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 2008  maggio 01 Giovedì calendario

Call center rifiuti: 34 telefonate e 34 dipendenti. Corriere della Sera 1 maggio 2008 Quanto all’emergenza delle emergenze, la spazzatura a Napoli, fa nausea perfino tornarci sopra

Call center rifiuti: 34 telefonate e 34 dipendenti. Corriere della Sera 1 maggio 2008 Quanto all’emergenza delle emergenze, la spazzatura a Napoli, fa nausea perfino tornarci sopra. Niente puzza d’imbroglio quanto quel-l’emergenza, fittiziamente costruita su una realtà vecchia di decenni se non di secoli. (…) Più ancora delle inchieste giornalistiche pesa come una pietra tombale la relazione finale nella primavera del 2008 della Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dal napoletano ed ex assessore bassoliniano Roberto Barbieri. Che parla di «risorse utilizzate non per avviare tempestivamente un ciclo industriale integrato dei rifiuti, bensì per costruire apparati burocratici, formare consigli di amministrazione di società miste, assumere lavoratori da tenere in parcheggio: politiche di rassegnato sostegno dell’esistente, nell’illusione che l’esistente sostenesse indefinitamente la politica». Col risultato che «accanto al percolato che, nel frattempo, discariche mal gestite vomitano sui terreni, ammorbando l’aria e intossicando le acque, questo maneggio improprio di risorse pubbliche lascia trasudare ciò che pudicamente è stato definito magma: in realtà un impasto melmoso di burocrazia inefficiente, politica clientelare, malaffare criminale». C’è poi da stupirsi della batosta elettorale alla sinistra, strameritata, del 13 aprile? Eppure era già tutto chiaro da un pezzo. Bastava leggere il dossier della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti presieduta dal forzista Paolo Russo del gennaio 2006. Dove si raccontava come il sub commissario operativo del 1998 (Giovanni D’Elia) avesse preso per un anno di lavoro 16.638 euro lordi e i suoi successori ne avessero incassati 100.000 nel 1999, 250.000 nel 2000. Finché nel 2003, con la moltiplicazione di poltrone e la scelta di equiparare vicecommissari e subsubcommissari e commissari vicari allo stesso Bassolino, ai consiglieri e agli assessori regionali, il vertice arrivò a costare un milione e 140.000. Cioè sessantotto volte più che all’inizio. Una schifezza tale che a un certo punto il governo mandò a verificare i conti un ispettore, Natale Monsurrò. Il quale ne scoprì di tutti i colori. Come l’affitto per il Commissariato di 4 (quattro!) sedi per un totale di 857.000 euro l’anno. L’acquisto di 50 camion per la raccolta differenziata subito rubati (rubati!) come se esistesse un solo ricettatore al mondo interessato a comprarli. L’invenzione del famigerato «call center ambientale » dove 34 persone ricevevano mediamente a testa una telefonata (una!) la settimana. L’ampliamento degli organici gonfiati fino a oltre 3000 persone, gran parte delle quali (esattamente 2361) stipendiate per fare la raccolta differenziata ma senza farla. Un’operazione di puro assistenzialismo. Di quelle che il giovane Bassolino avrebbe rinfacciato ai Gava e ai Pomicino vomitando parole di fuoco. Risultato: ogni abitante della Campania sommersa dalla spazzatura, vegliardi e neonati compresi, tira fuori quasi 61 euro l’anno per pagare gli stipendi agli «operatori della nettezza urbana». Per non parlare, scrisse Monsurrò, della pioggia di consulenze «non sempre imposte dalla straordinarietà e dall’emergenza ». Delle trasferte in comitiva a Rimini per la fiera «Ricicla» con pernottamento al Grand Hotel: 280 euro a notte. O del progetto battezzato, poeticamente, Sirenetta. Cioè Sistema informativo regionale emergenza rifiuti NETwork tecnologia ambientale: 9.270.401 euro per installare sui camion dell’immondizia sistemi di telerilevamento per verificare se andavano davvero a buttare il pattume dove dovevano. Quattro anni di calvario per i collaudi e fallimento totale. Perché? Molti camionisti rifiutarono d’installare i terminali («Nuje nun simme camurriste ’a controlla’!») e il Tar diede loro ragione. (…) Per non dire dei risvolti pecorecci. Quali una mostruosa bolletta di 724.680 euro di telefono fisso speso dai dipendenti del Commissariato per chiamare «prefissi internazionali della zona 7» (Caraibi, Polinesia, Nepal, Mongolia) ma ancor più numeri col prefisso 144, 166, 709, 899. Per capirci: servizi a pagamento. Soprattutto erotici: «Sì, caro, ciao, sono Samantha». Al punto che fu chiesto alla Telecom di disattivarli a uno a uno… S.Rizz. G.A.S.