Gianna Fragonara, Corriere della Sera 18/4/2008, 18 aprile 2008
ROMA - Può un uomo di sinistra, su un giornale come l’ Unità sostenere addirittura che chi critica l’ ex sindaco di Treviso, lo «sceriffo» Giancarlo Gentilini, sbaglia? O questo è un «pensiero proibito», una «bestemmia» come ritenere che «un operario di Treviso, Vicenza o Verona si sente più protetto da un sindaco leghista che diessino, anche economicamente»? La tesi eretica della sinistra è una lunga e articolata analisi dello scrittore Ferdinando Camon, veneto della provincia di Padova e grande conoscitore e indagatore del Nord
ROMA - Può un uomo di sinistra, su un giornale come l’ Unità sostenere addirittura che chi critica l’ ex sindaco di Treviso, lo «sceriffo» Giancarlo Gentilini, sbaglia? O questo è un «pensiero proibito», una «bestemmia» come ritenere che «un operario di Treviso, Vicenza o Verona si sente più protetto da un sindaco leghista che diessino, anche economicamente»? La tesi eretica della sinistra è una lunga e articolata analisi dello scrittore Ferdinando Camon, veneto della provincia di Padova e grande conoscitore e indagatore del Nord. La ospita il giornale diretto da Antonio Padellaro nell’ ultima pagina, quella dei commenti. E non lascia indifferente la sinistra. Così Furio Colombo, appena rieletto con il Pd, ex direttore dell’ Unità, ritiene che sia «stupefacente» l’ elogio di Gentilini: «Non riesco a capire perché possa dire queste cose». Queste cose, Camon le spiega così: se tutti amano Gentilini e la Caritas riconosce che a Treviso l’ integrazione è tra le più riuscite d’ Italia, si può dire che «la città è popolata di cittadini ignoranti, incolti di storia e di diritto, razzisti?». O invece un conto sono le sparate xenofobe e un altro «è il sindaco che alle sei del mattino gira per la città addormentata in cerca di guasti da riparare»? La critica di Camon alla sinistra è dura: è quella di non essersi accorti né tanto meno occupati dei problemi dei cittadini, e dunque neanche degli operai, del Nord. A partire da quello della sicurezza. Si fanno i muri anti-abusivi? «Sono andato a vederli e mi sono sembrati l’ unica cosa da fare, hanno un senso», argomenta Camon, che ritiene che il problema della sicurezza sia «innanzitutto di chi abita nelle periferie, degli operai e dei piccolo borghesi, dei lavoratori mal pagati e dei precari». Parole che fanno inorridire invece Colombo, che ritiene che la Lega continui ad essere nient’ altro che un’ anomalia tutta italiana e che non abbia il diritto di governare a Roma: «Troppo facile, per un partito che si presenta e rappresenta solo alcune regioni governare tutta l’ Italia. In Francia Le Pen è stato emarginato». Ma si può escludere un partito che in una regione come il Veneto sfiora il 30 per cento dei voti? «E’ comodo prendere quei voti attaccando il governo nazionale e poi rivendicarlo per sé: non si può "tenere la torta e mangiarla"». Quanto a questa Lega così popolare, Colombo sostiene che anche questo è un frutto del vento dell’ antipolitica, che ha delle buone e delle cattive ragioni, ma degli effetti della quale forse varrebbe la pena «di chiedere a Grillo»: e se la protesta non finisse tutta in un «Roma ladrona»? Gianna Fregonara Fregonara Gianna Pagina 10 (18 aprile 2008) - Corriere della Sera