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 2008  aprile 16 Mercoledì calendario

Alitalia-Air France i paletti del Cavaliere. La Stampa 16 aprile 2008 Una cordata di imprenditori nostrani che rilevino fra il 30 e il 50% della nuova Alitalia

Alitalia-Air France i paletti del Cavaliere. La Stampa 16 aprile 2008 Una cordata di imprenditori nostrani che rilevino fra il 30 e il 50% della nuova Alitalia. Rafforzamento della componente italiana nella holding franco-olandese. Più voli intercontinentali da Malpensa partendo dal ripristino dei collegamenti per Cina e India. Revisione della convenzione Enac sui diritti di traffico per lasciare spazio ai concorrenti nello scalo milanese. «Margini di trattativa con Air France-Klm? Con Sarkozy non ne ho parlato, me ne occuperò quando avrò responsabilità di governo», diceva ieri il Cavaliere. Salvo poi, nella tarda serata, parlare a Porta a porta di una proposta «tutta italiana» che può portare a una soluzione che «non andrà al di là di un mese». In collegamento con la trasmissione di Bruno Vespa, il premier in pectore ha poi spiegato che ha avuto contatti con molti imprenditori e che tra essi c’è anche «una società che ha anche un know how specifico, assistita da un importante istituto bancario». Il riferimento, neppure tanto velato, è ad Air One. Ma secondo quanto riferiscono fonti ben informate della finanza e della politica Bruno Ermolli e Gianni Letta - emissari di Silvio Berlusconi sul caso Alitalia - starebbero già sondando la disponibilità del numero uno transalpino Jean-Cyril Spinetta a discutere di un nuovo accordo che alzerebbe il prezzo strappato dal governo Prodi. La situazione finanziaria di Alitalia è tale da non poter attendere il nuovo governo. Sempre ieri, in un nuovo vertice coi 9 sindacati della compagnia, Aristide Police è stato netto: «Ci sono pochi soldi, poco tempo e la situazione è drammatica». Fra al massimo un mese il presidente Alitalia sarà costretto a chiedere la nomina di un commissario. E quel giorno Berlusconi potrebbe non essersi ancora insediato. Non a caso ieri Palazzo Chigi, su richiesta delle sigle, ha chiesto ufficialmente al centro-destra un «incontro urgente con un rappresentante delegato» per discutere il da farsi. Già da qualche giorno Enrico Letta, incaricato dal Pd di sbrogliare la matassa, ha aperto un canale con il prossimo vicepremier, ovvero lo zio Gianni. Se i sindacati torneranno al tavolo con Parigi e firmeranno un pre-accordo, il governo sarebbe pronto a far scattare il prestito-ponte da 300 milioni, erogato da una grande banca ma garantito dallo Stato. All’aeroporto Charles de Gaulle, sede della compagnia franco-olandese, le bocche sono cucite. Il clima è però di chi attende alla finestra: «Ogni parola in più in questa fase potrebbe essere fatale», dice una fonte vicina al dossier. A Parigi attendono di capire come evolverà la discussione nella nuova maggioranza, e se le ipotesi ventilate in alcuni contatti informali siano effettivamente percorribili. E del resto sanno che Berlusconi, smessi rapidamente i panni del difensore dell’italianità a tutti i costi, non oppone più un «no» secco ma guarda anche a soluzioni alternative. L’opzione numero uno per il presidente di Sin&rgetica (nonché consigliere Mediaset) Bruno Ermolli era quella di Lufthansa. Ma a Francoforte l’ipotesi di un controllo paritario della compagnia non sarebbe stato accolto con grande entusiasmo. Per questo Ermolli avrebbe rispolverato anche la soluzione tutta italiana Alitalia-Air One, accompagnata dagli stessi soci che potrebbero partecipare alla soluzione francese: da Ligresti a Gavio, da Diana Bracco alla Camera di Commercio di Milano. «Non avremo difficoltà a trovare una compagine di imprenditori», garantiva ieri il Cavaliere. Un modo per dire a Parigi che l’accordo non ci sarà a qualunque costo. Un eventuale accordo con Air France non potrà non passare dal rilancio di Malpensa, una questione sulla quale Parigi è finora rimasta molto fredda: il Cavaliere ha il fiato sul collo della Lega e del sindaco di Milano Letizia Moratti i quali - con in tasca la carta dell’Expò 2015 - ora sono determinati ad ottenere il massimo. «O Alitalia la compra qualcuno, o c’è il fallimento e per evitare il fallimento c’è la legge Marzano, che è la strada giusta da seguire», avverte il numero due del Carroccio Bobo Maroni. Se si andasse al commissariamento, Air France-Klm perderebbe ogni speranza di avere la meglio. Spinetta non intende mollare, almeno fino a quando i soci olandesi, da sempre freddi all’operazione, non gli opporranno un ultimo no. Da ieri però anche gli olandesi hanno un motivo in più per andare avanti: per una strana coincidenza di tempi, Delta e Northwest hanno trovato l’accordo che farà nascere il più temibile concorrente americano alla supremazia mondiale dei franco-olandesi. Parigi avrebbe voluto diventare socio nell’affare partecipando all’aumento di capitale per 750 milioni. Invece all’ultimo momento è stata lasciata fuori: «Le risorse in liquidità delle due compagnie non richiedono finanziamenti supplementari», recita un laconico comunicato. Un’altra débâcle dopo questa a Parigi non se la possono permettere. ALESSANDRO BARBERA