non stressasse la figliola, chiedendo qua e là all’inizio di maggio arrivarono a contattare una Marjorie Randolph detta Maja, 66 anni, americana con studio a Udine e Milano, che si diceva professionista di medicina ayurvedica e chiedeva 50 euro a visita ma avendo solo una laurea in filosofia non era iscritta all’albo dei medici. Costei al posto del farmaco salvavita le prescrisse vitamine C ed E in quantità, si andò avanti così per tredici giorni finché la ragazza domenica scorsa perse conoscenza, allora i genitori telefonarono subito alla Randolph, lei gli disse «è tutto normale, sono gli effetti della terapia, e suggerì: «Massagiatele la pancia». Siccome Maria Clara aveva la glicemia alle stelle i suoi dissero che forse era il caso di iniettarle l’insulina, ma l’americana lo vietò: «Categoricamente no, rallenta l’effetto della cura». Con il passare delle ore Clara tuttavia non si riprendeva, allora il padre le fece la respirazione bocca a bocca e poi chiamò l’ambulanza: la figlia arrivò in ospedale già in coma, per arresto cardiocircolatorio provocato dall’interruzione della terapia insulinica (la Randolph è stata accusata di omicidio volontario ed esercizio abusivo della professione medica). Serata di martedì 13 maggio a Firenze.