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 2008  maggio 15 Giovedì calendario

Ho letto stamattina le ”5 domande e 5 risposte” in merito alla proposta fatta dal neoministro Brunetta, di licenziare i dipendenti pubblici ”fannulloni”

Ho letto stamattina le ”5 domande e 5 risposte” in merito alla proposta fatta dal neoministro Brunetta, di licenziare i dipendenti pubblici ”fannulloni”. Brunetta parla anche di cassa integrazione per la P.A. Ma io sono rimasto colpito dalla quarta domanda e dalla relativa risposta, e, in particolare all’accenno al medico fiscale. Leggo infatti questa frase: ’Oggi il medico fiscale è scelto dal lavoratore. Perché non farlo scegliere, invece, dall’azienda?” Io sono stato per 42 anni dipendente pubblico (Ministero Istruzione) e, per il ruolo rivestito, mi sono dovuto interessare direttamente anche alle assenze del personale e alle domande di effettuazione delle visite fiscali. Bene. La conoscenza che ho fatto dei CCNL del settore scuola e di alcuni altri contratti pubblici, per i compiti che nell’arco della mia vita mi sono stati affidati (Assemblea ULSS e amministrazione ospedaliera), mi permettono di ritenere non veritiera l’affermazione che ho letto. Infatti, la visita medica di controllo (la c.d. visita fiscale) veniva effettuata dall’Ufficiale Sanitario, o dal medico indicato dall’Ufficio del Medico Provinciale fino a che la legge 833/1978 non ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e le ULSS, divenute successivamente ASL. A questa struttura pubblica si faceva (e tuttora si fa) ricorso per ottenere – in orari prestabiliti - le visite fiscali a carico dei pubblici dipendenti i quali, se vogliono, possono farsi assistere dal proprio medico di famiglia o da uno specialista. Sarei, comunque, curioso di sapere se per qualche contratto pubblico il dipendente si possa scegliere, oltre che il ”medico di famiglia”, anche il medico ”fiscale” come scritto nel servizio cui mi riferisco. Con stima, andrea muraro – cavazzale (vi) info: muraro37@interfree.it