Enrico Sisti, la Repubblica 25/4/2008, pagina 60., 25 aprile 2008
Il genio dei circuiti. la Repubblica, giovedì 25 aprile 2008 Volete costruire un mini-circuito in giardino per far scorrazzare i bambini? Se i soldi non sono un problema, chiedete pure a Hermann Tilke
Il genio dei circuiti. la Repubblica, giovedì 25 aprile 2008 Volete costruire un mini-circuito in giardino per far scorrazzare i bambini? Se i soldi non sono un problema, chiedete pure a Hermann Tilke. Praticamente li fa tutti lui. Grandi e piccoli. Per Formula 1, MotoGp, ma anche per usi e consumi meno roboanti. Tilke, 53 anni, tedesco di Olpe, costruisce curve e rettilinei, immagina e poi disegna tribune, bonifica paludi e, purtroppo, sgombera anche foreste (in Malesia). Tilke è il "lord of the rings" dal quale Ecclestone ha stabilito di non poter più prescindere. Dietro sono arrivati gli altri, compreso il tycoon indiano Vijay Mallya, che dal 2010 vorrebbe veder sbarcare la F1 a New Delhi. Tilke ha messo mano e testa su tutti i tracciati più moderni, spendendo cifre variabili, ma mai sotto gli 80 mln di euro (Sepang in Malesia, risalente al ”98 e ormai quasi roba da museo). Il più costoso è stato quello di Shanghai (appunto 250 mln di euro) dove domenica 4 maggio si correrà per l´ultima volta il MotoGp: con un miracolo urbanistico, l´avveniristica struttura che si erge nel distretto di Ja Ding è stata ricavata in un´area di cinque chilometri quadrati che fino all´ottobre del 2002 era una palude tolkieniana: «E non è una gran pista», ha ammesso ieri Dani Pedrosa. Tradotto: bisogna saperci correre. Ma a Tilke importa poco. Lui l´aveva pensata ispirandosi all´ideogramma cinese "shang", lo stesso che ha dato il nome a Shanghai e che significa "sopra il mare". E pazienza se sopra il mare Pedrosa, o Hayden, o magari tutti gli uomini Honda, incontrano difficoltà in curva. E pazienza se questo sarà l´ultimo MotoGp in Cina (salvo ripensamenti improbabili) perché la moto, come oggetto e come tramite mediatico, da quelle parti non ha mai funzionato (il costo altissimo alla dogana rende impossibile l´importazione delle grosse cilindrate). La maestosa autorità di Tilke, pagata a prezzi sempre meno concorrenziali, è il filo rosso, nascosto e robusto, che lega motori, velocità e sponsor, Ferrari e Ducati, Valentino e Raikkonen. Da anni (da quando Tilke ha messo la sua firma su Sepang, Istanbul, Bahrein, Fuji, Estoril, Sachsensring, Austria, e anche sul parco tematico della Ferrari che sta sorgendo ad Abu Dhabi, dove il prossimo anni sbarcherà la F1) non esiste più un´alternativa alla sua squadra di ingegneri, architetti, analisti, 250 persone in tutto negli uffici di Aquisgrana e Bahrein: «La differenza fra me e i costruttori di macchine è che loro lavorano su più progetti di partenza, io su uno soltanto: e quello deve funzionare». Trenta circuiti in grado di ospitare la F1, 260 lavori in tutto, zero pause: «Ho appena finito due circuiti in Russia, non per la F1, sto lavorando a Praga, Bucarest, altri due in Spagna». Ma per far correre chi? «Non dovete chiederlo a me». Anche Tilke correva, a 18 anni: «Poi le curve mi hanno tolto il tempo». Il suo primo impiego fu di progettare una corsia di emergenza a Nürburgring: «Mi dettero 600 marchi». Ora per 600 euro, non marchi, non si alzerebbe dal letto neppure l´ultimo dei suoi sottoposti: «Non nascondo che devo molto a Michael Schumacher. Lui mi ha introdotto a Ecclestone». Poi anelli su anelli, finché qualcuno non ha pensato bene di coniare la parola "tilkodromi": «La prima regola per un circuito è di costruirlo in modo tale da consentire ai piloti di commettere errori senza rischiare la vita: quindi immaginare curve tali da obbligare piloti perfetti a commettere errori e perdere velocità». Anche l´uomo-curva ha il suo paradosso. Anzi due: «Il tratto di circuito perfetto? La Nordschleife del Nürburgring. E non l´ho costruita io... ». Enrico Sisti