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 2008  aprile 20 Domenica calendario

L’Arcobaleno cede il 72%. Il Sole 24 Ore 20 aprile 2008 In questo Paese le aggregazioni tra partiti non sono mai state operazioni semplici

L’Arcobaleno cede il 72%. Il Sole 24 Ore 20 aprile 2008 In questo Paese le aggregazioni tra partiti non sono mai state operazioni semplici. Non si è mai visto però il caso di una formazione che abbia perso il 72% dei voti dei suoi componenti, come è accaduto alla Sinistra Arcobaleno tra il 2006 e il 2008. Nel 2006 Rifondazione Comunista, Verdi e Pdci avevano raccolto 3.897.764 voti, mentre la Sinistra Arcobaleno ne ottiene solo 1.124.418 nel 2008, con una differenza di ben 2.773.346 voti. Il solo Prc nel 2006 aveva 2.229.558 voti, circa il doppio degli attuali voti della «Cosa rossa». Detto altrimenti: i voti della Sinistra Arcobaleno sono oggi la metà di quelli della sola Rifondazione comunista nel 2006. Questo crollo della Sinistra Arcobaleno ha avuto un doppio effetto. Al Senato, il mancato raggiungimento della soglia nelle regioni vinte da Pd e Idv senza questo effetto, il centro-destra avrebbe ottenuto meno seggi di quelli che ha avuto. Alla Camera questo effetto ha invece favorito i partiti quali Idv, Udc e, soprattutto, Pd, che in questo modo non hanno dovuto spartire i 277 seggi destinati ai perdenti con un altro partito. Non è facile spiegare ora le ragioni che stanno dietro ad un fenomeno così cospicuo. Quello che si può fare con i dati a disposizione è fissare alcuni punti. Il primo è che le perdite della Sinistra Arcobaleno sono assolutamente uniformi sul territorio nazionale. In tutte le zone del Paese – al Nord, al Centro e al Sud, nei comuni capoluogo e nei piccoli centri – la Sa perde in media oltre i due terzi dei voti dei suoi partiti costituenti. Queste perdite così uniformi sono d’altronde in linea con la sua presenza diffusa a livello nazionale. La cosa sorprendente è che dietro a questa uniformità paiono esserci comportamenti di voto diversi in diverse zone del Paese. Le nostre analisi dicono che nelle regioni del Centro i voti perduti dalla Sinistra Arcobaleno sono andati essenzialmente in due direzioni: da un lato verso il Pd e l’Idv, dall’altro verso l’astensione. Senza questo fenomeno, il Pd non avrebbe mantenuto le sue posizioni nelle regioni del Centro. Infatti i dati della tabella mostrano che il Pd in queste regioni ha perso soltanto 60mila voti rispetto al 2006. Dato il calo dell’affluenza, questo si è tradotto addirittura in un aumento della percentuale del Pd in questa zona. Al Nord e al Sud la storia è in parte diversa. Il ruolo dell’astensione, così come in misura inferiore quello del Pd, sembra confermato. Tuttavia al Nord sembra più rilevante il flusso verso l’Idv, ma soprattutto compare un flusso di voti in direzione del centro-destra, e in particolare del Pdl. Al Sud invece sembra che le defezioni tendono a muoversi in direzioni diverse. Non è un caso che il flusso dalla Sinistra Arcobaleno verso il Pd sia più significativo nelle regioni dell’Italia centrale. Sono infatti queste le regioni della cosiddetta "zona rossa", nelle quali il voto di Rifondazione storicamente non era soltanto un voto di protesta sociale, ma anche l’espressione di una cultura politica comune con quella che poi ha contribuito a formare il Pd. E non va sottovalutato che in queste regioni la sinistra radicale partecipa stabilmente da molto tempo al governo locale insieme alle forze originarie del Pd. Qualunque siano le motivazioni dietro alla scarsa compattezza dell’elettorato della Sa, la bocciatura nei confronti di questa operazione è stata netta. Da un lato ha probabilmente pesato un giudizio di inadeguatezza della classe dirigente, soprattutto in relazione all’esperienza del governo Prodi. Dall’altro, la frettolosa costruzione della coalizione ha messo in discussione i simboli e le identità tradizionali della sinistra radicale, senza nemmeno tentare di costruire una nuova identità, e questo presumibilmente ha allontanato la parte più identitaria dell’elettorato di riferimento. A CURA DI Roberto D’Alimonte, Alessandro Chiaramonte e Lorenzo De Sio Centro italiano studi elettorali (Cise)-Università degli studi di Firenze