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 2008  aprile 16 Mercoledì calendario

L’ultimo ruggito di Kohl: ”Mi sposo”. La Stampa 16 aprile 2008 Ci sono voluti quasi sette anni

L’ultimo ruggito di Kohl: ”Mi sposo”. La Stampa 16 aprile 2008 Ci sono voluti quasi sette anni. Sette anni in cui la sua stella di leader entrato nei libri di storia prima ancora di uscire dalla cancelleria si è a poco a poco spenta; sette anni in cui la sua reputazione è crollata a picco, spazzata via dallo scandalo sui fondi neri che ha travolto lui e il suo partito; sette anni in cui la politica attiva è lentamente scomparsa dalla sua vita. E lui dalla scena politica tedesca. Alla fine però, a quasi sette anni dalla morte di sua moglie Hannelore, suicida nel luglio del 2001, Helmut Kohl ha deciso di risposarsi. La notizia è stata anticipata ieri, come spesso in passato, dal quotidiano popolare «Bild» e poi confermata dal capo del suo ufficio a Berlino, Ulrich Pohlmann. A tre anni dalla presentazione ufficiale, in occasione dei festeggiamenti per i suoi 75 anni, Maike Richter si unirà dunque in matrimonio all’ex cancelliere. Lei, economista e funzionaria governativa, di anni ne ha invece 43, quasi come i due figli dell’ex cancelliere, Walter e Peter. Un dettaglio cui la stampa tedesca ha preferito non dare peso, elogiando piuttosto le qualità della futura sposa, descritta come intelligente e socievole, ma anche testarda e capace di imporsi. La cerimonia dovrebbe avvenire presto, «il prima possibile», ha precisato Pohlmann. Nelle sue attuali condizioni, però, il futuro sposo non sarebbe neanche in grado di pronunciare il suo «sì»: si trova infatti in una clinica di riabilitazione, dopo una brutta caduta avvenuta un paio di mesi fa, e non riesce ancora a parlare. Tanta fretta nuziale ad alcuni commentatori è sembrata quanto meno sospetta. «Come sta davvero Kohl?» si è chiesta la «Welt». A parte l’incertezza sulle sue reali condizioni di salute, la notizia delle seconde nozze dell’«eroe» della riunificazione ha sollevato in Germania un’ampia eco. Il suicidio della prima moglie, del resto, mise all’improvviso Kohl sotto un’ottica nuova. Non più soltanto il cancelliere capace di riportare i democristiani alla guida della Repubblica federale dopo tredici anni di digiuno e di restarci persino più a lungo di Konrad Adenauer, il padre della Cdu. Non più soltanto il politico che afferrò il senso della caduta del Muro di Berlino e premette per una riunificazione tra le due Germania che allora appariva solo come una delle possibili opzioni. Ma l’uomo-Kohl. Un uomo che non ha mai fatto del tutto chiarezza sui rapporti con la sua segretaria di sempre, quella Juliane Weber con cui lavorava a stretto contatto dal 1964 e dalla quale si fece accompagnare persino al matrimonio del figlio Peter, in Turchia, rilanciando le voci di una loro relazione. Il marito che scompariva per lungo tempo per partecipare alle sedute governative, lasciando Hannelore da sola nella villa di Ludwigshafen, in una casa in cui tutto sembrava perfettamente in ordine. «Di fatto una single», la definì l’autorevole settimanale «Die Zeit» dopo la morte. Quella Hannelore che alla fine, dopo quarant’anni di matrimonio passati nell’ombra, discreta, silenziosa, nell’attesa di un uomo rapito dalla politica, finì distrutta da una rara allergia che le impediva di esporsi alla luce e la costringeva a restare immersa nel buio. Una malattia psicosomatica, si scrisse in quei giorni. Adesso che la politica sembra giocare un ruolo del tutto marginale nella vita dell’ex cancelliere (il prossimo appuntamento pubblico è previsto a breve, con la presentazione dell’atteso quarto volume delle sue memorie, in cui verrà affrontato probabilmente anche lo scandalo dei fondi neri), si profila un nuovo matrimonio. Frau Richter ha già dimostrato di sapersi sacrificare per lui. Tanto da cambiar più volte strada per restargli fedele. Dopo la caduta di Kohl, nel 1998, l’allora funzionaria del Ministero federale dell’Economia decise di lasciare il governo, diventando responsabile economica del deputato Friedrich Merz. Incarico abbandonato dopo che questi fece pressioni su Kohl per convincerlo a fare chiarezza sui fondi neri alla Cdu. Per stargli accanto, Frau Richter ha ora sospeso anche il suo attuale impiego presso il Ministero federale dell’Economia. ALESSANDRO ALVIANI