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 2008  maggio 12 Lunedì calendario

”L’

ingresso nello stadio non è le colonne d’ Ercole. Lì non finisce il mondo. Guardando al di là, non si rischia di sprofondare nel vuoto, ma solo di scoprire che il limite non era fuori, ma dentro di noi.” (Claudio Baglioni, Cantastorie, prefazione di Walter Veltroni, Einaudi, 2005). Il limite che più di tutti spaventa un cantante che si esibisce dal vivo - la paura del pubblico - Baglioni l’ ha superato brillantemente in occasione del concerto allo stadio Flaminio di Roma del 1991, con la sua rivoluzione tecnica di mettere il palco al centro (mai nessuno prima aveva avuto il coraggio di esporsi così al pubblico, a 360°!) e da allora non ha più abbandonato questa scelta stilistica nelle tournee nei palasport e negli stadi degli anni successivi. ”Mettere il palco al centro è come entrare negli spazi dove si svolgono gli spettacoli, e approfittare della loro strutturazione. Uno stadio e un palasport sono stati costruiti come delle arene, dove tutto quello che accade è al centro; un giorno mi sono accorto che volendo sistemare il palco di lato, in posizione teatrale, le persone si sedevano in maniera quasi scomposta, difficile sui seggiolini che invece erano orientati verso il centro. Da lì ho iniziato a capire che anche noi che facevamo uno spettacolo, non sportivo ma artistico-musicale, dovevamo impegnarci ad occupare questo spazio centrale.” (intervista a Claudio Baglioni, Tutto in un abbraccio, dvd 2004)
Sempre su questa linea è il tour degli stadi del 2003, a seguito dell’ uscita dell’ album ”Sono io” (già disco di platino con oltre 150.000 copie vendute dopo soli sette giorni dall’uscita), innovativo per grandiosità, una sorta di grande musical moderno con costumi, danze, acrobati, sorprese, 300 performers, diversi di città in città, reclutati fra la gente del posto. Qui il palco è concepito come un ”ponte”, inteso come ”strada, percorso, itinerario, momento di passaggio che anche noi stiamo vivendo: tutti noi siamo sopra un ponte, lo stiamo percorrendo, attraversando, ma non siamo ancora arrivati dall’ altra parte: non siamo più quelli che eravamo una volta, né siamo già quello che saremo un giorno. […] Il ponte non è di nessuno, non è di una riva, né di un’ altra, ma il ponte è l’ unica cosa che ci può far sbarcare verso un’ altra riva, un’ altra storia, un’ altra vita”. (Ibidem).
Ogni limite che paralizzerebbe gli altri artisti per Baglioni diventa invece una sfida: e così il tour ”Incanto - tra pianoforte e voce” del 2001 ha luogo nei maggiori templi della lirica italiani, alcuni dei quali si aprono per la prima volta ad un evento di musica leggera, come il San Carlo di Napoli; il tour Cercando del 2004 si svolge in siti d’arte e aree dimesse o degradate d’Italia, riuscendo a portare la musica in luoghi dove difficilmente sarebbe mai arrivata.
Anche il Tour Crescendo del 2003-2004 rappresenta un’ altra innovazione scenica, grande prova di ingegneria musicale e fantasia architettonica per il neolaureato cantautore romano, alle prese con tre palchi disposti su tre diversi livelli d’ altezza, che uno alla volta scendono dall’alto e si poggiano su quelli sottostanti: una sorta di balletto di piani orizzontali molto elegante nella sua semplicità, ma ingegnoso, il tutto per rappresentare i piani di una casa. ”"Crescendo" racconta la costruzione di una carriera. L’ architettura del palco, sempre centrale rispetto al pubblico, sul parterre dei Palasport, cresce in funzione dei momenti della mia vita artistica, dalle cantine con un piccolo gruppo e molte speranze, fino alle terrazze, sul tetto per il volo verso le stelle e cioè il vero show, grande palco grandi spazi.” (Mario Luzzatto Fegiz, Corriere della Sera, 11/11/2003 ). Le acrobazie fra un palco e l’ altro gli sono costate pure una caduta durante una tappa del tour, una gran botta e una quindicina di punti di sutura alla gamba sinistra. (Ma non è nuovo a questo tipo di infortuni, episodio simile anche durante il "tour rosso", senza gravi conseguenze).
Una parola sulla sua passione per gli inni sportivi: ”Acqua nell’ acqua” sigla della VII edizione dei mondiali di nuoto nel 1994; ”Da me a te” composta in occasione del centenario della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) nel 1998, ”Va’” inno ufficiale delle olimpiadi invernali di Torino 2006.