La Repubblica 1 maggio 2008, PIETRO DEL RE, 1 maggio 2008
La strage degli elefanti sudafricani sono troppi, il governo li abbatte. La Repubblica 1 maggio 2008 Gli elefanti sudafricani sono raddoppiati di numero, perciò da ora in poi molti di loro dovranno essere abbattuti con un colpo in testa, sparato da un elicottero, nella speranza che lo colpisca al cervello
La strage degli elefanti sudafricani sono troppi, il governo li abbatte. La Repubblica 1 maggio 2008 Gli elefanti sudafricani sono raddoppiati di numero, perciò da ora in poi molti di loro dovranno essere abbattuti con un colpo in testa, sparato da un elicottero, nella speranza che lo colpisca al cervello. Ma poiché sono animali con un forte legame parentale, per non provocare traumi all´interno del branco i guardia caccia dovranno sterminare un´intera famiglia alla volta. Sono queste le ultime direttive sul controllo dei pachidermi stabilite dal governo di Pretoria. Dopo una lungo e animato dibattito parlamentare, il ministro dell´Ambiente e del Turismo, Martinus van Schalkwyk, ha riconosciuto ieri la necessità di ripristinare il culling, così viene chiamato in inglese l´abbattimento controllato degli elefanti in eccesso. « stata una decisione maledettamente difficile, ma siamo costretti a seguire questa strada», ha aggiunto il ministro. «Tuttavia, vi prometto, che vi ricorreremo solo quando non potremo fare altrimenti». Anche la South African National Parks, l´ente che sovrintende i parchi nazionali sudafricani, ha dichiarato che, al meno nell´immediato, non metterà in pratica il culling. Durissima invece la reazione degli ambientalisti, i quali, dopo aver aspramente condannato queste nuove linee guida, hanno invitato la comunità internazionale a boicottare il Paese. Da oggi, primo maggio, scade così la lunga moratoria sullo sterminio degli elefanti sudafricani che durava dal 1995. Tredici anni duranti i quali queste mastodontiche creature, quasi estinte ai primi del Novecento, sono aumentate in modo vertiginoso, crescendo al ritmo del 5 per cento annuo. Fino a raddoppiare, appunto. Oggi, secondo le autorità, sono diventate troppo numerose, e rappresentano una grave minaccia all´ambiente, dato che un solo esemplare adulto può divorare in un giorno centinaia di chili di erba e foglie, senza contare gli alberi che abbatte al suo passaggio nelle foreste. «A questi danni si aggiungono le infezioni arrecate ai capi di bestiame dalle zanne d´elefante e le perdite in vite umane provocate dai loro sempre più frequenti attacchi», si legge su un rapporto stilato lo scorso anno. In pochi anni, in Sud Africa la popolazione è passata da 8.000 a 18.000 esemplari e, sempre secondo fonti governative, il loro impatto sull´ecosistema è ormai devastante, anche perché sono animali con pochi predatori e che possono raggiungere la veneranda età dei sessant´anni. Fino a ieri, i soli metodi utilizzati per il controllo del loro numero sono stati la contraccezione e la traslocation, ossia lo spostamento di esemplari da un luogo a un altro. «Ma nessuno dei due si è rivelato soddisfacente», afferma un portavoce del ministero dell´Ambiente. «La contraccezione avviene con una terapia ormonale il cui effetto collaterale è quello di aumentare l´aggressività degli elefanti, quanto alla traslocation è troppo onerosa per i risultati che offre». L´accusa degli ambientalisti è che isolare e abbattere un´intera famiglia alla volta è una pratica troppo crudele. E poi, in un passato recente, quanti branchi di elefanti sono stati sterminati con il pretesto che avevano devastato campi di miglio o di sorgo? Tuttavia, all´obiezione che il numero degli elefanti africani era drasticamente diminuito dagli anni Cinquanta del Novecento in poi, così rispondono le autorità di Pretoria: «Non è colpa nostra, non possiamo pagare noi per le colpe degli altri». Per una curiosa coincidenza, la settimana scorsa, proprio in Sud Africa, si è tenuto uno dei massimi congressi di zoologia dedicato all´elefante, nel quale i ricercatori hanno insistito sulla complessità delle relazioni sociali che legano tra loro i più grandi mammiferi terrestri. Dal simposio è venuto fuori che i pachidermi sono in grado di imparare gli uni dagli altri, di provare paura, dolore psicologico e senso di abbandono. Ieri, Michelle Pickover, direttrice dell´associazione Animal rights Africa, ha minacciato il governo di azioni legali contro il ripristino del loro, sia pure controllato, abbattimento. «Il culling presenta enormi rischi sul piano ambientale e non solo durante la sua attuazione, ma anche a lungo termine. Si tratta di uno sterminio di massa, del genocidio degli elefanti sudafricani». La sua associazione ha appena lanciato una campagna per chiedere ai turisti di non recarsi nel Paese durante la prossima Coppa del Mondo di calcio del 2010. Boicottare il Sud Africa, dunque. Proprio come avvenne negli anni più oscuri dell´apartheid. PIETRO DEL RE