Valentina Avon, La Stampa 26/4/2008, pagina 19, 26 aprile 2008
Insospettabili tossici della porta accanto. La Stampa, sabato 26 aprile 2008 Hanno la faccia pulita di Michele, l’intenditore che riconosce lo scotch a occhi chiusi, un lavoro e un buono stipendio, del quale mediamente in cocaina se ne va il 20 per cento
Insospettabili tossici della porta accanto. La Stampa, sabato 26 aprile 2008 Hanno la faccia pulita di Michele, l’intenditore che riconosce lo scotch a occhi chiusi, un lavoro e un buono stipendio, del quale mediamente in cocaina se ne va il 20 per cento. Sniffano per curiosità, migliorare le prestazioni, divertirsi E per stare con gli altri, per il piacere di farlo, e perché qualcuno che la offre. Le più curiose sono le femmine, i più attenti alle prestazioni sono i maschi. Ai più giovani piace l’evasione. uno dei profili che emerge da uno studio nazionale coordinato dall’Osservatorio epidemiologico sulle dipendenze dell’Asl di Bologna. Che per una volta non guarda solo ai consumatori conclamati, che si rivolgono ai servizi, o ai frequentatori di discoteche e rave. Nella sua prima fase, che ha coinvolto quasi duemila persone (età da 15 a 55 anni), gli intervistatori hanno guardato anche in università e feste private, bar e supermercati, sono andati tra gli estimatori della salamella alle feste dell’Unità come tra i fan di Beppe Grillo al V Day. Per studiare i significati attribuiti alle sostanze, la percezione del rischio, i comportamenti «protettivi» che fanno evitare guai. Sostanze illegali e legali: anche l’alcol è compreso. «La droga è una merce - spiega Raimondo Pavarin, a capo dell’Osservatorio - studi recenti mostrano che la decisione di usare stupefacenti si basa più su un processo razionale di valutazione degli effetti previsti, che su una reazione passiva al contesto nel quale una sostanza è disponibile». Ci si droga per piacere (l’effetto, ma anche il gusto), per benessere (rende allegri), per divertirsi (andare in discoteca ma anche solo passare la serata, a casa o al bar), socializzare, evadere e trasgredire, alterarsi, togliersi una curiosità. «L’alcol è la sostanza base. Delle sostanze illegali, la più utilizzata è la cannabis, seguita dalla cocaina». Oltre la metà delle intervistate si sono fatte, e un terzo si fa, le canne; degli intervistati è un’esperienza per i due terzi, continua per la metà. La coca l’ha usata nella vita quasi un quarto delle donne, l’uso nell’ultimo mese sfiora il 5 per cento, dato abbondantemente superato dagli uomini, un terzo dei quali l’ha usata nella vita. L’alcol, non sorprende, è esperienza comune e permanente per il 90 per cento di entrambi i sessi. Ciò che sorprende è che le motivazioni di chi sniffa sono le stesse di chi beve: il piacere, la socialità, il divertimento. Per la coca va aggiunto il miglioramento delle prestazioni (lavorative ma anche sessuali), per l’alcol un ruolo importante hanno il gusto, legato all’alimentazione, e la tradizione. Sono però entrambi aspetti riconosciuti dai più grandi, oltre i 25 anni. Per i più giovani il motore sta nello «sballo», che siano sostanze legali o illegali. Se c’è una differenza fra alcol e coca, va cercata nel reddito: se è alto, chi cerca piacere e divertimento si procura la coca, chi guadagna meno usa l’alcol. Ma come chi beve non lo fa sempre per stordirsi, anche tra chi sniffa c’è chi si controlla, e sono la maggioranza: due terzi degli amanti del genere hanno sniffato meno di dieci volte in un anno, il 10 per cento un paio di volte al mese, circa il 5 per cento la cocaina l’ha vista un paio di volte a settimana. Insomma, volendo forzare un po’, ma neanche tanto, i dati, in appartamenti bene ammobiliati, messi a letto i bambini, dopo cena invece dell’ambrato bicchiere di scotch c’è chi non disdegna la coca. Il 60 per cento di chi la consuma, lo fa a casa. Poi magari esce, meno di un quarto però va a ballare, mentre il 10 per cento va a lavorare. Tra quelli che se la portano dietro, meno della metà la assume in contesti ricreativi, discoteche o altro, meno di un terzo sniffa al volo, per strada, il 20 per cento lo fa al bar, il 10 approfitta di una pausa al lavoro. Consapevoli dei rischi legali, i cocainomani si muovono in ambienti protetti anche nel procurarsela. Un po’ meno consapevoli, o responsabili, appaiono i consumatori, non solo di cocaina, dei comportamenti a rischio. Un quarto degli intervistati ha infatti guidato nell’ultimo anno sotto l’effetto di qualche sostanza. Ma quasi la metà di loro ha guidato dopo aver bevuto. Va detto però che la passione a un certo punto se ne va: l’80 per cento dei cocainomani smette, in media dopo 4/5 anni, altrimenti arrivano i guai. Un terzo degli estimatori di cannabis e derivati si stufa dopo 8 o 9 anni. Di bere invece non si smette praticamente mai, la speranza è che l’auto resti in garage. Valentina Avon