Guido Olimpio, Corriere della Sera 30/4/2008, pagina 22., 30 aprile 2008
Il serial killer dei giovani atleti. Corriere della Sera, mercoledì 30 aprile 2008 Washington. passata da poco la mezzanotte del 16 febbraio 1997
Il serial killer dei giovani atleti. Corriere della Sera, mercoledì 30 aprile 2008 Washington. passata da poco la mezzanotte del 16 febbraio 1997. Patrick McNeill dopo una serata di lunghe bevute al Dapper Dog, nell’East Side di New York, saluta gli amici con un «sono stanco, torno al campus». Lo vedono uscire con un passo incerto. l’ultimo ricordo. Patrick viene inghiottito dal buio e non arriverà mai al dormitorio nel Bronx. Dopo mesi ripescano il cadavere nel Bay Ridge. «Morte accidentale per annegamento», scrivono nel rapporto. Patrick, studente modello e atleta, «era ubriaco ed è finito in acqua ». Punto. La cartellina con poche annotazioni ed un referto medico finisce in un armadio. Ma non tutti sono convinti di quella versione. Per il sergente Kevin Gannon, in servizio al distretto, è un omicidio. E la pensa allo stesso modo la famiglia. Un sospetto che diventa un’ossessione per il sergente. «Volevo scoprire l’assassino e l’ho promesso ai suoi genitori», racconta Gannon. Una volta in pensione, il poliziotto apre un’agenzia investigativa con il suo collega Anthony Duarte e continua a indagare su Patrick. Un lungo cammino, costato risparmi di una vita e sacrifici, che lo porta ad una scenario inquietante quanto difficile da credere. McNeill sarebbe una delle tante vittime di una gang di serial killer che ha ucciso, negli ultimi dieci anni, dozzine di giovani in diversi stati americani. La banda della «faccia che ride». Un soprannome legato agli strambi disegni lasciati sulla scena del crimine: un volto che sorride. A tenere insieme i delitti una serie di elementi. Intanto il profilo delle vittime: tutti ragazzi tra i 19 e i 23 anni, particolarmente bravi sia nello studio che nello sport. Insomma, dei modelli da imitare. Quindi le circostanze della loro fine: trovati senza vita dopo una serata passata a bere. Infine, in almeno dodici casi, è comparso l’enigmatico disegno della faccia. I due vecchi poliziotti non escludono che la gang possa essere coinvolta in almeno 40 episodi, avvenuti in dodici stati. Numeri determinati dopo aver esaminato quasi novanta dossier che presentavano punti di contatto con la morte di Patrick. Gannon e Duarte hanno riletto i fascicoli redatti dai loro colleghi alla ricerca di analogie e indizi. In particolare si sono concentrati sulla storia di Chris Jenkins, rinvenuto cadavere nel 2003 nel Mississippi, vicino a Minneapolis (Minnesota): aveva le braccia incrociate sul petto. Una strana posizione, sostengono, per un ubriaco che cade nel fiume. Inoltre è lì che è stata rinvenuta la prima «carta sorridente ». Anche la polizia del luogo si è convinta, finalmente, che qualcosa non quadrava ed ha deciso di considerare la morte di Chris «un omicidio ». Una storia che ha appassionato il professor Lee Gilbertson del St. Cloud State College che ha creato un piccolo team di studenti per indagare sulla misteriosa fine di undici universitari tra il Wisconsin e il Minnesota. Le rivelazioni di Gannon e Duarte hanno sollevato reazioni contrastanti. La polizia continua a ritenere che, a parte Jenkins, si sia trattato di «incidenti » capitati a ragazzi che avevano esagerato con il bere. Qualche appassionato di gialli ha accusato i due ex agenti di volersi fare pubblicità. Altri – non senza ragione – si chiedono quale sarebbe il movente che spinge la gang a colpire: la gelosia verso i «primi della classe»? Ma in molti rispondono: tante volte, in questi anni, siamo stati sorpresi dal modus operandi di spietati serial killer, che uccidevano per i motivi più oscuri. Gannon e Duarte, abituati a muoversi in quartieri difficili e con alle spalle una lunga esperienza alla «Omicidi», difendono la loro caccia. E replicano ai critici: «Abbiamo finanziato il lavoro con le nostre magre risorse e qualche prestito». La coppia di piedipiatti, che non sfigurerebbe nella serie «Cold Case », spiega di aver voluto rendere pubblica la «scoperta » nella speranza di ottenere qualche soffiata e con l’obiettivo di mettere in guardia altri brillanti studenti. «Potrebbero essere le prossime prede della gang», avvertono, convinti che gli assassini siano ancora in agguato. I due vanno avanti sapendo di avere il sostegno dei familiari delle vittime, che alla luce delle nuove rivelazioni, hanno invocato la riapertura delle inchieste. Vogliono giustizia per Adam Falcon, «annegato» nel 2004 nel fiume Grasse, stato di New York, o per Matthew Kruziki, il figlio di un poliziotto rinvenuto nel Mississippi tre mesi dopo la sua scomparsa. E così per gli altri. Ragazzi finiti – secondo Gannon – nel mirino della banda della «faccia che ride». Un disegno, avverte l’ex sergente, che ha il significato di una sfida: ammazzano e prendono in giro la polizia con quel sberleffo. Guido Olimpio