Al.Ar., Corriere della Sera 12/5/2008, 12 maggio 2008
Quando Lia è entrata nella sua vita, nove anni fa, la sua vita attraversava uno di quei momenti dai quali sei convinto di non riuscire ad uscire vivo
Quando Lia è entrata nella sua vita, nove anni fa, la sua vita attraversava uno di quei momenti dai quali sei convinto di non riuscire ad uscire vivo. Cinzia Leone non ha dubbi. «Vivevo nel pieno di attacchi di panico, avevo un’anoressia in corso ed istinti suicidi », racconta adesso la brava attrice romana ricordando quei giorni con un sorriso sulle labbra. Finalmente. E grazie a Lia. «Erano giorni durante i quali stavo vivendo l’oggettivizzazione della tragedia che avevo vissuto a 32 anni: le mie due emorragie cerebrali. Erano giorni davvero terribili ». E quando Lia è entrata nella sua vita, Cinzia Leone non sapeva ancora che il miglior medico può entrarti in casa avendo le sembianze di un bassottino elegante e dallo sguardo vivace. Racconta ora: «Già soltanto la presenza di Lia nella mia casa è stata fondamentale. Il primo fondamentale passo. Dovevo garantirle la sua vita da cane. Cioè sfamarla, accudirla. E, soprattutto, ero costretta a portarla fuori, al parco, almeno un’ora al giorno, quando non avrei voluto nemmeno alzarmi dal letto». E’ cominciata così. Anzi: anche molto meglio. Perché è proprio il modo con cui quel bassottino ha messo piede nella vita di Cinzia Leone che si annunciava di buon auspicio: «Lia faceva parte di una cucciolata di amici ed erano tutti cuccioli di razza. I miei amici, però, non li volevano vedere quei cuccioli: li cedevano piuttosto in cambio di un’offerta che sarebbe servita per comprare cibo e medicine per i bambini dell’India. Ho capito che quella cagnetta doveva essere mia». Non si sono mai più separate Cinzia e Lia. Nel senso letterale del termine. «Lia è stata insieme con me in tutti i posti dal ristorante al lavoro. E’ molto vivace la mia bassottina, ma quando la porto al lavoro o in altri posti dove capisce che deve stare ferma, sta buona buona e non si fa sentire. E’ immobile ». Ma Cinzia Leone ha fatto anche di più per ricompensare Lia delle sua magnifiche capacità terapeutiche. «Le ho dato persino una parte anche in un mio spettacolo teatrale », racconta l’esuberante attrice. Lei già amava i cani prima dell’arrivo della sua Lia, ma adesso ne ha scoperto il profondo valore terapeutico: non ha più attacchi di panico, nè anoressia nè tantomeno qui momenti bui bui che ti fanno intravedere la morte. «E ho capito perchè Lia mi ha fatto così bene», dice Cinzia Leone. E spiega: «Attraverso di lei posso guardare la vita senza paura. Perché è il cane che ha uno sguardo sulla vita che non fa paura. Per questo riesco a capire bene come i cani possano essere di aiuto anche ai bambini autistici: sono le loro mediazioni contro le paure, le fobie. Li aiutano ad uscire dal loro mondo chiuso e isolato». E’ certa Cinzia Leone: è Lia la vera compagna della sua vita. «Non le voglio soltanto un bene dell’anima. E’ che ogni tanto mi scopro a guardarla con ammirazione. E non resisto a dirle: "Io ti stimo". E mica scherzo». Al.Ar. Cinzia Leone