Mattia Chiusano, la Repubblica 24/4/2008, pagina 57., 24 aprile 2008
Igor Cassina. la Repubblica, giovedì 24 aprile Una promessa è una promessa, va mantenuta, anche se rasenta la follia
Igor Cassina. la Repubblica, giovedì 24 aprile Una promessa è una promessa, va mantenuta, anche se rasenta la follia. Quattro anni fa Igor Cassina entrava nella Olympic Indoor Hall di Atene da ginnasta di talento, e ne usciva da campione olimpico alla sbarra. Aveva vinto l´oro e battezzato un movimento, il «Cassina», che porta il suo nome. Aveva fatto una promessa, poche ore dopo: «Ora vedrete il Cassina 2». Un azzardo, un rischio, una sfida alle leggi della ginnastica. Capire è impossibile, perché alla vigilia di una nuova Olimpiade a Pechino c´è un solo atleta al mondo in grado di eseguire il Cassina: lui stesso. Bisognerebbe entrare nella sua testa, mentre fluttua a quattro metri d´altezza, molla lo staggio e si lancia in un doppio salto mortale con avvitamento. Cerca, in una frazione di secondo, di agganciare la sbarra in fibra di carbonio. Alla cieca, senza vedere, immaginando. Scatenando un sesto senso. Con la fede dell´atleta che svuota il cervello, perché pensare genera dubbi, e i dubbi non generano campioni olimpici. Infatti. In quattro anni Igor qualche volta ha pensato. Ed è caduto. Tonfi rovinosi, mentre cercava di esibire l´ultima follia, l´evoluzione del movimento che ha inciso nei testi della ginnastica. Il Cassina 2: un doppio salto raccolto con due avvitamenti. Altri hanno vinto al posto suo. Ma in gran segreto, il ginnasta di Meda ha continuato a lavorare, sei-sette ore al giorno, spinto da chi credeva che si potesse arrivare a certi livelli. Il suo tecnico Maurizio Allievi, primo tra tutti. Ed ora, quando Pechino incombe, c´è un video nel sito di Igor. Si carica in pochi secondi, poi appaiono lui in calzoncini, la sbarra ripresa di lato, e sotto gli occhi del mondo si materializza il Cassina 2. «Perfetto, al punto che l´altro giorno ho brindato a champagne coi miei genitori» sorride Igor. «Dopo Atene il mio obiettivo era riuscire ad eseguire questo movimento, per mantenere la promessa fatta. Sono pieno d´orgoglio, perché nelle competizioni internazionali ancora nessuno ginnasta è riuscito ad eseguire nemmeno il Cassina 1». Ma Igor corre troppo. Più veloce della federazione internazionale, delle sue regole, dei suoi codici. «Ci siamo accorti» spiega Allievi, «che il primo esercizio sarebbe valutato con lo stesso punteggio del secondo. Perché rischiare, quando il Cassina 2 è un movimento �fuori di testa´? Evidentemente la federazione non pensava che si potesse osare così tanto». Ma la tentazione di presentarsi lo stesso a Pechino resta. Rischiando fino all´inverosimile, provando a forzare la storia che ha già premiato Igor con una medaglia d´oro olimpica. Se tutto andasse bene, dalla storia si scivolerebbe nella leggenda. Dei Giochi e dello sport italiano. Un´ambizione coltivata anche da Vanessa Ferrari, che proprio in questi giorni ha cominciato a lavorare sul nuovo esercizio al corpo libero. «Un inno all´italianità» spiega il suo tecnico Michele Casella, che promette: «A Pechino faremo venire la pelle d´oca». La traccia musicale è già pronta, anche se il tenore Fabio Armigliato ed il soprano Daniela Dessì sono ancora in sala d´incisione per la versione definitiva. Le case discografiche hanno dato l´assenso, così come gli eredi di Giacomo Puccini. Per aggirare il divieto di inserire il canto nella base musicale si ricorrerà ai vocalizzi. Bisogna far correre la fantasia: Vanessa a bordo pedana, gli spettatori in silenzio, poi parte un brano della Tosca. Gong, rullata di tamburi, ed ecco la Madame Butterfly. Altro gong, tamburi più leggeri, e le due voci che si fondono nel Nessun Dorma della Turandot, ricordo dell´esercizio che valse la medaglia d´oro ai Mondiali. Pelle d´oca, appunto, sperando che il pubblico di Pechino, probabilmente privo di una ginnasta in grado di vincere il concorso generale, adotti Vanessa e faccia un tifo sfrenato per lei. Il team azzurro ha cominciato a lavorare sulla parte coreografica, in attesa di dedicarsi a quella acrobatica. La Ferrari non sta ancora bene, soffre di tendinite e borsite, deve dosare i salti mortali per non aumentare l´infiammazione. Ma non può fermarsi. A Pechino cercherà di recuperare il suo Tsukahara con doppio avvitamento. Taglierà una diagonale, inserirà più parti artistiche. La sua musica è già da medaglia d´oro. Mattia Chiusano