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 2008  aprile 22 Martedì calendario

Una ricerca dell’università norvegese di Bergen ha dimostrato che gli errori umani sul lavoro non sono solo il risultato di momentanee fluttuazioni nella concentrazione, come si credeva finora, ma hanno una radice ben più complessa e precisa

Una ricerca dell’università norvegese di Bergen ha dimostrato che gli errori umani sul lavoro non sono solo il risultato di momentanee fluttuazioni nella concentrazione, come si credeva finora, ma hanno una radice ben più complessa e precisa. I ricercatori, con la risonanza magnetica funzionale, hanno scannerizzare il flusso di sangue nel cervello di 13 persone (fra i 22 e i 29 anni) impegnate in esercizi monotoni nei quali dovevano rispondere velocemente a stimoli visivi. Risultato: l’attività di un’ampia regione del cervello si alterava 30 secondi prima che i volontari compissero un errore. Lo studio, scrivono gli autori, ha dimostrato per la prima volta che i segnali cerebrali precursori di un errore possono essere letti con un po’ di anticipo, dunque questa ricerca «potrebbe essere un primo passo per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro».