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 2008  maggio 01 Giovedì calendario

Strade intelligenti. Nòva 1 maggio 2008 «Strade? Dove andiamo non abbiamo bisogno di strade». L’interpretazione futuribile della mobilità che il regista Robert Zemeckis fa pronunciare negli anni Ottanta a un protagonista di «Ritorno al Futuro» ha poco a che fare con la realtà

Strade intelligenti. Nòva 1 maggio 2008 «Strade? Dove andiamo non abbiamo bisogno di strade». L’interpretazione futuribile della mobilità che il regista Robert Zemeckis fa pronunciare negli anni Ottanta a un protagonista di «Ritorno al Futuro» ha poco a che fare con la realtà. Al contrario di quella più pragmatica di Claude Van Rooten, presidente del Fehrl, centro di ricerca europeo sulla pianificazione autostradale, che afferma: «Lo sviluppo delle ferrovie non basterà ad assorbire l’enorme richiesta di mobilità degli europei. Così, almeno per il momento, non ci resta che costruire altre strade e rendere migliori quelle che abbiamo». I fatti sono questi: oggi gli europei si spostano per il 76% in auto e nel 2020 la percentuale sarà, secondo stime comunitarie, praticamente identica. La percentuale del trasporto merci su gomma è destinata addirittura a crescere: dal 43% del 2000 al 45% del 2020. Di più: entro il 2020 i trasporti di persone cresceranno in Europa del 27%, mentre il trasporto merci addirittura del 34 per cento. Il traffico aereo è destinato anch’esso ad aumentare nei prossimi dieci anni, così come quello ferroviario. Ma senza dubbio merci e passeggeri continueranno a solcare l’Europa usando soprattutto le strade. Che però, a dispetto di quanto si sarebbe portati a pensare, sono (e saranno sempre di più) un concentrato d’innovazione. Prendete per esempio i camion. La Shenker, ina delle più grandi compagnie di trasporti d’Europa, sta portando avanti in Svezia un progetto che punta ad abbattere del 50% le emissioni di anidride carbonica dei suoi camion. Come? Convincendo i suoi autisti a guidare più lentamente, contribuendo a studiare motori diesel ibridi, promuovendo l’intermodalità e forzando il Governo ad accettare la presenza notturna sulle autostrade di camion più lunghi del normale, per ottimizzare il carico. Sempre in materia di trasporti, la Commissione Ue sta studiando norme che puntano a internalizzare i costi esterni dei trasporti, che significa obbligare i trasportatori a pagare per l’inquinamento che producono. Le strade europee di domani saranno più sicure di quelle di oggi. I progetti in questo senso abbondano. Uno di questi si chiama Sim (Safety In Motion) e punta a sviluppare soluzioni tecnologiche capaci di ridurre gli incidenti dei motociclisti dipende da errori umani - spiega Federico Galliano, che alla Piaggio si occupa di partecipare al progetto Sim -. Per questo stiamo mettendo a punto un casco speciale capace di visualizzare alcune indicazioni chiave della motocicletta, come la quantità di carburante e la velocità, direttamente sulla visiera del pilota». Un altro progetto, promosso con fondi europei da una fondazione non profit chiamata Fia, punta a uniformare le tante sigle che i produttori di automobili usano per definire di fatto la stessa cosa: il sistema di controllo elettronico della stabilità (Esc), in modo da favorirne la diffusione senza speculazioni da parte dei produttori. Ma quello che ci è parso più interessante si chiama Prevent e punta a dotare strade e veicoli di un’intelligenza propria per evitare gli incidenti. «Sulle strade europee muoiono ogni anno 50mila persone a causa di incidenti stradali, con un costo per la società che si aggira intorno ai 200 miliardi di euro - spiega Matthias Schulze, il manager della Dailer che coordina il progetto -. Noi stiamo cercando di ridurre queste cifre». Quando sarà completato, Prevent renderà possibile la creazione di una zona di sicurezza attorno ai veicoli utilizzando un ventaglio di nuove tecnologie. Fra queste, mappe digitali più dettagliate per assistere il conducente nella guida, sistemi di allerta acustici e visivi per avvisare quando l’auto rischia di toccare un altro veicoloo il guardrail, l’attivazione automatica dei freni in caso di pericolo (questa è una funzione controversa, perché le leggi europee in materia impongono che il conducente debba sempre avere il totale controllo dell’auto), airbag di nuova concezione e un sitema di chiamata automatica al 118 in caso di incidente. Il progetto prevede anche la realizzazione di reti peer to peer fra le auto: una metodologia molto in voga nei centri di ricerca, che potrebbe non solo migliorare la sicurezza facendo in modo che le auto si avvertano fra loro di eventuali pericoli, ma anche di fornire strumenti più solidi e innovativi per migliorare la viabilità tanto nelle città quanto negli ambiti extraurbani e nelle autostrade. Ci sono poi numerosi progetti universitari che si propongono di migliorare l’asfalto, sia per incrementare la sicurezza che per ridurre il consumo degli autoveicoli. Alcuni di essi prevedono di miscelare gomma o speciali polimeri plastici all’asfalto. Altri, più costosi, puntano a migliorare il manto stradale posando più strati di asfalti diversi per migliorarne le prestazioni. Paolo C. Conti