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 2008  aprile 24 Giovedì calendario

ROMA – Citto Maselli, cineasta della sinistra più radicale e neo-extraparlamentare: «Il tuo documento, Luca, è interessantissimo

ROMA – Citto Maselli, cineasta della sinistra più radicale e neo-extraparlamentare: «Il tuo documento, Luca, è interessantissimo... ti prendiamo in parola per un tavolo stabile di confronto. Siamo caduti in trappole di altri governi. Con quelli "amici" è stato persino peggio. Gli incontri con le categorie erano riti vuoti». Come non pensare ai ministri Rutelli o Veltroni? Riconosce Gabriella Carlucci, Forza Italia-Pdl: «Devo chiederti scusa, volevo mandarti delle rose, la mia è stata una orribile battuta maschilista». Gabriella gli fa ciao-ciao e dimentica di aver dato alle stampe una proposta di legge sullo spettacolo «fatta in realtà da Rositani», uomo An. Ride, biondissima: «Una donna non può partorire regole nuove su tax shelter e tax credit?» Sala Tatarella del gruppo An alla Camera. «Luca» è Barbareschi, neoeletto Pdl che si auto-vaticina un grande futuro: «Non so se come sottosegretario ai beni culturali o come presidente della commissione Cultura, ma mi occuperò del settore». Primo incontro informale con la galassia di sinistra che anima tv, cinema, teatro: «Lo spettacolo deve diventare realtà imprenditoriale, sottratta al sostegno statale». Stava per saltare tutto: era in programma Gianni Alemanno. Gli autori hanno fatto sapere che avrebbero disertato rivolgendo un semplice interrogativo: «Cosa c’entra Alemanno candidato al Campidoglio?». Anche Carlucci ha protestato con Luca. Niente Gianni. Evidente il duello Barbareschi-Carlucci per il posto da sottosegretario allo spettacolo del ministero dei Beni culturali. Guidando bene la macchina, si può puntare a sottrarre quel monopolio cultural-economico alla stanca sinistra. Un giochino storico niente male. In sala Michele Placido, Angelo Barbagallo (universo Nanni Moretti) per i produttori indipendenti, Andrea Purgatori per il movimento «Cento autori», Carlo degli Esposti (produttore di Montalbano), Pietro Valsecchi (fiction Mediaset), Moira Mazzantini per gli agenti (sorella di Margaret, figlia di Carlo, ex combattente nella Rsi), Riccardo Tozzi, produttore e marito di Cristina Comencini. Barbareschi chiede di «cambiare i rapporti tra politica e associazioni», di puntare sulla «formazione del pubblico e dei nuovi talenti». E poi: «Cacciare dalla tv i produttori truffatori, liberare Rai e enti dalla politica». Placido: «Allevare nuovi talenti puntando su vere scuole, non su "Amici"». Barbagallo: «Esiste un problema produttivo del cinema italiano, se anche film da 3-4-5 milioni di euro hanno bisogno di una quota di finanziamento statale». Purgatori: «Sky sfrutta con decine di passaggi i film italiani pagando una miseria di diritti poi vende i propri palinsesti ai gestori telefonici senza riconoscere nulla a chi ha creato e prodotto». Tozzi: «I contratti sindacali permettono ai registi di lavorare si è no un’ora e mezzo al giorno, contro le tre-quattro degli Usa, così usciremo dal mercato». Carlucci chiude i conti con Marcello Foti, direttore generale del Centro sperimentale di cinematografia. Lei aveva accusato il Centro su «Il riformista» di «sprecopoli culturale». Peccato che il presidente sia Francesco Alberoni, quota certo non centrosinistra (oggi apparirà una risposta, sempre su «Il riformista»). Protesta Foti: «Abbiamo molti impegni, siamo anche l’archivio storico del cinema italiano». Carlucci e Barbareschi prendono per due ore appunti, registrano. Il potere è in vista, bisogna attrezzarsi. Paolo Conti