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 2008  aprile 20 Domenica calendario

Riaccesi i cellulari in volo, ma solo sei alla volta. Il Sole 24 Ore 20 aprile 2008 Il volo AF1438 Parigi-Vienna di Air France, che decolla ogni mattina alle 9

Riaccesi i cellulari in volo, ma solo sei alla volta. Il Sole 24 Ore 20 aprile 2008 Il volo AF1438 Parigi-Vienna di Air France, che decolla ogni mattina alle 9.40 dall’aeroporto Charles de Gaulle, è destinato a ritagliarsi un piccolo posto nella storia del costume del Vecchio continente. infatti il primo, nei cieli d’Europa, in cui da una decina di giorni sia possibile usare il telefono cellulare per chiamare (con non più di sei apparecchi accesi contemporaneamente), mandare sms e - ma non a tutti riesce - scaricare la posta con gli onnipresenti Blackberry. Air France è infatti la prima compagnia europea ad aver iniziato su uno dei suoi Airbus A318 la sperimentazione del servizio di telefonia mobile in volo progettato da OnAir, una joint-venture tra Airbus e la svizzera Sita, dopo il via libera della Commissione Ue che ha rilasciato la nuova normativa sugli standard di sicurezza per l’uso dei cellulari nei cieli. Niente interferenze pericolose sopra i tremila metri di quota, garantiscono i tecnici di OnAir e Air France. Ma solo sugli aerei equipaggiati con una "pico-cellula", una speciale scatola radio che intercetta i telefonini accesi a bordo e li reindirizza verso il collegamento satellitare. Che non è ancora potentissima, dato che consente di effettuare solo sei telefonate in contemporanea, ma almeno permette di far inviare messaggi ed e-mail a volontà a tutti i passeggeri: dai 109 passeggeri dell’A318, il "piccolo" di casa Airbus, sino agli 853 del colossale A380 nella versione più capiente. Nei cieli europei il servizio di telefonia in volo fa gola a molti. La britannica Bmi, la portoghese Tap e la low cost irlandese Ryanair hanno già annunciato di voler iniziare entro pochi mesi. Non è una novità assoluta: già da marzo Emirates vola da Dubai a Casablanca con i telefoni cellulari accesi. E nel 2006 il colosso americano Boeing aveva tentato senza successo una strategia analoga. In quel caso si trattava di connessione senza fili per computer portatili: scelta sbagliata, perché il servizio Connexion da 10 dollari l’ora sperimentato anche da Lufthansa (che di cellulari in volo per adesso non vuole sentirne parlare) ha chiuso dopo nove mesi in pesante passivo. Già, perché i manager e i turisti volanti a quanto pare non sono interessati a navigare il web a diecimila metri di quota. E forse non ameranno neanche lo squillo del cellulare tra le nuvole. Non tanto per le tariffe da tre-quattro euro al minuto, che arrivano in bolletta come "roaming straordinario" a prescindere da quale Paese si stia sorvolando. Quanto per la mancanza di quel relax forzato che l’obbligo di spegnere il cellulare in volo permette. Sette uomini di affari su dieci in Europa sono infatti contrari al cellulare acceso nei cieli, secondo un sondaggio di Carlson Wagonlit (riportato ieri dall’International Herald Tribune, che ha dedicato un ampio servizio ai primi cellulari accesi su Air France). Il cellulare nei voli soprattutto a breve raggio (sotto le due ore: la media dei collegamenti tra capitali europee) non sembra una grande idea. Tutta un’altra cosa per le lunghe trasvolate oceaniche da 12 o più ore, dicono i manager, dove rimanere in contatto con l’ufficio, i clienti e magari la famiglia diventa più appetibile. Il servizio, secondo OnAir, è però studiato per far gola alle compagnie aeree in un momento di crisi del settore. Le tariffe vengono regolate caso per caso a seconda dell’obiettivo: attrarre più clienti con il servizio oppure aumentare il fatturato del singolo volo. Quest’ultima ad esempio è la strategia scelta da Ryanair, che ha intenzione di far partire OnAir su 20 dei suoi 163 apparecchi (e presto sull’intera flotta) per poter diminuire ancora di più il prezzo medio dei suoi biglietti. Senza contare che sinora l’uso dei telefoni cellulari era considerato uno degli ultimi vantaggi dei treni ad alta velocità europei rispetto ai voli regionali. Adesso non più, anche a costo di uccidere la poesia di un po’ di pace sopra le nuvole. Antonio Dini