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 2008  maggio 10 Sabato calendario

Gli inventori di scuole. Io donna 10 maggio 2008 Nella piccola città di Foley, Alabama, l’esperimento è questo: i maschi da una parte, le femmine dall’altra

Gli inventori di scuole. Io donna 10 maggio 2008 Nella piccola città di Foley, Alabama, l’esperimento è questo: i maschi da una parte, le femmine dall’altra. un’idea di Leonard Sax, un dottore locale trasformatosi in pedagogo: «Per salvare la nostra gioventù dobbiamo separarla. Le ragazze imparano diversamente dai ragazzi, tenerli vicini danneggia». Sostiene che a 13 anni un bambino può disegnare usando solo sei colori per volta (perlopiù toni spenti), mentre a una bambina deve essere permesso di dipingere con quanti più colori vivaci abbia voglia. Dice che porterà la sua proposta a Washington per trasformare la scuola americana. possibile che proponga di sbattere gli "asini" dietro la lavagna. Matthew Israel invece a Washington un sacco di amici ce li ha già: non si spiega altrimenti il fatto che da venti anni gestisca una scuola molto particolare, a tre ore di macchina da New York. Si chiama Rotenberg center, accoglie ragazzini con problemi disciplinari e una vivacità superiore alla media. Il metodo Israel consiste nell’usare elettroshock per "curare" l’impeto del soggetto. I più birichini girano giorno e notte con addosso uno zaino carico di batterie, ed elettrodi sparsi ovunque sul corpo. A ogni marachella, corrisponde una scossa di due secondi. «Fa lo stesso effetto del pungiglione di un’ape. Niente di grave» asserisce Israel. Dal 1990 a oggi, nel Rotenberg center (che riceve soldi dallo Stato e al momento si occupa di 234 studenti) sei bambini sono morti causa maltrattamento. I due esempi citati riguardano un fenomeno in crescita negli Stati Uniti: le charter school. Sono scuole speciali che operano totalmente svincolate dal sistema pubblico, per rispondere a un’esigenza specifica o a un interesse particolare. Si va dal bisogno di recuperare studenti con problemi di apprendimento, e quindi svantaggiati dalla scuola pubblica normale, fino a ragazzi che sono turbolenti oltre il tollerabile secondo i rispettivi genitori. La licenza per aprire una charter school, e di conseguenza anche la sovvenzione pubblica indispensabile, viene assegnata solo a condizione che si producano risultati superiori alla media statale. una fase nuova dell’educazione americana: la prima charter school ha inaugurato in Minnesota alla fine negli anni Ottanta. La seconda è apparsa in California nel 1992. Servono lobby efficaci e un’idea pedagogica forte. Quando Albert Shanker, il presidente della federazione degli insegnanti, varò il progetto delle charter, pose come condizione che esse si identificassero con sistemi pedagogici innovativi, rivoluzionari. La definitiva consacrazione delle charter school è avvenuta con il piano di George W. Bush "No child left behind". Nessun bambino verrà dimenticato, ovvero milioni di dollari profusi per alimentare un settore privato sostenuto con soldi pubblici. Strategia voluta da Bush, per combattere il potere del sindacato insegnanti a lui indigesto. Così, quando il preside di una scuola media di Manhattan alcune settimane fa ha annunciato pubblicamente che avrebbe pagato i suoi professori quanto un medio professionista del baseball, tutto il mondo s’è girato a guardare: 150 mila dollari di stipendio (bonus inclusi) per un professore di scuola inferiore in America è fantascienza. Anzi, no, è una charter school. Lui si chiama Zeke M. Vanderhoek, ha 31 anni e le idee molto chiare: «Preferisco creare classi molto più numerose della media, anche trenta studenti, e dotarle di un insegnante fenomenale, piuttosto che dividerle in gruppi più piccoli affidati a un maestro mediocre». Il paese deve essere pieno di "fenomeni", perché Vanderhoek non ha un minuto libero da oggi al 31 maggio: ogni giorno incontra aspiranti a quel posto provenienti da ogni parte d’America. Sono uomini e donne emigrate a Manhattan non certo abbagliate dal progetto pedagogico, quanto dal montepremi finale. Leticia Valdez, 34 anni, due figli, insegna in Lousiana per 33 mila dollari lordi l’anno. Ammette: «Non so se ho i requisiti giusti, ma questa è un’occasione troppo grande per non provarci. Ti può cambiare la vita». Le linee didattiche dell’Equity project, questo il nome della scuola che nasce non lontano dalla Columbia University, sono semplici: selezionare i ragazzi nell’area attorno a New York con problemi di apprendimento, affidarli alla guida di un insegnante che riporti la pedagogia al centro dell’educazione. I soldi investiti nelle risorse umane, piuttosto che nell’acquisto di computer o altri "inutili" palliativi. L’obiettivo è quello di creare una struttura per 480 ragazzi e circa trenta insegnanti. Per tutti gli studenti sarà obbligatorio seguire lezioni di musica e latino. Nella domanda di assunzione, il candidato, oltre a doversi preparare a una sorta di Champions League di prove scritte, orali, discorsi di fronte al pubblico, dimostrazioni di parlantina fluida e scioglilingua vari, deve presentare almeno un testo pubblicato, magari anche un ritaglio di giornale, qualcosa che dimostri la credibilità del proprio lavoro. E questo dovrebbe scremare il campo di parecchio. ancora presto per capire quale effetto potrà avere in America l’esperimento newyorchese, ma non manca certo la curiosità e in qualche caso anche le perplessità relative all’Equity project. Randi Weingerten, presidente dell’Associazione nazionale degli insegnanti, vede il lato positivo: «Pagare bene un maestro è un atto importante che lancia un messaggio chiaro al resto del paese. Spero che costituisca una tendenza in un momento storico in cui l’educazione non deve essere, come dovrebbe, una priorità. Certo, gli insegnanti delle charter school non fanno parte del sindacato, e questo li rende molto deboli di fronte a un preside: come si fa a discutere una linea pedagogica, quando sei pagato così tanto?». Vanderhoek non pare preoccupato: «L’idea di base è fare il bene degli studenti. Stiamo realizzando qualcosa di mai tentato prima. Ci saranno aggiustamenti da apportare, ma quando si lavora tra professionisti di alto livello, i problemi si risolvono in fretta. E uno stipendio del genere è sinonimo di massima professionalità». Ci vorranno un paio d’anni almeno per valutare i frutti di questo esperimento. Bisogna però ricordare una cosa: l’idea che le charter school, libere da legacci sindacali e regole didattiche, possano fornire performance migliori, è tutt’altro che assodata. Anzi. Secondo stime del 2005, sotto il controllo del programma "No child left behind", solo il 25 per cento degli studenti delle charter school sono considerati sufficienti nelle materie guida: lettura e matematica. La percentuale nelle scuole pubbliche tradizionali sfiora il 35 per cento. Dopo il 2005 non è stato effettuato altro rilevamento. Eppure il numero è in aumento: da 89 che erano dieci anni fa, oggi sono tremila, su un totale di ottantamila scuole pubbliche, e seguono circa seicentomila ragazzi. Un piccolo esercito. Hanno garantito loro che non verranno mai lasciati indietro. presto per dire se, strapagando i loro professori, si potrà mantenere quella promessa. Ma certo, è meglio dell’elettroshock. Riccardo Romani