F.Manacorda - G.Paolucci, La Stampa 29/4/2008, 29 aprile 2008
Tutti assieme appassionatamente. Professionisti societari di grido e nomi della finanza - da Gilberto Benetton a Jonella Ligresti - che ricoprono incarichi plurimi, rischiano da questa estate di dover abbandonare qualche poltrona o di subire la meno gradita alternativa che sia la stessa Consob a decidere d’ufficio quale o quali incarichi dovranno lasciare
Tutti assieme appassionatamente. Professionisti societari di grido e nomi della finanza - da Gilberto Benetton a Jonella Ligresti - che ricoprono incarichi plurimi, rischiano da questa estate di dover abbandonare qualche poltrona o di subire la meno gradita alternativa che sia la stessa Consob a decidere d’ufficio quale o quali incarichi dovranno lasciare. E’ l’effetto del regolamento emittenti della Commissione, rivisto per attuare le prescrizioni dell’articolo 148 bis del Testo unico della finanza sul limite al cumulo degli incarichi. Un effetto che potrebbe sentirsi in particolare sul consiglio di sorveglianza di Mediobanca, dove quattro consiglieri su ventuno rischiano di essere toccati dalle nuove norme. Il limite, infatti, si calcola su tutti gli incarichi ma si applica solo a chi ha almeno un ruolo «di controllo», ossia è sindaco di una società o membro del consiglio di sorveglianza di una che adotta il sistema dualistico. Per la prima volta, poi, la Consob si occuperà non solo di società quotate, ma estenderà le sue indagini anche alle Società per azioni, alle accomandite, alle Srl. Sul sito della Commissione è apparso così un «incaricometro», un programma nel quale si inserisce il numero delle cariche occupate e si calcola il risultato in base al «peso» assegnato dalla Commissione. Il peso dipende dall’impegno in termini di tempo, dal tipo di incarico e dalle caratteristiche della società: si va dai due punti pieni per un «amministratore con deleghe gestionali» in una società quotata fino agli 0,1 punti di un «componente di organo di controllo» in una controllata di una media impresa. Se il punteggio totale degli incarichi «pesati» è superiore a sei vuol dire che il cumulo di cariche è eccessivo, bisogna rinunciare a qualcosa per tornare sotto la soglia; a meno di sei, invece, tutto a posto. Alcune caratteristiche balzano però subito agli occhi: per quel che riguarda le società quotate, ad esempio, il peso è di un punto secco per tutti i componenti degli organi di controllo: insomma, Michele Nasti, sindaco di AcegasAps e il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa-Sanpaolo Giovanni Bazoli, o il suo omologo di Mediobanca Cesare Geronzi, valgono esattamente lo stesso. Anche per questo, dopo il 30 luglio - quando sindaci e amministratori avranno dichiarato la loro posizione e la Consob si sarà fatto un quadro preciso - è possibile che alcuni paramteri vengano aggiustati. Al momento, comunque quattro consiglieri di sorveglianza di Mediobanca potrebbero essere costretti a dimettersi, o a lasciare altri incarichi pur di rientrare nella fatidica «quota sei». Gilberto Benetton, ad esempio, somma il punto di piazzetta Cuccia con il posto nei cda di Pirelli, Autogrill, Atlantia e Benetton. Più una serie di incarichi dal consiglio di Allianz alla variegata galassia di società del gruppo di famiglia: da Sintonia a Schemaventotto, fino alle holding Ragione ed Edizione. In una posizione analoga c’è anche Jonella Ligresti. Anche per lei, Mediobanca non è l’unico incarico di controllo. nel cds anche di Atahotels spa, che va poi sommato con i cda di Fonsai, Milano Assicurazioni, Rcs, Premafin, Sai Holding, più altri incarichi in società più piccole. Al limite la posizione di un altro pezzo da novanta del cds di piazzetta Cuccia, Marco Tronchetti Provera, che alle cariche in aziende quotate assomma anche il posto nel cda dell’Inter e il ruolo socio accomandante della Mtp & C. sapa, l’accomandita di famiglia: arriva a un 6 tondo, senza più spazio per altre poltrone. Dovrebbe rinunciare a qualche incarico anche Carlo Pesenti. Il numero uno di Italmobiliare oltre alle attività di famiglia siede anche nei consigli di Unicredit, Mediobanca e Rcs. Ma fargli superare i sei punti potrebbe essere il posto nel consiglio della Sgr Ambienta. Il caso più eclatante nel cds di Mediobanca è però quello di Angelo Casò. Per lui, altri 39 incarichi, prevalentemente da sindaco, in varie società del gruppo Benetton ma anche Bracco, SocGen Italia, Barclay’s. E Carlo De Benedetti? Il numero uno del gruppo Cir supera la soglia di punti a causa della presidenza del consiglio di soveglianza di M&C, ma la società ha già annunciato che tornerà al sistema monistico, dunque il problema sparirà. La nuova normativa sarà poco più di un grattacapo anche per Giovanni Perissinotto. L’ad del Leone supera i sei punti a causa della presidenza del cds di una controllata che è passata al sistema duale, Generali Investments. Chi fa davvero sballare l’incaricometro sono però i grandi commercialisti. Come Paolo Andrea Colombo - 5 collegi e 2 cda di quotate che da sole fanno sei e mezzo (anche se non si ripresenterà come sindaco dell’Eni) più altre 24 poltrone - o Lionello Jona Celesia: per lui 4 collegi sindacali di società quotate e un totale di 59 incarichi.