Anna Sandri, La Stampa 30/4/2008 pagina 21., 30 aprile 2008
Contro i burocrati una chiesa fai-da-te. La Stampa, mercoledì 30 aprile 2008 Cinque anni fa hanno comprato il terreno, diecimila metri a Campalto, quartiere di Mestre non privo di suggestioni di verde e di acqua
Contro i burocrati una chiesa fai-da-te. La Stampa, mercoledì 30 aprile 2008 Cinque anni fa hanno comprato il terreno, diecimila metri a Campalto, quartiere di Mestre non privo di suggestioni di verde e di acqua. Subito dopo hanno chiesto la variante: quel terreno, al momento, è considerato «verde territoriale a bosco» ma dovrebbe diventare «luogo per attrezzature di interesse comune». Un anno fa il progetto è arrivato in Regione per l’approvazione ma i tempi, si sa, sono quelli che sono. I 750 copto ortodossi veneziani hanno portato pazienza, continuando ad accalcarsi per le celebrazioni settimana dopo settimana in un edificio che già c’era nel terreno acquistato e che non contiene nemmeno la metà di loro. Alla fine si sono stancati e hanno deciso per il fai da te. Grazie alla generosità di un fedele russo, che ha messo i soldi, hanno fatto arrivare da Atlanta un container con i pezzi, e la chiesa si sono messi a montarsela da soli, come una libreria dell’Ikea. Gettata di cemento, pilastri di acciaio e proprio sul più bello, quando si trattava di armeggiare con le pareti e i portali, è passato un vigile del vicino quartiere di Favaro Veneto. «E qui che succede?», ha chiesto, forte di una segnalazione arrivata alla Municipalità sugli strani movimenti edilizi. Al lavoro, in quel momento, c’era un gruppo di copti, tutti egiziani: non hanno fatto una piega. «Stiamo montando la chiesa» hanno spiegato orgogliosi. E pensando che magari qualcuno si fosse lamentato per i rumori, hanno ritenuto gentile aggiungere: «Tempo una settimana e abbiamo finito». La delusione E’ finita, invece e naturalmente, con un sequestro e una denuncia: per quanto prefabbricata e su un terreno privato, una chiesa che spunta dal nulla anche a Campalto si chiama abuso edilizio. Sigilli al container, rimasto in custodia giudiziaria alla comunità perché non si sapeva dove altro metterlo, e incartamento alla Procura. Gli imbarazzi restano tutti, invece, alla Municipalità: un conto è denunciare chi si allarga la taverna, un conto è mettere nei guai chi si fa una chiesa. Da queste parti, di sicuro, non era mai successo prima. Stupefatti i fedeli: ripetono che il terreno è loro, che le domande le hanno fatte e che non ci possono fare niente se la risposta tarda tanto. E stupefatti anche i tecnici che sono intervenuti: non sapevano come comportarsi tanta era la foga degli uomini indaffarati con le pareti e le vasche da abluzioni, sembravano i sette nani alle prese con dei mattoncini Lego enormi al loro confronto. Al kit arrivato da Atlanta mancavano solo le cupole; volendo fare le cose per bene, sarebbero state realizzate a parte su disegno (già commissionato e pagato) di un architetto veneziano. Camerieri egiziani Nessuno dei copto ortodossi veneziani vuole commentare il sequestro, che non ritengono offensivo ma giudicano eccessivo; se la facevano da sé e per se stessi, se l’erano anche comprata, non capiscono a chi possono aver dato fastidio. Sono 750, vivono tra Venezia e la terraferma, sono praticamente tutti egiziani e in gran parte occupati nella ristorazione. Rilevano locali italiani e ne continuano la gestione senza mai girarla sull’etnico. La loro diocesi di riferimento è a Milano (l’altra, in Italia, è a Roma), e solo un diacono accetta di commentare: «La chiesa darebbe lustro al comune di Venezia, e ci permetterebbe di svolgere le nostre celebrazioni tutti assieme. Nella stanza dove stiamo adesso, anche se abbiamo messo tutto il necessario per i riti, non ci entrano neanche 200 persone e sono cinque anni che aspettiamo una risposta». «Non abbiamo avuto scelta - spiega a sua volta il responsabile del Suer, Sportello Unico per l’edilizia residenziale, Maurizio Dorigo - abbiamo dovuto ordinare la rimozione e sequestrare il cantiere. Dell’abuso si occuperà la magistratura». Del progetto i copto ortodossi veneziani sono molto fieri: «Sarà una via di mezzo tra Santa Sofia e San Marco, pianta a croce greca e cupola al centro. Una bellezza, quando sarà finita». Finita? Quando sarà iniziata: questo è il problema, a Campalto. Anna Sandri