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 2008  aprile 28 Lunedì calendario

Daniele

Due ruote e politica, almeno dalle parti di Roma, dovrebbero andare d’accordo: fra i parlamentari più giovani non sono pochi quelli che preferiscono moto o motorino all’auto blu, per cavarsela meglio nel traffico. Daniele Capezzone no: l’onorevole ha appena lasciato la Rosa nel Pugno, il gruppo parlamentare col quale era arrivato alla Camera, per aderire al gruppo misto. E ha fondato un ”network” («Non chiamiamolo partito, per carità»), decidere.net. La sede è nel centro di Roma, a un passo da piazza Barberini, e proprio lì l’onorevole, al momento di salire sulla Honda Gold Wing, sembra esitare. Onorevole, non sarà la sua prima volta, su una moto. «Ho avuto il motorino. Però a Roma confesso un po’ di timore: la condizione delle strade e del traffico è un grave problema che Veltroni e troppi altri fingono di non vedere. Il rischio di finire a donare gli organi in questa città è vergognosamente elevato. Non conosco una sola capitale al mondo dove la situazione della strada sia paragonabile alla nostra». Una grossa cilindrata dovrebbe però tranquillizzare. «C’è una leggenda, non so se sia vera: si dice che alcuni produttori giapponesi portino a testare i loro scooter proprio sulle strade di Roma. Mi sembra plausibile». (Ed è proprio vero! ndr) Poi l’onorevole si convince, e monta in sella. In politica, del resto, la prudenza serve quanto la spregiudicatezza, e il problema della sicurezza sulle strade (non solo romane) è argomento sempre scottante, sul quale Capezzone ha da dire la sua. Le stragi del sabato, che si deve fare? «Anziché fare tanti proclami occorre aumentare i controlli: in Italia se ne fanno solo 200mila all’anno, in Francia cinque milioni, in Inghilterra otto milioni e hanno praticamente dimezzato gli incidenti. Qui da noi sono troppo pochi. E faccio presente che su e-Bay un etilometro costa 25 euro, quindi non ci sono scuse: basterebbe volerlo fare». Andare in moto significa anche consumare benzina. Sempre meno che con la macchina, però... «L’Italia, sull’energia, ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, in questi vent’anni. Prima abbiamo detto no al nucleare e ci siamo consegnati al petrolio. Poi, dieci anni fa, al gas: oggi ne siamo prigionieri, il 65 per cento di energia elettrica prodotta in Italia viene proprio da lì e quindi dipendiamo ompletamente dalla Russia e dall’Algeria. Ora è urgente riequilibrare il nostro mix energetico dicendo no ai ”no”. Dobbiamo rifare tutto: riaprire sul nucleare, riaprire sul carbone». Anche risparmiare un po’ non sarebbe male. «Naturalmente. C’è anche quella necessità, e quella di concentrarsi sulle fonti rinnovabili, che però servono a poco se non si riapre a fonti che hanno avuto uno sbarramento che oggi pesa. Quello al nucleare su tutti. L’unica cosa che l’Italia non può permettersi è chiudersi in una specie di oscurantismo mentre tutto il mondo apre su questo». Il breve tour è finito. Non è facile mettere un politico sul lettino dello psicoanalista: il controtransfert è sempre in agguato e quando il lettino è una moto occorre sempre mantenere un occhio sul contachilometri. Se la moto ha due posti, poi, decidere chi guiderà può essere un’annosa questione. Come in politica, del resto. Il network di Daniele Capezzone, decidere.net, deve ancora decidere da che parte stare. A chi affiderebbe la guida di una moto, con lei dietro? «A nessuno dei miei colleghi parlamentari, con pochissime eccezioni. E non comprerei neanche una moto usata da loro, eh!» E guidando lei, chi si porterebbe dietro. «Tanti amici, senz’altro. Ma niente politici. Niente inciuci motociclistici, insomma». Fuor di metafora, lei è favorevole al bipolarismo: prima o poi dovrà decidere da che parte stare. «Io vorrei addirittura il bipartitismo: due partiti, chi vince governa, chi perde si oppone e dopo quattro anni se ne riparla. Farò accordi con chi avrà come prima, seconda e terza priorità il taglio delle tasse. Questa è l’emergenza del Paese: giù le tasse, giù le tasse, giù le tasse».