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 2008  maggio 01 Giovedì calendario

La moglie badante. La Repubblica 1 maggio 2008 Eliana T., anni 32, occhi neri, bielorussa, è una «ladra di mariti»

La moglie badante. La Repubblica 1 maggio 2008 Eliana T., anni 32, occhi neri, bielorussa, è una «ladra di mariti». Così la chiamano quelli che hanno il coraggio di dirle le cose in faccia. «Sei arrivata qui che non avevi nemmeno gli occhi per piangere. Adesso vivi come una signora e quando resterai vedova - succederà presto, perché ti sei sposata un uomo anziano e malato - avrai la casa di tuo marito e i suoi soldi». Eliana riesce anche a sorridere. «Io non ho rubato nulla a nessuno. Ero la badante di Ernesto e adesso sono sua moglie. Sono entrata in questa casa perché lui, che adesso ha 65 anni, aveva bisogno di una persona sempre al suo fianco. Mi ha preso in simpatia. No, non posso dire di essere innamorata pazza, ma gli voglio bene, lo rispetto. Le ragazze della mia età, lo so bene, fanno una vita diversa: ci sono l´amore, i figli, le cene al ristorante, le gite al mare… Io sono una moglie-badante, esco solo per fare la spesa e il massimo del piacere è leggere un bel libro o guardare un film d´amore alla televisione». Un tavolino in un bar di Campoformido. Eliana è uscita con una scusa. «Ernesto non vuole finire sul giornale. Io invece voglio raccontare, perché sono stanca degli insulti, delle occhiate cattive e dell´invidia di chi davvero crede che noi siamo venute qui a fare le signore, e per questo siamo disposte a tutto. Dicono, e in qualche caso è vero, che gli anziani, quando ci vedono così giovani, riscoprono la voglia di fare l´amore. Dicono che noi diciamo sì per riuscire a entrare nelle case di chi ha soldi. Ma a noi ragazze e donne dell´Est toccano quasi sempre mariti di seconda mano: vedovi, anziani, malati… Conosco la storia di tante mie compagne arrivate dalla Russia, dall´Ucraina, dalla Romania. Posso dire che ci dividiamo in due categorie: le mogli badanti come me, e le mogli che presto diventeranno badanti perché hanno sposato uomini che hanno almeno vent´anni più di loro». Sono tremila all´anno, i matrimoni fra italiani che hanno bisogno di assistenza - la cui età media è compresa tra i 70 e gli 85 anni - e donne arrivate soprattutto dall´Est. Secondo le statistiche oggi in Italia lavorano 700mila badanti, ognuna delle quali percepisce uno stipendio medio di 800 euro al mese. I «sì» in chiesa o davanti al sindaco quasi sempre dividono i padri dai figli e accendono liti infinite. «Sono arrivata in Italia dieci anni fa - racconta Eliana T. - con un pellegrinaggio. Sono scappata dal gruppo, un´amica mi aspettava davanti alla stazione di Trieste poi mi ha portato a Udine. Ero clandestina, non potevo fare altro che la «badante 24 ore», come diciamo noi, perché senza soldi e senza documenti hai bisogno di un letto e del cibo. Ho trovato subito un lavoro, presso un signore molto vecchio e cattivo che mi dava i pizzicotti sulle braccia e sulle gambe perché non mi voleva. Diceva che solo suo figlio poteva stargli vicino ma il figlio si faceva vedere una volta alla settimana. Avevo le braccia piene di lividi. Poi sono arrivata nella casa di Ernesto, quasi otto anni fa. Non era vecchio ma pieno di malanni. Mi ha messo in regola, 750 mila lire al mese. I suoi tre figli si sono arrabbiati subito. «Quella lì è troppo giovane, quella lì è una da discoteca». Ma lui mi ha tenuto e così è nata la simpatia. stato lui, è vedovo, a chiedermi di sposarmi. I figli hanno perso la testa. Mi hanno chiamato «puttana» e «ladra». Arrivavano in casa e mi spintonavano via. Ma Ernesto diceva: questa è mia moglie, dovete rispettarla. Certo, per i figli - lavorano tutti, hanno belle case e vanno in vacanza due o tre volte all´anno - le cose sono cambiate. Ernesto per loro era una banca: avevano bisogno di soldi e andavano da lui. Adesso, la cassa di casa la tengo io, così vuole mio marito. Prima avevo lo stipendio e mandavo soldi a casa mia, a mia madre e a una sorella. Adesso Ernesto mi consegna 350 euro al mese per i miei parenti. Anche dopo otto anni i figli non mi possono vedere e allora le poche volte che arrivano in casa io mi chiudo nella camera da letto e accendo la tv per non sentire le loro parole. Tanto, quando mi vedono, nemmeno mi salutano. Loro pensano all´eredità e sanno che quando Ernesto non ci sarà più almeno la metà della casa verrà a me. Credo invece che i soldi che sono in banca saranno in gran parte miei, così mi ha detto Ernesto. Sono giovane ma ho deciso che starò con mio marito fino alla fine. Certo, con un marito della mia età tutto sarebbe diverso. Ma i giovani validi sono già tutti impegnati, gli altri cercano solo avventure. E allora ho deciso: voglio bene a Ernesto e gli sono grata perché mi ha dato la tranquillità. I suoi figli ancora oggi vanno in giro a dire che sono una «puttana» - lo capisco da come mi guarda la gente in paese - ma non hanno ragione. Perché non hanno aiutato il loro papà quando aveva bisogno? Perché l´hanno costretto ad assumere una badante?». Sembrano tutte clandestine, le mogli-badanti. Si mandano messaggini, si incontrano alla sera quando il marito già riposa, per fare due chiacchiere o scambiare una porzione di borsc, piatto dell´Ucraina, con un risotto agli asparagi selvatici. Dina Sharipova, russa del Caucaso, lavora alla Cgil come mediatrice culturale e conosce la storia di tutte. «I matrimoni arrivano - dice - perché spesso si incontrano due solitudini. Donne sole si trovano sotto lo stesso tetto con uomini soli. La proposta arriva quasi sempre dall´uomo: la donna accetta perché è stanca di essere considerata una serva. Si mette assieme ad un uomo che ha trent´anni in più ma conquista la dignità di moglie». Per alcune la cerimonia in chiesa o in municipio è solo l´inizio di un calvario. Anna la polacca si è trovata un marito alcolista che la picchia se lei non gli dà i soldi per il vino e tre pacchetti di sigarette al giorno. Nadia la russa ha sposato uno ricco ma quando ha chiesto un po´ di soldi da mandare a casa è stata subito «assunta» come donna delle pulizie nella fabbrica del marito. Irina, romena, per preparare il pranzo deve aspettare il marito perché il frigorifero è stato chiuso con un lucchetto. «Così la smetti di regalare il formaggio e il prosciutto a tua sorella». Marhia, ungherese, da cinque anni vive con un ex imprenditore edile, vedovo, che promette sempre e non la sposa mai. «Non voglio perdere la "reversibile" di mia moglie. L´importante è che ci vogliamo bene». Marhia era stata assunta come badante, ma adesso è diventata «moglie», sia pure senza timbri: continua a lavorare come prima, ma senza stipendio. «Marhia ha sbagliato - dicono le amiche - ad andare a letto con quell´uomo. Meglio andare prima davanti al sindaco». Per fortuna c´è anche la storia di Tatiana Voronkova, 48 anni, ucraina e Gino Barbangelo, 68 anni, insegnante di lettere in pensione. «Ci siamo piaciuti subito. Io l´ho assunta come collaboratrice domestica solo per farle avere i documenti, perché sapevo già che sarebbe diventata la mia donna. Non sono presuntoso ma lo dichiaro: siamo la coppia più bella del mondo». Non si sentono vittime, le mogli badanti, «anche se le italiane, quando passeggiamo con il nostro marito anziano, ci fanno i sorrisini di compatimento». «Ci sono anche le cattive, fra di noi. Donne che maltrattano i vecchi che dovrebbero assistere. Donne che si sposano solo perché l´uomo è benestante e poi lo tradiscono o lo trattano male. C´è una ragazza russa che ha distrutto una famiglia. Faceva la badante, è diventata l´amante di un vicino di casa. L´ha costretto a lasciare la moglie e i figli, ha voluto una casa, una Mercedes… L´uomo aveva un negozio di abbigliamento, adesso è fallito». Non è un mestiere come un altro, la badante. «Io assistevo un nonno e una nonna - dice Viktoria Tarasyuk dell´Ucraina - e adesso è rimasta solo la nonna. Al funerale del vecchio anch´io ho pianto. Se stai notte e giorno con un malato provi il suo stesso tormento. Bisogna metterci l´anima, in questo mestiere». «Entri davvero "dentro" a una famiglia - dice Dina Sharipova della Cgil - e nascono legami veri. E allora capisco le mie amiche che, a mille chilometri da casa, scoprono che l´uomo che all´inizio è solo una persona da aiutare è anche un uomo che ha voglia di vivere e anche la voglia di avere una donna. E quando lui dice: «perché non ci sposiamo?», diventa quasi naturale dire sì. Non sei più la schiava della casa, dove i parenti che magari abitano nel paese vicino portano la roba da lavare e da stirare «così ti passi il tempo». Diventi una moglie. E se non stai ad ascoltare le italiane per le quali sarai sempre una ladra di uomini, e pure di serie B, puoi persino essere felice». JENNER MELETTI