Marco Magrini, Nòva 24/4/2008, pagina I, 24 aprile 2008
La lampadina intelligente e il computer stupido. Nòva, mercoledì 24 aprile 2008 Il computer ha fama di essere l’oggetto più intelligente che abbiamo fra le mura di casa
La lampadina intelligente e il computer stupido. Nòva, mercoledì 24 aprile 2008 Il computer ha fama di essere l’oggetto più intelligente che abbiamo fra le mura di casa. Essendo "personal", ci sono (poche, ma non rare) famiglie di quattro persone che ne possiedono quattro. Col tempo le sue capacità di calcolo si sono moltiplicate e, insieme a loro, anche i suoi usi e costumi: ormai serve ad ascoltare la musica, a consultare quel grande pozzo di conoscenza chiamato web e - come sanno bene le giovani generazioni - perfino a stare in contatto con gli amici in tempo reale. Eppure, in barba alla sua fulminea intelligenza matematica, il computer sa anche essere piuttosto stupido: quasi la metà dell’energia che consuma viene buttata via, sotto forma di calore. Ne sanno qualcosa le società che gestiscono i grandi datacenter, come ad esempio Google, il moderno impero fondato sulla forza della matematica ma anche sulla forza dell’elettricità che fa girare decine (se non centinaia) di migliaia di computer che calcolano, di router che smistano i byte e di server che immagazzinano i terabyte. Tutti quanti così avvezzi a dissipare energia che, per il loro corretto funzionamento, hanno bisogno di potenti condizionatori - ancor più voraci di watt - per raffreddare l’aria che loro stessi riscaldano. Ora, il guaio è che il mondo ha sempre più sete di energia e che l’elettricità è tutt’altro che "pulita": salvo rarissimi casi, viene prodotta con i combustibili fossili e molto spesso con il carbone, che è di gran lunga la sorgente di energia che emette più anidride carbonica, a sua volta responsabile del riscaldamento planetario. Così, è bene non dimenticare che quella gigantesca rete chiamata internet - della quale fanno parte tanto i server di Google che i pc di casa nostra - contribuisce allegramente al global warming. Con l’avvento della digitalizzazione, si diceva che le comunicazioni personali - dalle e-mail alle videoconferenze - avrebbero diminuito i consumi di carta e il bisogno di viaggiare. Al momento però, le cartiere e le aviolinee non registrano sintomi di flessione. In compenso, la crescita inarrestabile dell’internet sta facendo lievitare i consumi di elettricità. Secondo alcuni calcoli, si tratta di circa 870 miliardi di kilowattora all’anno, il 5,3% dei consumi mondiali di elettricità: 588 per alimentare pc e monitor, 112 per far funzionare (e raffreddare) i datacenter e altri 170 per i router e quant’altro. E con la prospettiva di un aumento del 40-50% da qui al 2010. I produttori di tecnologia e i grandi datacenter si stanno ponendo il problema. Intel e Google hanno fondato la Climate Savers Computing Initiative, un’alleanza cha ha un preciso obiettivo: entro il 2010, ridurre del 50% di consumi dei computer per risparmiare all’atmosfera 54 milioni di tonnellate di CO2 e ai portafogli 5,5 miliardi di dollari in bollette elettriche. Le famiglie stanno rapidamente imparando a spegnere le lampadine quando non servono, per difendere il pianeta e anche per spendere meno. A questo punto dovrebbero solo cominciare a osservare i loro computer sotto un’altra luce: oltre a meravigliarsi per la loro esoterica intelligenza, dovrebbero anche figurarseli come una stupida lampadina da 150 watt.o Marco Magrini