Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  aprile 30 Mercoledì calendario

L’invasione di una specie di coleottero sta trasformando alcune foreste canadesi in una immensa fonte di anidride carbonica

L’invasione di una specie di coleottero sta trasformando alcune foreste canadesi in una immensa fonte di anidride carbonica. Ad allertare la comunità scientifica è uno studio condotto da Werner Kurz del Natural Resources Canada di Victoria (British Columbia), pubblicato su Nature. A causa dell’inverno mite, l’invasione di questa specie di insetto dei pini (Dendroctonus ponderosae) è stata particolarmente violenta e ha distrutto dai 74mila ai 94mila chilometri quadrati di foresta. Serie le conseguenze nei settori dell’industria collegate al legno, ma anche nell’equilibrio ecologico della regione: Kurz e colleghi hanno simulato l’effetto di questa distruttiva invasione sul ciclo del carbonio e hanno calcolato che, tra il 2000 e il 2020, scompariranno circa 270 milioni di tonnellate di carbonio, la maggior parte del quale si dissolverà nell’atmosfera durante il processo di decomposizione degli alberi morti, contribuendo al riscaldamento climatico. Una foresta di pini non infestata dagli insetti distruttori agisce infatti come una sorta di stabilizzatore del carbonio, assorbendone una quantità superiore rispetto a quella rilasciata. Questo processo avviene in continuazione, a meno che il bosco non venga interessato da un incendio, trasformandosi così in una sorgente di anidride carbonica anziché di ossigeno. Per quanto riguarda le invasioni dei coleotteri, è stato calcolato che il loro effetto è persino peggiore e il rilascio di anidride carbonica è maggiore anche del 50 per cento rispetto alla quantità rilasciata durante un incendio.