Bjørn Lomborg, L’ambientalista scettico, Mondadori 2001., 2 maggio 2008
L’ambientalista scettico Capitolo XV: Aria La presenza di piombo nell’aria è documentata già 6000 anni fa
L’ambientalista scettico Capitolo XV: Aria La presenza di piombo nell’aria è documentata già 6000 anni fa. Intorno al 500 a.C. la quantità di piombo nei cieli della Groenlandia era quattro volte superiore rispetto ai tempi in cui le civiltà europee non conoscevano ancora la fusione dei metalli. Seneca si lamentava per il «puzzo, la fuliggine e l’aria pesante» che si respiravano a Roma. Nel 1661 John Evelyn osservava: «Tutto ciò che la maggior parte dei cittadini di Londra può respirare non è altro che una caligine densa e malsana, accompagnata da un disgustoso fumo carico di fuliggine che corrompe i polmoni». Gli inquinanti atmosferici sono numerosi, ma i sei più importanti sono: particelle (fumo e fuliggine), anidride solforosa, ozono, piombo, ossidi di azoto (comprendente ossido di azoto e biossido di azoto), monossidi di carbonio. Particelle. noto da tempo che fuliggine, particelle e anidride solforosa sono causa di di tosse e di altri disturbi respiratori. A Londra nel 1952 per colpa di una grave ondata di smog, morirono 4.000 persone in una settimana. Stando ai ricercatori, le particelle sembrano essere la principale causa di mortalità da inquinamento. Si ritiene che le polveri, entrando nel sistema respiratorio raggiungano i polmoni e vi si insedino, causando alterazioni nella normale attività polmonare. Mentre le particelle più grandi vengono bloccate nel naso o nella gola, quelle molto piccole riescono a insinuarsi negli alveoli polmonari. Fino alla metà degli anni Ottanta tutte le particelle venivano classificate come fuliggine o fumo, poi però si iniziò a distinguerle per le dimensioni. Le particelle fini hanno un diametro inferiore a un decimilionesimo di metro (Pm10). Più recentemente sono state prese in esame anche particelle ancora più piccole, le PM2.5, che sono le più pericolose perché si introducono nei polmoni proprio dove avviene lo scambio gassoso. Le Pm2.5 derivano dalla combustione dei motori dei veicoli, dalle emissioni delle centrali elettriche e delle fabbriche, dai caminetti e dalle stufe a legna. Le Pm10 provengono dalla polvere e dall’usura e logoramento di parti meccaniche. L’inquinamento da particelle provoca ogni anno negli Stati Uniti all’incirca 135 mila morti premature (cioè circa il 6% di tutti i decessi in un anno). Per capire le proporzioni del disastro, basta pensare che nel 1997 i morti americani per incidenti stradali sono stati 42.000. Si pensa che l’inquinamento da particelle colpisca soprattutto gli anziani, ma negli Stati Uniti ogni anno provoca circa 8 milioni di casi di bronchite acuta tra i bambini. Comunque dagli anni Sessanta a oggi è diminuita la concentrazione di particelle negli Stati Uniti (-62%) e nel Regno Unito (-95%). Questa diminuzione è legata alla diminuzione nelle emissioni di anidride solforosa grazie alla diminuzione del consumo di combustibili fossili (specialmente carbone ad alto tenore di zolfo), e all’uso di depuratori sulle ciminiere delle centrali elettriche. Inoltre c’è stato un calo di particelle nelle città anche perché si costruiscono centrali elettriche lontano dai centri abitati e si costruiscono ciminiere più alte, che lanciano più lontano i gas. Un colpo all’inquinamento da particelle si deve anche al fatto che oggi non si usa quasi più il carbone coke e gli impianti di riscaldamento a gasolio vengono sostituiti da quelli a gas. Infine, naturalmente, le auto odierne inquinano di meno grazie alle marmitte catalitiche. Piombo. Largamente utilizzato fin dall’antichità: nell’antica Roma di piombo erano le condutture dell’acqua, nel Medioevo lo si aggiungeva addirittura al vino per correggerne il sapore, con esiti letali. anche uno degli additivi della benzina super. molto tossico e un’alta concentrazione nel sangue porta crampi, coma e morte. Implica inoltre notevoli rischi in gravidanza: gli studi hanno rilevato un aumento di aborti spontanei se i genitori (o anche uno solo di loro) sono stati esposti al piombo sul luogo di lavoro. Negli Stati Uniti ogni anno gli ospedali registrano tra i 12 mila e i 16 mila ricoveri di bambini avvelenati da piombo. Di questi circa 200 muoiono e il 30% dei sopravvissuti riporta danni permanenti come ritardo mentale o paralisi. Negli Stati Uniti il processo di eliminazione della benzina con piombo ha avuto grandi conseguenze sulle concentrazioni del metallo nell’aria: tra il 1973 e il 1986 (periodo in cui fu eliminata tutta la benzina con piombo) il contenuto della sostanza nel sangue degli americani è diminuito dell’80%. Si calcola che la mortalità annua si sia ridotta di 22 mila decessi. Anidride solforosa. La regolamentazione delle emissioni di anidride solforosa è stata una conseguenza del timore, diffuso negli anni Ottanta, delle piogge acide. Sebbene in seguito si sia dimostrata la scarsa nocività delle piogge acide, le regolamentazioni introdotte hanno avuto l’indubbio merito di ridurre le emissioni di particelle. Durante la combustione parte dell’anidride solforosa generata si ossida e si condensa intorno a minuscoli nuclei di materiale e forma le particelle. L’anidride solforosa danneggia inoltre monumenti, edifici e statue, perché l’anidride si trasforma in acido solforico che erode la pietra. Nel 1983 entrò in vigore in Europa un protocollo per ridurre le emissioni del 30% entro il 1993: nell’Unione europea le emissioni di anidride solforosa sono diminuite costantemente dal 1980. Nel Regno Unito le concentrazioni di anidride solforosa respirata ogni giorno dagli abitanti sono passate da 180µg per metro cubo del 1962 ad appena 21µg del 2001. Ozono. Quello presente nell’atmosfera è dannoso perché irrita l’apparato respiratorio e ha effetti negativi sulla crescita delle piante. Ozono e ossidi di azoto sono i principali responsabili della formazione dello smog marrone, tipico per esempio di Los Angeles e di molte città in via di sviluppo. Negli Stati Uniti i picchi di ozono sono diminuiti di quasi il 30% dal 1977. Ossidi di azoto. Sono generati soprattutto dai motori dei veicoli e dalle centrali elettriche. Con l’anidride solforosa contribuiscono alle piogge acide e possono provocare problemi respiratori e infezioni polmonari nei bambini e in chi soffre di asma. Sul terreno possono avere effetti fertilizzanti, ma sono dannosi per il mare e i corsi d’acqua poiché provocano la crescita incontrollata delle alghe (con conseguente scarsa ossigenazione delle acque e morìa dei pesci). Negli Stati Uniti l’inquinamento da ossido di azoto è in progressiva diminuzione: -38% dal 1975. In Germania il calo è stato del 15% dal 1985, in Spagna del 17% dal 1987, in Canada del 32% dal 1980. Buona parte delle riduzioni si deve all’uso delle marmitte catalitiche. Monossido di carbonio. Se inalato viene assorbito dal sangue al posto dell’ossigeno e provoca morte. Nelle città il monossido di carbonio proviene soprattutto dalla combustione incompleta dei motori a benzina. Negli Stati Uniti dal 1970 in poi le concentrazioni di monossido di carbonio sono diminuite del 75%. Come si capisce dai dati precedenti, la qualità dell’aria è migliorata in modo sostanziale, e tutto ciò non solo nel Regno Unito e negli Stati Uniti, ma anche nella maggior parte dei paesi occidentali. La Banca mondiale ha affermato che «la qualità dell’aria nei paesi dell’Ocse è decisamente migliorata». Questa evoluzione positiva non riguarda invece i paesi del Terzo mondo. Oggi le maggiori concentrazioni di inquinanti si registrano nelle megalopoli dei paesi in via di sviluppo. Se si osserva il processo che ha avuto luogo nel mondo occidentale si nota che per un periodo di 100-300 anni l’Occidente ha conosciuto un aumento di ricchezza accompagnato dalla crescita dell’inquinamento. In generale solo negli ultimi 40-100 anni i paesi del mondo industrializzato sono stati in grado di scindere la crescita economica dalla crescita dell’inquinamento. Secondo la spiegazione della Banca mondiale via via che acquisivano un maggior livello di ricchezza i paesi occidentali potevano permettersi di pagare dei costi pur di garantirsi un ambiente più pulito. L’inquinamento ha cominciato a essere ritenuto inaccettabile e dunque sono state prese delle decisioni a livello politico che hanno ottenuto buoni risultati. Se questa evoluzione ha avuto luogo nel mondo occidentale è lecito aspettarsi che avvenga anche nei paesi in via di sviluppo, man mano che il loro benessere economico aumenterà. A ciò contribuirà sicuramente lo sviluppo della tecnologia, che consente di perseguire la crescita economica e il miglioramento dell’ambiente nello stesso tempo. La drastica riduzione degli agenti inquinanti nel mondo occidentale è un risultato straordinario, anche perché ottenuto mentre aumentava lo sviluppo economico e il numero dei potenziali agenti inquinanti. Negli Stati Uniti, per esempio, la quantità totale di chilometri percorsi dalle automobili è più che raddoppiato negli ultimi trent’anni. Nello stesso periodo anche l’economia è più che raddoppiata e la popolazione è cresciuta di un terzo. Ciononostante nello stesso periodo le emissioni di inquinanti sono diminuite di un terzo. Secondo la Banca mondiale, crescita e ambiente non sono fattori in competizione ma complementari. Senza un’adeguata protezione ambientale la crescita economica è fragile, ma senza crescita economica non è possibile dedicarsi alla protezione ambientale. La soluzione, dice la Banca, «non è produrre meno, ma produrre in modo diverso».