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 2008  aprile 24 Giovedì calendario

Marcegaglia: subito la riforma dei contratti. La Repubblica 24 aprile 2008 «Il contratto nazionale è un tappo che appiattisce tutto al ribasso: la competitività e i salari»

Marcegaglia: subito la riforma dei contratti. La Repubblica 24 aprile 2008 «Il contratto nazionale è un tappo che appiattisce tutto al ribasso: la competitività e i salari». per questo che Emma Marcegaglia, prossimo presidente della Confindustria, chiede ai sindacati di cambiare al più presto il modello contrattuale, ormai «obsoleto e inadeguato per le esigenze di un paese industriale moderno». Proprio la riforma delle relazioni industriali è stata messa al primo punto del programma per il biennio 2008-2010 dal presidente designato di Viale dell´Astronomia che ieri ha ottenuto un voto plebiscitario dalla Giunta (103 sì su 105). Con lo stesso voto è stato dato il via libera pure alla nuova squadra: undici vice presidenti e sei responsabili di comitati tecnici. Faranno parte del team anche Paolo Scaroni, presidente dell´Eni, con una delega agli scenari mondiali («una sorta di ministro degli Esteri delle imprese», ha spiegato Marcegaglia) e Angelos Papadimitriou, quarantenne manager greco amministratore delegato della GlaxoSmithKline Italia, come rappresentante delle multinazionali che investono nel nostro paese. Poi un "pacchetto di mischia" espressione del sistema delle medie imprese che hanno innovato e conquista quote sul mercato globale. Tre le donne: a parte il presidente in pectore, il leader degli industriali milanesi Diana Bracco che si occuperà di ricerca e innovazione, ma soprattutto dell´Expo del 2015; e la campana Cristiana Coppola, con la delega al Mezzogiorno. Marcegaglia ha scelto di non mettere sul banco degli imputati il sindacato, se non per la vicenda Alitalia («il peso del sindacato in questa sfibrante privatizzazione è percepito dall´opinione pubblica come esagerato e privo di senso»), ma ha lanciato una sfida a tutto campo alle tre grandi confederazioni. Anche con la spinta - ha detto - che proviene dal quadro politico emerso dalle elezioni e che proietta una fase di possibile governabilità, semplifica il gioco parlamentare, esclude i partiti anti-imprese. Tutto ciò - ha insistito - toglie qualsiasi alibi a chi non vuole fare le riforme, anche a costo di «scelte impopolari». Tra le riforme da fare, quella delle relazioni industriali. «Uno dei difetti più rilevanti dell´attuale sistema di relazioni industriali - ha detto - è lo scarto che produce tra salario e produttività, per la rigidità dei contratti nazionali che opera come un vero tappo sulla possibilità di valorizzare il lavoro e le scelte dell´individuo». La proposta è netta, e su questo ha confermato la sua fiducia a Alberto Bombassei, dopo gli screzi degli ultimi giorni: un contratto nazionale «fortemente alleggerito nella parte economica e in quella normativa» per dare spazio alla contrattazione aziendale e ai premi individuali. Entrambi detassati, come vuole la nuova maggioranza di centrodestra. Nessuna apertura della Confindustria, però, alla contrattazione territoriale che vogliono i sindacati: «No, perché rischia di diventare un terzo livello di contrattazione e poi perché nei territori non tutte le aziende hanno la medesima produttività». L´obiettivo è cominciare subito, già in questa fase di interregno prima della formale elezione al posto di Luca di Montezemolo all´assemblea del 21 maggio. ROBERTO MANIA