Vera Schiavazzi, Corriere della Sera 9/5/2008, 9 maggio 2008
TORINO
Anno: 1962. Cantante: Claudio Villa. Titolo: «Furibondo twist». Autrici: Mercedes e Paola Bresso. La presidente della Regione Piemonte ha rivelato oggi ai microfoni di Radio Dj un passato musicale davvero insospettabile. «Ero una giovane studentessa – racconta Bresso – e militavo nel fan club del Reuccio, che conosceva già me e mia sorella come ammiratrici e ci aveva invitate al Festival di Sanremo, la nostra città d’origine. Un pomeriggio, a Torino, eravamo appena andate a curiosare negli studi della Cetra, in una piazza del centro dove si vendevano anche i dischi quando ci accorgemmo che il nostro idolo era lì per una registrazione. Villa ci riconobbe, ci salutò e ci raccontò il suo dramma del momento: "Devo finire subito il lavoro per un nuovo disco perché tra poche ore parto, ma manca un testo che dovevano mandarmi… Voi due sareste capaci di scriverlo?"». Detto e fatto, le due ragazze di Sanremo trapiantate a Torino si precipitano a casa con la musica e i numeri necessari a collocare gli accenti tonici nei posti giusti, e si mettono all’opera. Nasce così «Furibondo twist», storia di una donna protofemminista e di un partner remissivo e accomodante, che è disposto a obbedire in tutto e per tutto alla sua innamorata a condizione che lei gli conceda una notte di danze scatenate, furibonde, appunto. Mercedes e Paola (di due anni più giovane, oggi docente di storia all’università) tornano di corsa alla Cetra e propongono i loro sforzi al famoso cantante, che li approva sui due piedi e registra la canzone, riportando correttamente i loro nomi come autrici. « stata un’avventura senza seguito, ma alquanto emozionante – racconta ora l’esponente del Pd ”. I favolosi anni Sessanta non sembravano così scintillanti a due ragazze come noi, con una madre severa che non voleva lasciarci uscire e non ci consentiva di mettere i pantaloni, in una Torino che allora appariva nera e tetra… Solo d’estate, a Sanremo con la nonna, c’era un po’ più di libertà». I ricordi continuano: «Quella di allora era una società codina, conservatrice… Solo col ’68, con certi libri e certe battaglie per i diritti civili le cose sono cambiate».
Ora Bresso sta per fare i suoi esordi come scrittrice, con un giallo ambientato nelle Langhe tra i trifolau, i cercatori di tartufo. Il romanzo è pronto: «L’ho scritto tra le 7 e le 8.30 del mattino, come passione personale da coltivare prima del lavoro, e al computer, naturalmente, anche perché la mia scrittura è così brutta che non sarei in grado di riconoscerla a poche ore di distanza! A quell’ora le parole e le idee creative vengono più facilmente… Ora sono alla ricerca di un editore e ho già scelto un’immagine per la copertina che mi piacerebbe molto, si vede la Rocca di Barbaresco nella notte e un cercatore con il suo cane: è realistica, perché in effetti i tartufi si trovano quando è ancora buio, ma anche inquietante, come dev’essere un giallo».
Vera Schiavazzi