Demetrio Volcic, La Stampa 4/5/2008, 4 maggio 2008
Un capo, costretto a esordire al comando nel disordine, deve sapere come cambiare alleanze e appoggi, mantenendo la fedeltà alle amicizie: se non e all’altezza presto naufraga
Un capo, costretto a esordire al comando nel disordine, deve sapere come cambiare alleanze e appoggi, mantenendo la fedeltà alle amicizie: se non e all’altezza presto naufraga. Deve possedere una struttura personale molto solida per accettare, senza lasciarsi troppo abbattere, le contraddizioni del paese. Insomma, deve avere in se una vena, meglio se nascosta, di istrionismo. Solo cosi potra essere conservatore, autocrate e riformista in una sola rappresentazione. In questo Putin ha fatto grandi passi. Una giornalista, da lui invitata a colazione nel primissimo periodo moscovita, lo ricorda impacciato, legnoso, ma fiero e orgoglioso. Oggi, chi lo ha seguito nel corso delle frequenti apparizioni pubbliche durante l’estate del 2007 ha visto un uomo di mondo, spigliato, sicuro. Non e stato certo un caso che l’ospite di Putin per una breve vacanza estiva al Nord fosse di Monaco e anche principe. / I due, alle prese con le cascate di fiumi ingrossati, sembrano conoscersi da sempre, due membri della casta dei socialmente privilegiati, dei vip. Un settimanale popolare, Argumenty i fakty, non ha sicuramente scattato di nascosto le foto del presidente a torso nudo: tutto doveva essere gia stato concordato. L’articolo esce corredato delle foto di altri esponenti dell’Europa politica. I sottotitoli e le inquadrature sottolineano i cuscinetti di ciccia intorno ai fianchi di Sarkozy; si capisce che Brown non dovrebbe mai togliersi la camicia e che anche la signora Merkel starebbe meglio vestita da ministro che non in costume da bagno. Il confronto va a tutto vantaggio di Putin, ripreso con un fucile in mano, abbronzato e atletico, un piccolo Rambo. Il giornalista ricorda di aver visto il presidente con la tuta da pilota e con un casco da Formula 1, con il kimono dei campioni di judoka, con i severi vestiti di rappresentanza, con i jeans. «E tuttavia non avremmo mai immaginato che sotto le vesti Putin fosse cosi sportivo, atletico, giovanile... Oggi con orgoglio possiamo dire di non avere solo il migliore balletto al mondo, di possedere piu gas e petrolio di tutti, di essere stati i primi ad avere piantato la bandiera sul fondale del Polo Nord, ma anche di poter presentare al mondo il miglior busto presidenziale». / Il giudizio finale su di lui dipendera dall’ombra che proiettera l’intero arco della sua carriera, ma per Putin oggi sembra andare tutto per il meglio. Del resto, se dovesse uscire dalla vita politica, sarebbe un problema non solo russo. La considerazione non e morale, si ispira al pragmatismo politico. Putin avrebbe un futuro niente male anche se rimanesse senza lavoro all’eta di 55 anni. Ha maturato il diritto a un’altra pensione, oltre a quella da presidente, con il suo lavoro nei servizi segreti: prima nel Kgb e in seguito nell’Fsb. / Nel frattempo si dice che abbia comprato casa: un luogo dove trascorrere la vecchiaia, insieme a Ljudmila. Poco prima delle presidenziali del 2008, scoppia lo scandalo sulle fortune personali di Putin. Qualcuno gli accredita un patrimonio di 30, altri di 40 miliardi di dollari. Altri ancora sostengono che in realta i mezzi finanziari appartengono al fondo discrezionale del presidente, da passare al successore. Nell’ultima conferenza stampa da presidente, Putin definisce queste voci «spazzatura», con una forte espressione russa. Riguardano il gruppo dei vecchi amici di Leningrado- San Pietroburgo, dove il presidente nasce politicamente. Si tratta del passaggio delle azioni di alcune imprese che con il tempo hanno moltiplicato il proprio valore. Si acquista un’azione che domani vale dieci, ma lo si sa gia in anticipo. In molti paesi si finisce in tribunale per queste operazioni tra gli intimi della borsa. Il campione nel trasferimento poco trasparente e il monopolio del gas, Gazprom. Un esempio, citato in una relazione elaborata da Boris Nemtsov (vicepresidente del Consiglio nel 1997-1998) e da Vladimir Milov (viceministro dell’Energia nel 2002), racconta la vicenda della Bank Rossija. Tra i suoi fondatori nel 1990 a Leningrado vi e un funzionario del partito comunista, Jurij Kovalciuk, ancora oggi presidente. La lista dei proprietari e sconosciuta, si tratta dei vecchi amici che negli anni ”90 avevano mosso i primi passi. Gazprom trasferisce a questa banca, nel luglio 2005, azioni e partecipazioni nelle compagnie tv Ntv e Tnt, per un valore di 166 milioni di dollari; il documento che lo attesta e stato compilato secondo le norme internazionali. Due anni piu tardi valgono 7,5 miliardi. La banca ha ricevuto i beni della Gazprom per una frazione del valore reale. La Gazprom era diretta dall’attuale presidente Medvedev. Il capo della banca Kovalciuk controlla oggi quattro reti tv, il quotidiano Komsomolskaja Pravda e decine di emittenti e giornali di provincia. / La famiglia Kovalciuk si sta affermando nella societa russa. Il fratello del banchiere, Mikhail, dirige l’Istituto di energia atomica ed e vicepresidente dell’Accademia delle Scienze. Il figlio del banchiere lavorava come consigliere presso l’allora vicepresidente del governo Medvedev. La notizia riguardante i beni personali di Putin viene lanciata nel novembre 2007, in un’intervista del politologo russo Stanislav Belkovskij, capo dell’Istituto nazionale di strategia, autore di un libro sulle finanze di Putin ch e ha in piu occasioni affermato l’esistenza di un tesoro segreto, senza essere mai querelato da Putin. Secondo il politologo, Putin crede che i soldi possano risolvere ogni problema, «cio che non si puo ottenere con un miliardo, si puo ottenere con dieci, altrimenti con venti, e cosi via...». Putin avrebbe interessi in tre compagnie petrolifere, i conti sarebbero mascherati dal sistema bancario off-shore. / Anche di un altro affare si e occupata la stampa internazionale. L’oligarca Abramovic, che abita a Londra, ha ceduto al suo paese di origine il 75% delle azioni della compagnia Sibneft. Le aveva acquistate per 100 milioni di dollari; ha ricavato 13,7 miliardi di dollari. / Una societa, senza un telefono e senza un indirizzo telematico in Svizzera dove opera, esporta il petrolio russo per un valore annuo di 40 miliardi di dollari. Si chiama Gunvor; uno dei comproprietari e uno svedese di nome Torbjorn Tornkvist. In una lettera al Guardian, Tornkvist parla di un altro comproprietario, un russo. Non si sa chi sia, ne si conosce il nome del vero titolare della Surgutneftegaz, societa che fornisce la materia prima. Si tratta di affaristi danesi, finnici e svedesi: il guadagno e soltanto loro?