La Stampa 4/5/2008, 4 maggio 2008
«Il federalismo fiscale non conviene al Sud» Il federalismo fiscale non è vantaggioso per alcune regioni del Sud d’Italia
«Il federalismo fiscale non conviene al Sud» Il federalismo fiscale non è vantaggioso per alcune regioni del Sud d’Italia. quanto emerge da una rilevazione della Cgia di Mestre. L’analisi parte da un dato di fatto: la media nazionale della copertura della spesa corrente con i tributi propri (Irap, addizionale regionale Irpef, etc.) delle Regioni ordinarie italiane è pari al 45,6%. Tocca punte del 64,6% in Lombardia, del 53,7% in Piemonte, del 53% in Veneto ma anche valori minimi come il 31,3% in Campania, il 30,2% in Puglia, il 29,6% in Umbria, il 22,3% in Calabria e il 21,6% in Basilicata. Secondo la Cgia, se si ipotizzasse che tutte le Regioni ordinarie si attestassero sul valore medio nazionale (45,6%), queste ultime potrebbero percorrere due ipotesi: o agire sulle tasse o sulla spesa corrente. Prendendo per esempio la Lombardia dove attualmente il tasso di copertura è del 64,6%, ipotizza la Cgia, la Regione potrebbe far scendere di ben 19 punti la copertura riducendo le tasse di 323 euro procapite l’anno ai propri cittadini o aumentando la spesa corrente di 707 euro pro capite. Il Piemonte, invece, potrebbe o ridurre le tasse di 167 euro pro capite o aumentare la spesa pro capite di 366 euro. In Veneto si potrebbe tagliare le tasse di 132 euro pro capite o aumentare la spesa corrente di 289 euro. Situazione che chiaramente si ribalterebbe per le Regioni del Sud. La Basilicata, dove il tasso di copertura è pari al 21,6%, per raggiungere il tasso medio nazionale (45,6%) dovrebbe aumentare la copertura di 24 punti. Gli amministratori regionali lucani sarebbero costretti ad aumentare le tasse di 550 euro procapite ai loro cittadini o ridurre la spesa di 1.206 euro procapite.