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 2008  maggio 14 Mercoledì calendario

Francia peggiore in Europa. LiberoMercato 14 maggio 2008 Settimi nel Tax misery index. Tra il 2007 e il 2008 numerosi Paesi hanno messo mano a una riduzione dell’imposizione fiscale per attrarre capitali e rimettere in moto i consumi

Francia peggiore in Europa. LiberoMercato 14 maggio 2008 Settimi nel Tax misery index. Tra il 2007 e il 2008 numerosi Paesi hanno messo mano a una riduzione dell’imposizione fiscale per attrarre capitali e rimettere in moto i consumi. Il monito è stato più e più volte dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in risposta agli ultimi dati preoccupanti sul trend di recessione della congiuntura europea. A riaccendere gli animi dei sotenitori di una politica di riduzione fiscale è arrivata nei giorni scorsi la classifica aggiornata all’anno in corso relativa ai Paesi più tassati dal fisco. Tra i primi dieci, ben otto appartengono al Vecchio continente. Strano a dirsi, per una voltala pecora nera del Vecchio continente non è stata l’Italia. Lo scettro di paese più gravato dalle imposte se l’è invece conquistato, per il sesto anno consecutivo, la Francia. Secondo il Tax misery index redatto da Forbes che prende in considerazione tutte le tasse che gravano su un paese (dalle imposte societarie a quelle personali, dai ticket sanitari ai contributi previdenziali per finire con l’Iva), la Francia avrebbe toccato quest’anno il livello 166,8 così composto: 34,4% di tassa sulle persone giuridiche, 51% sulla persona fisica, 1,8% per la tassa sulla salute, 45% per i contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, 15% per quelli di pertinenza del dipendente e 19,6% per l’imposta sul valore aggiunto. Al secondo posto troviamo l’Olanda con un punteggio di 157. Vengono poi il Belgio (156,4), la Svezia (153,4), la Cina (152), l’Austria (144,5) e in settima posizione l’Italia (143,5), con un miglioramento di 4,5 punti sull’anno precedente. Nonostante il leggero miglioramento alla tassa sull’impresa che è scesa al 32,4%, la voce che ha pesato maggiormente sul bilancio fiscale del Belpaese è stata quella relativa alla tassazione del reddito personale (45,2%), inferiore soltaanto a Paesi come la Svezia e la Danimarca. Il resto rientra più o meno nella norma europea: 45,2% la somma dei contributi previdenziali, 0,7% la tassa sulla salute e 20% per l’Iva. Ma l’Italia non può certo sentirsi isolata all’interno di questa top ten dei paesi più tartassati dal fisco. Distanti, invece, tutti i maggiori protagonisti della crescita economica mondiale: 29esima la Germania, 26esimo il regno Unito e addirittura 45esimi gli Stati Uniti, intesi come media della tassazione presente all’interno del paese. Ma c’è addirittura chi è riuscito a fare meglio. questo il caso della Russia dove Putin, grazie a una forte manovra restrittiva sul fronte fiscale, è riuscito a posizionare il paese addirittura al 52esimo posto della classifica con un misery index (81) che è la metà rispetto a quello francese. Nonostante l’ottima performance della Russia, la palma d’oro del paradiso fiscale non poteva che andare, come di consueto, al paese meno tassato al mondo: gli Emirati Arabi Uniti. All’ombra delle palme di Dubai, infatti, non soltanto non esistono Iva, imposta sui redditi e tassa sulla salute, ma i contributi previdenziali a carico del datore di lavoro non superano il 13% dello stipendio mentre quelli di competenza del dipendente arrivano a mala pena al 5%. La Bulgaria migliora ogni anno, mentre è da segnalare il primato della Macedonia, che si posiziona al 61esimo posto su 66 Paesi presi in considerazione. Il piccolo Paese, al riparo dalle intemperanze balcaniche grazie alla protezione americana, scalda l’economia in attesa di entrare nella Ue.