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 2008  aprile 20 Domenica calendario

«Malavita senza scrupoli, serve l’etichetta elettronica». la Stampa 20 aprile 2008 Sergio Marini, presidente nazionale della Coldiretti, che succede, sono tornati i razziatori di bestiame? «I furti negli allevamenti ci sono sempre stati, ma certo che centomila capi rubati in un anno sono tanti

«Malavita senza scrupoli, serve l’etichetta elettronica». la Stampa 20 aprile 2008 Sergio Marini, presidente nazionale della Coldiretti, che succede, sono tornati i razziatori di bestiame? «I furti negli allevamenti ci sono sempre stati, ma certo che centomila capi rubati in un anno sono tanti. un forte danno economico, ma c’è di peggio: questi animali finiscono nelle macellerie clandestine e qui si perde ogni garanzia di sicurezza per chi li consuma». Si riferisce al rispetto delle norme igieniche? «Non solo. Le carni possono essere trattate con sostanze conservanti o coloranti per migliorarne l’aspetto. Questo non è il furto di un agnello in Barbagia, siamo di fronte a malavita organizzata e senza scrupoli». Ma chi va a comprare queste carni? «C’è un mercato parallelo, alimentato dalla crisi economica, a cui molti commercianti disonesti si rivolgono, soprattutto al Sud. E questo è possibile anche perché la malavita riesce a fornire documenti falsificati con cui la carne può rientrare nei normali circuiti di vendita». I furti dove avvengono? «In particolare nelle aree centro-meridionali, dove la densità di popolazione in campagna è minore. E a questo proposito bisogna ricordare come l’abbandono di zone agricole abbia per conseguenza il minor presidio del territorio». Come si può difendere dai banditi allevatori e consumatori? «Il deterrente migliore è la tracciabilità in etichetta. Se è obbligatorio che ogni passaggio dalla stalla al banco di vendita sia documentato, che ci siano codici leggibili elettronicamente per tutti il percorso, i macelli clandestini avrebbero vita molto difficile. Sarebbe un sistema utile agli inquirenti e ai consumatori, ma purtroppo, almeno per ora, in Italia l’etichettatura di questo tipo è prevista solo per la carne bovina e non per le altre». VANNI CORNERO