Massimo A. Alberizzi, Corriere della Sera 28/4/2008, 28 aprile 2008
In Liberia si mangiano spaghetti. Corriere della Sera, lunedì 28 aprile 2008 Il cartello davanti alla porta del ristorante di Paynesville, uno dei quartieri popolari di Monrovia, la capitale della Liberia, in un primo tempo è stato ignorato
In Liberia si mangiano spaghetti. Corriere della Sera, lunedì 28 aprile 2008 Il cartello davanti alla porta del ristorante di Paynesville, uno dei quartieri popolari di Monrovia, la capitale della Liberia, in un primo tempo è stato ignorato. "Here spaghetti ", "Qui spaghetti", c’è scritto. Poi, con il vertiginoso aumento del prezzo del riso, è stato preso in considerazione dagli avventori. Un piatto di pasta costa la metà e i clienti hanno cominciato a ordinare "spaghetti alla bolognese ". Di bolognese, in verità hanno poco. Somigliano più agli spaghetti all’arrabbiata, anzi, all’arrabbiatissima, vista la quantità sproporzionata di peperoncino che viene mescolata alla salsa di pomodoro. Secondo la Bbc il proprietario del ristorante, Emmanuel Biddle, dopo tre mesi dalla pubblicazione del cartello, ora serve ogni giorno montagne di pasta. Ma non solo: ha sconfitto e sbugiardato un antico adagio liberiano secondo cui, racconta al Corriere Peter Coleman, ex ministro della Sanità e chirurgo all’ospedale della capitale liberiana, "se a tavola non c’è riso è come se non avessi mangiato". "Il riso è il nutrimento principale dei liberiani – spiega Coleman che a differenza dei suoi connazionali è un divoratore di pasta giacché ha studiato all’università di Torino – è assai difficile cambiare abitudini in modo così radicale. Solo se la pasta fosse gratis la mangerebbero". Certo un piatto di spaghetti non è regalato, ma comunque è assai più a buon mercato di un piatto di riso. Da qui probabilmente l’approccio cauto, ma sempre più massiccio, al nuovo cibo "Italian Style". L’esempio di Biddle, che ora serve più di 60 clienti al giorno, è stato imitato immediatamente da altri ristoratori che adesso accanto al riso, cucinato in modo tradizionale, sempre un po’ piccante, offrono ai loro clienti anche gli spaghetti. I liberiani si stanno in questo senso italianizzando? Beh, una parte di loro ce la mette tutta e ha accettato di partecipare a corsi in cui si insegna a mangiare gli spaghetti con la forchetta. Biddle infatti prima offriva i suoi "spaghetti alla bolognese" spezzettati, in modo che fosse facile mangiarli con il cucchiaio e "risucchiarli" in bocca. Ora nel suo menù si può scegliere e lui chiede diligentemente se il cliente desidera siano serviti interi, come molti hanno ormai imparato. "Non sono male – racconta al Corriere Sandro, un italiano che lavora ormai da anni in Liberia – anche se a casa mia li mangio con il parmigiano ed è tutta un’altra cosa. Ma i liberiani non lo sanno e gustano i loro spaghetti alla bolognese con gran piacere". Un piatto di spaghetti costa 60 centesimi di euro, un piatto di riso più o meno due euro: "E non ci guadagno quasi niente – spiega Viola Nelson intervistata dalla Bbc ’ ma non voglio perdere i clienti e cerco di tenere i prezzi più bassi possibile ". Oggi un sacco da 50 chili di riso costa 25 euro, una quantità di pasta paragonabile, solo 9 euro. Dunque meglio mangiare spaghetti. E infatti sulle radio private sono cominciati i comunicati commerciali per pubblicizzare la pasta. Il problema è che non è italiana. importata dagli Stati Uniti, non tiene la cottura ed è quasi impossibile mangiarla "al dente". "Non importa – sostiene al telefono ridendo Sandro ”. Tanto i liberiani non lo sanno…". Massimo A. Alberizzi