Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  aprile 29 Martedì calendario

MARIANI Pier Paolo

MARIANI Pier Paolo Roma 20 marzo 1946. Medico. Chirurgo. «[...] docente allo Iusm (Istituto universitario di scienze motorie) [...] ”Il primo sportivo importante fu Aldair, nel 1993. Dopo di lui Nesta, Emerson, Assunçao, Totti, Vucinic, Rolando Bianchi, Vezzali, rugbisti, cestisti, judoka. Ma il primo sportivo della mia memoria è Gigi Riva. Avevo 25 anni, stavo facendo il tirocinio come assistente del professor Perugia e mi ritrovai tra le mani la cartella clinica di Riva, reduce da una frattura alla gamba. Il bello è che avevo deciso da poco di occuparmi di ortopedia. Mi ero infatti laureato in cardiologia, ma facendo l’ufficiale medico nel periodo militare mi ero accorto che quel tipo di strada mi annoiava. Avevo trascorso un anno e mezzo a prescrivere aspirine e firmare convalescenze. Cambiai strada”. La svolta ci fu nel 1975: ”Un giorno in biblioteca mi ritrovai a leggere un saggio sull’artroscopia. In Italia era sconosciuta. Al mondo la praticavano solo un paio di americani, un canadese, un giapponese, un inglese e uno svedese. Nel 1976 partii per Stoccolma per studiare questa nuova tecnica. Tornai in Italia e fui il primo ad applicarla. Dagli anni Settanta ad oggi l’ortopedia ha compiuto passi da gigante. Trent’anni fa si preferiva la strada del gesso e si ricorreva alla chirurgia solo in casi estremi. Ora il rapporto si è completamente rovesciato. Io non sono un fautore dell’operazione a tutti i costi: se si può evitare, meglio. Il mio rapporto di fiducia con Totti nacque quando si fece male negli Stati Uniti e a New York gli dissero che doveva finire sotto i ferri. Tornò a Roma, lo visitai e gli dissi che l’operazione non era necessaria. Con la caviglia rotta invece l’unica strada fu l’intervento chirurgico, ma se Totti è andato al Mondiale è merito soprattutto della riabilitazione. questa la strada da seguire per accorciare i tempi di recupero. Dal punto di vista scientifico, la parte più delicata è la cartilagine. il tessuto più nobile e quando si rigenera non ha mai la qualità di quello originale [...] Il miracolo è Tommasi. Aveva il ginocchio completamente sfasciato. Totti è un ragazzo straordinario, semplice ed educato. Gli devo una pipa personalizzata. Quando Lippi lo convocò per il Mondiale, mi arrivò a casa una pipa con le iniziali, regalo di Fincato, il negozio più famoso di Roma. Ma ho commesso anche degli errori. Sbagliai intervento con Corini e forse dovevo operare prima Vucinic. I procuratori sono la novità degli ultimi tempi. Sono loro che scelgono l’ortopedico. Quando visito, si presentano in tre: calciatore, medico sociale e procuratore”. Nel suo studio sono passati anche personaggi dello spettacolo (Nancy Brilli, Beppe Fiorello) e politici, ad esempio Berlusconi: ”Ma poi si è fatto operare in Belgio” [...]» (Stefano Boldrini, ”La Gazzetta dello Sport” 7/1/2007).