Libero Mercato 16 aprile 2008, Oscar Giannino, 16 aprile 2008
SE D’IMPROVVISO DIVENTA UN RING
Libero Mercato 16 aprile 2008
Che cosa succede, è un caso o una necessità? La Fiat usa in questi giorni addirittura gli elicotteri,
per movimentare parti di produzione a Pomigliano d’Arco, aggirando il blocco sindacale ai
cancelli. Ed è ricorsa al Tribunale di Nola, per un’ordinanza che ingiunge ai sindacati di levare
il blocco. Ieri la polizia è intervenuta, tentando di rimuovere il blocco, ma i lavoratori hanno resistito. Una cosa è sicura. I sindacati non sono abituati a vedersi ingiungere il rispetto della legge
dalle pubbliche autorità. Per il semplice fatto che devono essere le aziende a farvi ricorso. E i sindacati questa la considerano una provocazione, una violazione alla regola sostanziale, per la quale il confronto aziendale avviene in un ambito considerato come extra istituzionale.
Può piacere o non piacere, ma di fatto è così. Nel penultimo rinnovo del contratto dei metalmeccanici, quando in Confindustria non c’era il rotondo Montezemolo ma il ”famigerato” D’Amato, si giunse a blocchi di massa di centinaia di aziende impossibilitate a lavorare, ed era solo la Fiom ad aver scatenato la linea dura. Ma praticamente nessuno fece ricorso al rispetto formale della legge. In molti lo chiesero, riservatamente, tra gli imprenditori, a quanto ci risulta. Ma prevalse il desiderio di non aggiungere tensioni a tensioni, visto l’ariaccia che tirava tra articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, legge Biagi e tutto il resto.
Ora per di più la novità di Pomigliano d’Arco viene da un’azienda, la Fiat di Marchionne, che sinora ha usato tutt’altro metodo nel suo rapporto col sindacato. Ricordate tutte le conferenze in cui l’amministratore delegato autore della ripresa torinese si è descritto come socialdemocratico a denominazione d’origine controllata. Tutto era intenzionalmente studiato, nella fase di intensa comunicazione pubblica che è seguita al lungo silenzio iniziale di Marchionne, per veicolare l’immagine di un manager e di un vertice aziendale molto più convinto della bontà del modello Mitbestimmung germanico, volto alla cogestione coi sindacati alla ricerca comune di soluzioni costruttive, che del pugno di ferro a cui l’azienda torinese è stata costretta in momenti decisivi della propria storia, come nel licenziamento dei 61 e ai tempi della marcia dei 40mila. Qual è, il messaggio di Marchionne con la polizia a Pomigliano? Che il sindacato deve farla finita di non capire, che la linea sin qui seguita sull’improdutttività di alcuni stabilimenti siti in Italia non può durare in eterno? Oppure che a Torino pensano che l’aria politica sia cambiata, e se sino a ieri si tollerava tutto adesso si va dal giudice? Sarà interessante capirlo, perché il messaggio non vale solo per Torino.
Oscar Giannino