varie, 22 aprile 2008
MAFFEI Mariano
MAFFEI Mariano Napoli 29 marzo 1938. Ex procuratore di Santa Maria Capua Vetere (in pensione), quella le cui indagini nel gennaio 2008 portarono alle dimissioni dell’allora Guardasigilli Clemente Mastella, alla caduta del Prodi II, alla fine della XVI legislatura. «E mò se cade il governo fosse colpa mia?» • «[...] dopo 44 anni da magistrato, a soli dieci giorni dalla pensione, ha conosciuto, grazie alla famiglia Mastella, gli onori di youtube. [...]» (Antonello Caporale, “la Repubblica” 19/1/2008) • «[...] La sua è indubbiamente una chiusura di carriera con il botto, un’inchiesta che sembra mettere insieme tutti i peccati, anche quelli veniali, commessi da Clemente Mastella nella sua terra. E il Guardasigilli non ha gradito, accusando Maffei di accanirsi sull’Udeur per frustrazione da imminente pensione e motivi di famiglia, in quanto parente del presidente della provincia di Caserta, l’esponente dell’ex Margherita Sandro De Franciscis. Il procuratore, 70 anni, da 44 in magistratura, reagisce con flemma inglese. “Assurda e disgustosa polemica di un ministro che pratica sistematicamente la calunnia e l’infamia, ma ha trovato sulla sua strada un magistrato onesto che vuole dimostrare in maniera tangibile all’intera nazione che la legge è uguale per tutti”. A Santa Maria Capua Vetere, dove è capo da 15 anni, Maffei è considerato un personaggio. Piccolo di statura, leggermente claudicante, parla di sé in terza persona, usando un vernacolo esplicito. “Ma che vuole Mastella, che mi astenga? Per una parentela lontana di mia moglie, che era cugina di De Franciscis? Che vuole dire essere parente? Sappia il ministro che io ho indagato anche lui, De Franciscis, in altri procedimenti, e che se fa cose gravi lo sbatto anche in galera”. Il tutto condito da urla e da una ingenuità che lo porta a chiedere di non essere ripreso quando ha davanti a sé una trentina di telecamere. Quando scopre che nessuno obbedisce, non se la prende più di tanto: “Che mi importa, ancora qualche giorno e sono in pensione” [...]» (Marco Imarisio, “Corriere della Sera” 17/1/2008) • «[...] Durante le indagini, non abbiamo neppure lontanamente pensato alle possibili conseguenze che il nostro lavoro avrebbe potuto avere sul piano politico. Come magistrati, non ci siamo mai posti questo genere di problemi perché i politici sono indagati come gli altri [...]» (d. d. p., “la Repubblica” 22/1/2008).