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 2008  aprile 16 Mercoledì calendario

Donne & poltrone. La Stampa 16 aprile 2008 Qualunque cosa il nostro presidente faccia, ovunque lo conduca il destino, lo farà con la dignità di un uomo e di un ufficiale»: la voce suadente, familiare a tutti i russi, di Nikita Mikhalkov, il regista da Oscar di «Sole ingannatore»

Donne & poltrone. La Stampa 16 aprile 2008 Qualunque cosa il nostro presidente faccia, ovunque lo conduca il destino, lo farà con la dignità di un uomo e di un ufficiale»: la voce suadente, familiare a tutti i russi, di Nikita Mikhalkov, il regista da Oscar di «Sole ingannatore». Quale presidente, verrebbe da chiedersi, visto che in questo momento la Russia ne ha due, quello uscente e quello che si insedierà al Cremlino il 7 maggio. Ma al congresso di Russia Unita, il partito di maggioranza che ieri ha incoronato Vladimir Putin suo leader non solo spirituale ma anche formale, non hanno dubbi: il presidente resta sempre lui, e il delfino Dmitrij Medvedev sembra riconoscere la parte che gli viene riservata dal copione e declina gentilmente l’invito di iscriversi anche lui a questa macchina da guerra che con 315 seggi su 450 controlla totalmente la Duma. E il cd che circola nei corridoi del congresso, con i vip russi che dichiarano il loro apprezzamento per il padrone del Cremlino, dimostra che per Putin il titolo di ex non è di attualità. Sul disco voci di personaggi di fama internazionale lodano Putin: Alexandr Solzhenitsyn ricorda che ha «ereditato un Paese depredato in ginocchio e in miseria e l’ha ricostruito» e Mikhail Gorbaciov apprezza il fatto che «ha vissuto in Occidente e ne conosce perfettamente, da dentro, i lati positivi e negativi» (dimenticandosi forse che il leader russo ha vissuto nell’allora Ddr, che forse non era proprio Occidente, e la conosceva «da dentro» in quanto spia del Kgb). Il presidente ha riconfermato ieri alla platea di suoi sostenitori che, appena deposti i poteri, prenderà l’incarico di primo ministro, e ha accettato finalmente la proposta di Russia Unita di assumerne la guida, previa una modifica dello statuto del partito che gli concede pieni poteri. Così Putin concentra nelle sue mani sia l’esecutivo che la guida della maggioranza parlamentare, accorpando due poltrone che spostano una bella fetta di potere fuori dal Cremlino di Medvedev. Il partito - fondato nel 1999 proprio per sostenere Putin appena entrato sulla scena politica, e che si è sempre mosso su una linea di totale appoggio del Cremlino - ha accettato perfino l’umiliazione che il suo nuovo capo non ne prenderà la tessera: apposta per Vladimir Vladimirovic lo statuto è stato modificato per permettere a un non membro di guidare la formazione. Insomma, a tre settimane dal suo teorico addio continua a comportarsi come il padrone della Russia, progettando anche mosse di politica internazionale come il blitz in Sardegna da Berlusconi. Nessuna tentazione di ritirarsi, a 55 anni, dalla vita privata, come vorrebbero alcuni siti di gossip russi che ipotizzano un nuovo matrimonio dello zar con Alina Kabaeva, 24enne pluridecorata campionessa di ginnastica, star delle riviste patinate, icona degli adolescenti e deputata di Russia Unita. Il giornale di cronaca e pettegolezzi moscoviti «Moskovskij korresponent» promette le nozze per il 15 giugno prossimo, e sostiene che Putin avrebbe già divorziato in segreto dalla first lady Liudmila. Ma se si tratta di un’operazione di sondaggio per vedere come i russi reagirebbero al loro amato leader in versione Sarkozy, il responso è stato negativo: sul sito del giornale una valanga di lettori hanno replicato increduli e disgustati. La Kabaeva è stata giudicata «grassa e volgare, altro che Carla Bruni» e sia uomini che donne hanno dichiarato che come elettori non possono fidarsi di un leader che lascia la propria moglie per una ragazza che ha 30 meno di lui. Anna Zafesova