La Repubblica 20 aprile 2008, ENRICO FRANCESCHINI, 20 aprile 2008
Second Life di cera ecco la fabbrica dei corpi. La Repubblica 20 aprile 2008 la prima sensazione è di trovarsi in un ospedale
Second Life di cera ecco la fabbrica dei corpi. La Repubblica 20 aprile 2008 la prima sensazione è di trovarsi in un ospedale. Una clinica di lusso. Diretta, magari, da uno scienziato pazzo. Dal dottor Jekyll. Dal dottor Caligari. O da Frankenstein in persona. I pazienti, in effetti, sono stati fatti a pezzi. Qui giace un braccio. Là, un tronco. Lì, una testa. Sulla quale, adesso, infermieri impassibili si accaniscono, rimodellando i lineamenti, sostituendo un occhio, staccando e riappiccicando un orecchio. Non siamo, tuttavia, in un film dell´orrore. Siamo nei Tussauds Studios, ad Acton, quartiere londinese a ovest di Kensington. Siamo nel magazzino dei pezzi di ricambio di Madame Tussauds. O nel cimitero del museo delle cere. Siamo nel luogo, comunque lo si voglia chiamare, da cui passa la storia di un´istituzione antiquata, sorpassata, obsoleta, che ostinatamente, incredibilmente, è rimasta viva e attraente anche nell´era di Internet, degli ologrammi, della realtà virtuale. Madame Tussauds oggi è una multinazionale, un museo con sede a Londra, Amsterdam, Las Vegas, Hong Kong, New York. La sua "casa madre", il primo e più grande dei musei che portano questo nome, su Marylebone Road, nel centro della capitale britannica, compie in questi giorni ottant´anni, essendo stato riaperto nel 1928 dopo un devastante incendio che tre anni prima distrusse non solo quasi tutte le statue di cera e i loro costumi, ma anche l´arredamento, i quadri e gli oggetti che facevano parte dell´allestimento originale, inaugurato nel medesimo edificio nel 1884. Il museo delle cere di Madame Tussaud era sbarcato permanentemente a Londra ancora prima, nel 1835, poco più in là, nella stessa Baker Street dei romanzi di Sherlock Holmes, e bisogna risalire ancora più indietro, fino al 1770, per la prima esibizione di statue di cera, a Parigi, ad opera di un medico, il dottor Philippe Curtius, presso il quale lavorava come domestica la madre di Marie Grosholtz, giovane alsaziana di Strasburgo, che del dottor Curtius sarebbe diventata l´assistente e avrebbe poi acquisito il cognome che l´ha resa celebre, sposando l´ingegnere François Tussaud. Di questa storia lunga quasi due secoli e mezzo, i Tussauds Studios di Acton sono il simbolo, il custode e la continuazione. Qui sono conservati tutti gli stampi e i pezzi originali non andati distrutti o perduti, gli archivi con lettere e documentazioni delle varie epoche, le parti consumate, rovinate, cadute, spezzate. Qui avvengono le sostituzioni, gli aggiornamenti, le riparazioni. Qui si mettono in posa per ore gli uomini e le donne in carne ed ossa ai quali viene proposto l´onore di essere immortalati in uno o più degli odierni musei Tussauds sparsi per il mondo. come un futuristico laboratorio, suddiviso in reparto di scultura, officina d´ingegneria meccanica, salone guardaroba, assemblaggio animatronico, magazzino di modellaggio in cera e in plastica, studio di design, più uffici per la produzione, la distribuzione, la pubblicità. I muri esterni sono quelli di un´ex-fabbrica per aeroplani, successivamente usata come catena di montaggio d´automobili, poi come centro di ricerche ad alta tecnologia. Grandi finestre, cascate di luce naturale che piovono dal tetto, arredamento ultramoderno, sofisticate tecnologie e decine di persone che lavorano delicatamente, come nel reparto di ostetricia di un ospedale, per far nascere, e talvolta resuscitare, imitazioni perfette di esseri umani reali. Le statue storiche, o quel che ne rimane, giacciono custodite in scatole, teche, armadi sigillati, come nella tomba un antico faraone e la sua corte. Le statue nuove o da rinnovare e riparare sono disposte nell´equivalente di tante piccole sale operatorie: una testa ancora spoglia, montata su una trave girevole di metallo, sulla quale vengono disegnati i lineamenti, cuciti peli e capelli, scolpiti naso e bocca, prima di ricongiungere la testa con il corpo, su cui lavorano altri artigiani un po´ più in là. un processo complesso, lento e costoso. Ogni anno, dagli Studios di Acton escono approssimativamente quaranta o cinquanta nuove figure, una dozzina delle quali destinate al museo di Londra, il resto alle altre "filiali" della ditta. Prima che cominci l´opera, per ogni figura occorre decidere dove sarà installata, in quale posa e in che relazione con le statue che si troverà accanto. Se la persona da rappresentare è disponibile, viene invitata negli studi dove viene discussa la posa, l´espressione e l´immagine prescelta: si prendono le misure dettagliate, si fotografa il soggetto, se ne tracciano i primi schizzi, in una seduta che può durare anche quattro ore. Qualche volta, invece, sono gli scultori e i modellatori in cera di Madame Tussauds che si recano a incontrare le stelle da trasformare in statue, dovunque si trovino, e ogni tanto, a seconda dell´importanza e degli impegni del personaggio, la seduta deve essere ridotta ad appena quindici minuti. Ma nemmeno quattro ore sono tante rispetto ai sei mesi di lavoro che richiede la creazione di ogni statua, dalla prima misurazione dell´originale fino al completamento. Ci sono esperti che esaminano i capelli, il colore degli occhi e della pelle, altri che discutono i requisiti dell´abbigliamento, altri che fanno calchi delle mani e perfino dei denti, se necessario. Alle misure prese dal vivo e alle foto scattate si aggiungono poi immagini e filmati selezionati attraverso agenzie di stampa e reti televisive, affinché lo scultore abbia ben presente l´immagine pubblica dell´individuo prescelto. Un dipartimento ricerche fornisce materiali d´archivio sui personaggi storici, utilizzando quadri, sculture e descrizioni del tempo in cui viveva. Quindi uno scultore costruisce un´armatura, una sorta di scheletro in acciaio e alluminio, che viene rimpolpato con carta di giornale e tenuto insieme con filo di ferro. L´armatura stabilisce la posa esatta che avrà la statua. A questo punto, sopra l´armatura, viene costruito il corpo in argilla, la cui superficie è però in fibra di vetro. Il procedimento di scultura prende circa dodici settimane, da sei a otto settimane per la testa, che viene fabbricata separatamente, e quattro settimane per il corpo. Poi inizia l´applicazione dello stampo in cera, un misto di cera d´api e cera giapponese, mescolato a resina, silicone e altri materiali. I denti vengono dal laboratorio odontoiatrico del Mount Vernon Hospital di Middlesex, uno dei più avanzati d´Inghilterra: ciascuno richiede quattro giorni di lavoro. Per ogni paio d´occhi, dipinti in acquerello e acrilico, con un finissimo filo di seta usato per creare le linee delle vene, occorrono dieci ore. Alla seduta originale di posa, un team di parrucchieri strappa un capello dal soggetto per inviarlo a un commerciante di parrucche, in modo da trovare la copia assolutamente esatta in termini di colore e lucentezza: sono necessarie sei settimane per fabbricare l´intero cuoio capelluto. Ogni singolo capello viene inserito sulla testa con un ago speciale, in modo che la capigliatura possa essere poi tagliata, pettinata e lavata quante volte si vuole; e un procedimento analogo avviene per ciglia, sopracciglia e ogni altro pelo del corpo. Infine la cera viene colorata con colori a olio per creare un effetto realistico: cinque giorni per colorare la testa, due giorni per le mani, ancora di più se altre parti del corpo risultano esposte anziché coperte dai vestiti. La vestizione, ossia la scelta del guardaroba appropriato, è l´ultimo atto. Se il soggetto reale non può, o non vuole, fornire un proprio paio di scarpe usate, delle scarpe nuove vengono fatte indossare per alcune settimane a dipendenti del museo, in maniera che abbiano un aspetto sufficientemente vissuto. Quando il dottor Curtius aprì un´esibizione di statue di cera al Palais Royale di Parigi, nel 1770, la tecnica era più primitiva. Marie Grosholtz, la futura Marie Tussaud, sua assistente, apprese l´arte di creare statue di cera da lui e all´età di diciassette anni la perfezionò andando a Versailles come tutrice d´arte della sorella del re. Allo scoppio della Rivoluzione francese, nel 1789, Marie tornò a Parigi, aiutando il dottore a modellare le teste di alcune delle vittime della ghigliottina, incluse le damigelle di cui aveva fatto conoscenza a Versailles. Nel 1794 ereditò la collezione di statue dal dottor Curtius, sposò l´ingegnere François Tussaud, lo lasciò otto anni più tardi (mantenendo però il cognome, più francese del suo) e partì per portare in tournée le sua statue di cera nelle isole britanniche. Era decisamente una donna avventurosa, specie per quei tempi: per i successivi trentatré anni visse una vita da direttrice di circo, portando la sua carovana di statue da una città all´altra, cercando i locali in cui esporle, improvvisando la pubblicità, dando interviste ai giornali. Fece naufragio nel mar d´Irlanda e sopravvisse all´incendio di Bristol nel 1831, continuando nel frattempo, tra un viaggio e l´altro, ad aggiungere statue alla sua collezione. Finché, nel 1835, si fermò a Londra, su Baker Street. Si fece fare la propria statua in cera a ottantuno anni, prima di morire, già ricca e famosa, lasciando il museo ai figli. Generazioni successive se lo sono tramandato, ma dal 2007 tutti i Musei Tussauds sono stati acquistati dalla Merlin Entertainment, un gigante del settore con oltre cinquanta parchi divertimento e attrazioni internazionali, incluso The Eye, la ruota panoramica sul Tamigi, e Gardaland in Italia. Duecentotrentotto anni dopo l´esibizione a palazzo reale a Parigi, e ottanta dopo la riapertura a Londra, il Madame Tussauds del presente è una sorta di luna park con percorsi interattivi, statue semoventi, effetti speciali, planetario, cinema, ristorante, negozi di souvenir, e questo spiega in certa misura perché il suo fascino non si è estinto con l´avvento di forme di divertimento come i videogiochi, le animazioni al computer e la Second Life offerta da Internet. Ma il successo del museo delle cere, anziché rallentare, aumenta, e forse i motivi sono anche altri. Ritrovare sotto uno stesso tetto Angelina Jolie e papa Giovanni Paolo II, Gandhi e David Beckham, Diana e il principe Carlo, Bush, Bogart, Pelè, la regina Elisabetta, Mohammad Ali, Madonna, Jennifer Lopez, Luciano Pavarotti, Napoleone, Clinton, Gorbaciov, Brad Pitt, Lenin, George Clooney e centinaia di altre celebrità del passato e contemporanee, è forse un modo di ritornare bambini, di tornare a giocare con le bambole o con i soldatini, e in effetti gli adulti che visitano Madame Tussauds non sono numericamente inferiori alle scolaresche. E poi c´è la curiosità di scoprire chi c´è, e chi non c´è. Tony Blair si è dovuto dimettere, non è più primo ministro, ma c´è; il suo successore, Gordon Brown, inizialmente invitato agli Studios di Acton per mettersi in posa, ha sofferto l´umiliazione di ricevere una lettera di rifiuto, o perlomeno di rinvio: dovrà vincere le elezioni del 2009 per aspirare a diventare una statua di cera. L´alternativa, per Brown ma anche per chiunque altro ne abbia voglia, è farsene fabbricare una a pagamento: esiste, ai Tussauds Studios, un apposito "servizio clienti". Ma bisogna essere pronti a farsi strappare un capello, e a sborsare duecentomila euro. ENRICO FRANCESCHINI